Il labirinto gioca con noi (di nuovo)

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Non avere più mia cugina al mio fianco mi rese nervosa. Nonostante lei rappresentasse tutto ciò che era diverso da me, era parte integrante della mia vita, e mi avrebbe sempre ricordato casa. Non l'Inferno, una casa diversa, dove scappare dalla violenza, una casa che si costruiva ogni volta che stavamo insieme.

Mi consideravo un animale selvatico: guardavo tutti con diffidenza, sicura che mi avrebbero fatto del male. Fin da piccola avevo l'abitudine di camminare velocemente, per arrivare subito alla meta, temendo il tragitto, scappando da chissà cosa. Avevo la lacrima facile, le nubi tempolaresche, cariche di lava mi incutevano terrore.

Sgattaiolavo da una camera all'altra del palazzo, rifugiandomi negli angoli nascosti. Le urla dei dannati mi perforavano l'anima, facendomi piangere. Nonostante mio padre non mi avesse mai toccato neanche con un dito, mi terrorizzava.

Probabilmente, ho passato tutta la vita a divincolarmi, tra le sue grinfie invisibili. Pensavo a tutto ciò, mentre passeggiavo inquieta tra i lunghi corridoi bui dei sotterranei, alla ricerca di mia cugina. Solo pochi secondi prima era scomparsa nel nulla, letteralmente. Un secondo prima stringeva la mano di Michael, ancora provata dopo aver combattuto l'impeto del mare, e quello dopo era svanita nel nulla. Micheal si era fermato all'istante, gli occhi sbarrati dalla paura. Thomas era al mio fianco - come sempre, notai sorpresa - guardava dritto davanti a sé, dove si apriva un bivio.

Ci scambiamo uno sguardo. - Senti qualcosa?- domandai a Michael. Il moro ansimava, una nuvoletta di vapore gli uscì dalla bocca, e tremava. Non riuscivo a vedere bene la sua espressione, ma i suoi occhi azzurri per qualche motivo brillavano al buio. Spostò lo sguardo su di me lentamente, come se fosse tornato improvvisamente sul pianeta terra.

- Tante cose, a dire il vero - ammise e la cosa non sembrava rincuorarlo molto. Alternò lo sguardo tra i due tunnel mentre un brivido lo faceva trasalire. Faceva davvero così freddo, così all'improvviso? O forse era solo terrorizzato di aver perso di nuovo la sua amica. - la scia luminosa prende quello di destra, ma il mio istinto mi dice di andare a sinistra. Non so che cosa sta cercando di dirmi.

Non potevamo certo controllare entrambi, non senza... - Dividerci - Thomas completò la mia frase, ma non aveva senso. Non potevamo dividerci in una situazione come questa, dovevamo trovare Korall! Poteva essere in pericolo, da sola nel buio... anche se fosse stato possibile, come avremmo fatto a ritrovarci? Mi lesse in faccia la mia perplessità. - Fuokirya, lo so che non é saggio dividerci ma non abbiamo tempo di controllare entrambi i tunnell. In più, se seguissimo la scia luminosa siamo sicuri che ci condurrebbe da lei? Sapremmo ritrovare la strada giusta per la pietra se la abbandonassimo?

Erano tutte domande a cui non avevamo una risposta, dannazione! Il mio cuore faceva male, non riuscivo a respirare, che diamine di situazione! Non sapevo che cosa fare e questo mi mandava in bestia. Ci girammo verso Michael, in attesa di una sua risposta. Il moro era disperato quanto me, potevo quasi vedere le rotelle del suo cervello girare per trovare una soluzione. Stava per rispondere quando trasalì e alzò la testa. - Avete sentito?

Che cosa? Io non sentivo niente. Avanzò verso il corridoio di sinistra come se ne andasse della sua vita. Che sentisse Korall? O forse era solo l'ennesima illusione? Prima che potessi fare qualunque cosa, Thomas lo afferrò per un braccio prima che potesse correre via. - Michael, aspetta, potrebbe essere un.... -

- Illusione, lo so! - sbottò il moro. Nei suoi occhi c'era un dolore, una paura e una serietà che non gli avevo mai visto, neanche quando Korall era stata rapita. Non avevo idea di cosa sentisse, ma non era affatto piacevole. - Ma lei é lì, lo sento! Lei... - gli s'incrinò la voce e si portò una mano alle orecchie. - Oddio, sta urlando come non l' ho mai sentita! Non c'é tempo per discutere!

Fuoky e Korall: Missione TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora