24. Zac

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«Natalie!»

Mi alzo di scatto dalla poltrona e mi fiondo sul corpo di Natalie steso a terra, privo di coscienza. «Ehi, Nats, riesci a sentirmi?», le do qualche colpetto sulla guancia, ma lei non da cenno di vita. Ma come è potuto succedere? Poco fa stava bene, un po' nervosa, ma stava decisamente bene. Ma poi che ne so io di queste cose, non mi sono mai visto svenire nessuno davanti.

Harry è di fianco a me e in un secondo ha già il telefono in mano pronto a chiamare un'ambulanza.

«Zac, resta con lei», mi fa segno mentre esce a chiamare aiuto.

«Natalie, mi senti? Ti prego, dì qualcosa!». Di colpo lei sbarra gli occhi e io faccio un cazzo di infarto perché due secondi prima pensavo fosse più di là che di qua.

«Sto bene, idiota!»

«Ma che stai facendo?», domando scioccato.

«Ci sto salvando il culo, cosa ti pare? Dov'è mio padre?»

«È andato a chiamare aiuto», rispondo ancora confuso e mezzo provato.

«Be', fermalo! Digli che mi sono ripresa, sbrigati! Non voglio che arrivino i medici».

La guardo con occhi increduli e faccio per uscire non risparmiandole un: «Sei pazza, tu sei completamente pazza».

«Sono pratica, che è diverso!».

Io raggiungo subito Harry che al suo seguito ha Emily, Amber e Vincent e si sta dirigendo verso di noi.

«L'ambulanza sta arrivando, si è ripresa?», mi chiede preoccupato. Quindi si scopre che ha dei sentimenti, alla fine.

«Sì, stavo venendo proprio a dirti questo. Sai, non credo ci sia più bisogno dei soccorsi».

«Che assurdità è questa, certo che ce n'è bisogno!», esclama scansandomi malamente.

Quando entriamo nel suo studio Natalie è ancora a terra recitando alla perfezione la sua parte.

«Perdio, Natalie! Cosa è successo?»

«Niente, mamma. Credo di aver avuto un calo di zuccheri o qualcosa del genere. Sto bene adesso», afferma barcollando mentre si alza in piedi.

Io la prendo per un braccio sostenendola e mi sento ridicolo a partecipare a questa sceneggiata.

«Stanno comunque arrivando dei medici per visitarti», la rassicura suo padre.

«No! Non serve... Voglio dire, sto meglio adesso, vedi? Sto in piedi e, in realtà mi capita spesso, quindi...»

«Come ti capita spesso?», si intromette Emily scioccata.

«Volevo dire che mi è capitato altre volte, ma non è niente», annaspa la qui presente attrice in erba.

«Ma è grave, sei un medico, dovresti prendere seriamente questi sintomi», continua sua madre ancora più meravigliata.

«Lo faccio, mamma, credimi. Non c'è nulla di cui preoccuparsi».

«Sicuramente è perché hai mangiato quelle pop corn in busta», annuisce convinta Amber.

«Non credo».

«E chi te lo dice? Sono geneticamente modificate», insiste lei.

«Vincent, cielo! Perchè abbiamo alimenti geneticamente modificati in casa?», si reinserisce Emily che sembra stia per avere un esaurimento nervoso.

«Io...per la verità...», balbetta il maggiordomo. «Procedo subito».

«Possiamo finirla di parlare e uscire da questo ufficio? Mi manca l'aria».

Natale sotto coperturaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora