2. Zac

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Vorrei capire perché ogni mattina sono costretto a svegliarmi come se il mio appartamento fosse sotto attacco militare. I colpi mi rimbombano in testa provocandomi un pesante giramento e questo solo perché la mia assurda vicina deve fare aerobica e saltare sullo step a orari improponibili. Fanculo, Carly Dixon!

Prendo la sveglia e guardo che ore sono con l'intenzione di andare a lamentarmi alla sua porta, quando noto che sono le 16,30.

Ah.

Mi sono svegliato un po' tardi. Cerco di mettere in ordine le immagini che sguazzano nella mia mente nel caos più totale: vedo un locale, drink, alcool, ragazze, tunz tunz, e ancora alcool. E una ragazza con i capelli rossi. Devo esserci andato a letto perché giurerei di averla portata proprio qui. Aspetta, forse se mi concentro mi viene anche il nome...era qualcosa tipo Jenny, Jenna...Jemma. Ah, chissenefrega. Se n'è andata e sul cuscino non ci sono bigliettini quindi è chiaro che non le interessava essere ricordata o richiamata. In ogni caso non l'avrei richiamata. Io non richiamo mai nessuno. Figurati, vengono a letto con te una volta e poi pretendono di essere le uniche. Bisogna stare a chilometri di distanza da quelle squilibrate che ti vogliono incastrare con domeniche a giocare a tombola a casa dei suoceri. In meno di due anni ti ritroveresti a vivere in una casa singola, con un golden retriver e una monovolume con cui portare a scuola i tuoi due figli. E prima che tu te ne renda conto inizieresti a soffrire di alopecia e allora la tua vita sarebbe praticamente finita.

Il mio motto è: mai è poi mai farsi incastrare da una donna, chiunque essa sia. È scolpito nel mio cervello dai tempi delle medie, quando una certa Lucy Miller mi ha baciato e dopo due giorni ha iniziato a parlarmi del possibile colore degli occhi dei nostri figli. Mi è praticamente mancato il pavimento da sotto ai piedi. Le donne sono proprio problematiche. Perché vogliono sempre affrettare tutto? Perché non possono godersi il momento e basta? Prendi quella Jennifer che mi sono scopato stanotte per esempio, lei sì che sa come si fa: ci si diverte e poi addio.

La parola fidanzamento non esiste neanche lontanamente nel mio vocabolario. È stata espulsa. Non mi piace neanche sentirla nominare. È così lunga e pomposa. Come se già non fosse impegnativa la situazione che implica, è impegnativo anche il nome.

Mi trascino giù dal letto facendo cadere un pezzo di carta che non avevo visto. Lo prendo, e a fatica, perché ancora non ho connesso i neuroni, cerco di mettere a fuoco le parole e leggo:

Questa notte è stato focoso! Non ti ho svegliato perché sei bellissimo quando dormi, ma ti ho inserito il mio numero sul tuo cellulare, quindi faresti meglio a richiamarmi.

Joanna

Cosa?

Lo rileggo una seconda volta perché credo che l'alcool mi stia ancora facendo i suoi brutti scherzi.

Ritiro. Ritiro tutto su quella tipa di stanotte. Non è per niente da prendere ad esempio, anzi è più pazza delle altre. Mi ha preso il cellulare e ha inserito il suo numero? Ma come cazzo ha fatto a sbloccarlo? Ci penso su un attimo e poi mi ricordo che un mese fa ho tolto il blocco perché quando mi ubriacavo non me lo ricordavo più. Che idiota.

Accartoccio il biglietto e lo butto nel primo cestino che trovo. Poi vado in bagno e apro il rubinetto della doccia. Mi ci infilo sotto e lascio che l'acqua fresca porti via la notte scorsa. Starei qui sotto di più ma sento il mio cellulare suonare ed è meglio che vada a rispondere. Potrebbe essere Mike, il mio socio. Abbiamo un ristorante insieme, e tra i due, il più responsabile è sicuramente lui che a quest'ora, conoscendolo, starà impartendo ordini ai ragazzi in cucina. Infatti è lui. «Ehi, amico!».

«Zac, dove sei?». Ha un tono un po' preoccupato, ma Mike è così, si preoccupa di tutto. Vive costantemente in una bolla d'ansia che invece d'essere fatta di sapone è fatta di cemento armato. Nessuno riesce a scalfirla. Lui preferisce definirsi "razionale", ma io so che è un cagasotto da primato.

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