Porca puttana. Porca puttana!
Non riesco a dire altro. Guardo fuori dalla finestra e lascio il mio sguardo correre lungo il giardino degli Henderson. Una distesa d'erba verde, con un bosco annesso e una piscina rettangolare, ora coperta per via della stagione, mi fanno rimanere senza fiato. Natalie è cresciuta qui e ha avuto il coraggio di scappare?
La porta della camera si apre di scatto, facendomi sussultare e rovinando la magia.
«È tutto un casino. Mia madre ha assunto una giornalista, una certa Amanda Greely, e a quanto pare dovremo dormire nella stessa stanza», fa Natalie irritata.
«Per me non ci sono problemi», dico tranquillo.
«Spero ti piaccia il pavimento perché è dove dormirai per tutta la settimana».
«Ah, non ci penso proprio. Io dormirò in questo fantastico letto», affermo tuffandomi con energia tra le coperte che si piegano sotto il mio peso, e allungando le braccia sopra di me per stiracchiarmi.
«Zac, sono una donna», fa lei incrociando le braccia sul petto come se il fatto bastasse di per sè.
«Si, l'ho notato», replico io senza spostarmi di una virgola.
«Bene. Allora spero che la cavalleria non sia ancora del tutto morta e che tu mi ceda il letto per la notte».
«Vedi cara, questo "accordo", sta facendo acqua da tutte le parti», inizio alzandomi dal letto e andandole incontro. «Innanzitutto, non mi avevi detto che i tuoi erano una specie di famiglia reale e che avrei dovuto vestirmi come se andassi a un matrimonio per cinque giorni. E poi, avevi detto che avrei dovuto partecipare solo al gala, mentre si stanno già accumulando degli extra, tipo la cena di famiglia di stasera».
«Ho capito...vuoi più soldi». Il suo volto si fa più duro e alza il mento, quasi a voler dimostrare di non essere per niente stupita da quello che pensa di aver capito. Ma io non volevo dire questo, non voglio più soldi. Voglio solo farle notare che sto facendo del mio meglio e che, per farlo, ho bisogno di un letto comodo dove dormire.
«Potrei, ma sono un tipo magnanimo, quindi ti dico che mi basta la metà del letto», le sorrido beffardo.
I suoi occhi color cioccolato saltano impacciati da una parte all'altra della stanza, per poi fermarsi su di me. «Va bene. Ma ci saranno delle regole».
Regole. Questa parola mi dà più nervoso del gatto della signora Dixon, ma tant'è.
«Quali regole?»
«Te le comunicherò a tempo debito. Ora esco».
«E dove vai?»
«Sono affari miei. Tu inizia a prendere confidenza con il letto, visto che ti piace tanto», esce come un razzo e io mi ritrovo solo e in preda a un lieve panico. Cosa dovrei fare qui? Non posso uscire per il semplice fatto che poi non troverei la strada del ritorno e toc toc...
Apro la porta e mi si para davanti la regina della casa in tutta la sua glacialità che tenta di mascherare con un sorriso cordiale. «Emily, che piacere rivederla, se cerca sua figlia è appena uscita», taglio corto io.
«Sono qui per te. Ti aspetto di sotto tra cinque minuti per prendere le misure per il tuo guardaroba».
«Signora, sono lusingato, ma non è necessario che lei si disturbi...»
«Penserà a tutto Odette. È la nostra stilista da anni, ormai. E poi non vorrai vestirti con la roba di qualche sconosciuto», il suo viso si contrae in una smorfia inorridita al solo pensiero.
«Allora va bene, la ringrazio. Arrivo subito».
Scendo le scale riluttante, speranzoso che Mike mi chiami per qualche problema improvviso al ristorante e che mi impedisca di passare tre ore con due donne anziane a prendere misure per i miei vestiti. Imbocco una stanza qualsiasi e data la fortuna che mi ritrovo oggi, piombo giusto nel salotto dove si sono riunite. Odette deve essere quella donna sulla sessantina con i capelli rossi legati in una coda bassa, in piedi in mezzo alla sala con un metro intorno al collo e un block notes in mano.
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Natale sotto copertura
ChickLitDicembre è alle porte e Natalie sa molto bene cosa significa questo: lasciare la sua amata New York e tornare a Londra per presenziare al famoso gala di beneficenza annuale che si terrà nella villa di famiglia. Non fosse per un piccolo insignificant...