... per un'imboscata

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L'aria fuori era calda, ma un lieve venticello dava sollievo dall'afa di fine estate. Nel vento c'era odore di smog, di pini marittimi e di sudore. Nonostante fosse quasi il tramonto, i turisti ancora si avventuravano intorno al Colosseo facendo foto con i gladiatori. Alcuni combravano dei souvenir alle bancarelle lì davanti. Altri scattavano foto e parlottavano in lingua che non conoscevo.

Sentivo il peso del ciondolo sul collo. Avevo spesso indossato dei gioielli nelle ricorrenze ufficiali come balli, feste pubbliche, compleanni, ma preferivo di gran lunga gli accessori per capelli come il mio fermaglio di corallo. Era da tempo che non indossavo un ciondolo e mi faceva un po' strano.

Il cuore mi batteva forte per l'agitazione, così cercai la mano di Michael, che camminava accanto a me. Il vento trasportava verso di me un po' del suo profumo di mare, che contribuì a calmarmi un po', visto che sapeva di casa. Le sue mani erano calde. Se si fosse accorto del mio gesto, non lo diede a vedere. Dopotutto lo facevo spesso.

Si stava guardando intorno come perso tra i suoi pensieri. I suoi capelli neri svolazzavano al vento e i suoi occhi azzurri scorrevano indifferenti sulla folla. Un gruppo di ragazze scoppiò a ridere accanto a noi. Un paio di ragazze lanciarono delle occhiate indiscrete e risero come delle ochette.

Il mio stomaco si strinse in una morsa. Odiavo quando succedeva. Non sapevo perché, ma ogni volta che le ragazze gli si avvicinavano, anche a casa - e succedeva spesso - sentivo il mio stomaco stringersi ed ero costretta a reprimere il mio desiderio mandarle via o fulminarle con lo sguardo.

Lo so, non ero la sua ragazza. Non avevo nessun diritto di ingelosirmi se una ragazza gli si avvicinava o ci provava con lui. Non era giusto che io fossi gelosa, ma lo ero e non potevo farci nulla. Inavvertitamente gli strinsi più forte la mano, tirando leggermente il suo braccio verso di me.

Lui lo notò. Mi lanciò un'occhiata. - K - mi chiamò quasi preoccupato. Doveva pensare che fossi preoccupata, perché era così che facevo quando lo ero. - Che c'è? Sei agitata per la trappola? - Avrei potuto mentire, ma lui riusciva sempre a capire quando lo facevo. Non mi restò che fare finta che la cosa non mi importasse più di tanto.

Gli indicai le ragazze con un cenno della testa. - É un po' che quelle ragazze lì accanto ci seguono - gli risposi cercando di mascherare il mio fastidio. Lui si voltò verso di loro. Una gli fece l'occhiolino. Lui, invece di fregarsene come faceva di solito, ricambiò il suo sguardo e le rivolse un sorriso ammiccante.

Il mio stomaco si strinse ancora di più, ma - onore al mio autocontrollo - riuscii a mascherarlo. - Quella é carina - di giustificò all'occhiataccia che gli lanciai. Avrei voluto strangolare lui e quella ragazza. - Non siamo qui per rimorchiare, idiota - ribattei dandogli una botta.

Lui rise. Mi guardò per qualche secondo e mi tirò un po' più a sé. - Sei gelosa, per caso? - mi domandò in tono fintamente innocente. Mi voltai per lanciargli un'occhiataccia, ma me lo ritrovai così vicino che venni colta alla sprovvista. Il mio fiato si mozzò. I suoi occhi azzurri, che brillavano divertiti, mi attiravano come dei magneti.

Abbassai per un secondo lo sguardo sulle sue labbra, sentendo le guance andare a fuoco. Il mio cuore batteva forte e sembrava che il tempo si fosse fermato. Non avevo mai trovato le sue labbra così attraenti come in quel momento, ma mi costrinsi a reprimere i miei ormoni in fermento. - N-no ma che dici! - negai col mio miglior tono convinto. - Solo che non devi essere distratto per la missione.

Lui mi lanciò una lunga occhiata, ma poi ridacchiò e lasciò perdere. Di certo c'era un buon motivo per cui le ragazze erano attratte da lui. Oggettivamente un gran bel ragazzo. Quel pomeriggio indossava una t-shirt verde, che non essendo molto larga gli evidenziava il petto e i muscoli delle spalle e delle braccia. Il suo viso aveva i lineamento armoniosi, regali, come un principe. Aveva un sorriso davvero bello, bianco, e contornato da quelle adorabili fossette che da piccola adoravo tanto toccare.

Fuoky e Korall: Missione TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora