Sono stesa sul divano di casa mia da...due ore. Sono concentrata a fissare il soffitto come se la soluzione di questa storia potesse magicamente comparire scritta sul muro in caratteri cubitali.
"Porto Zac al gala? O non porto Zac al gala?" questo è il dilemma.
È che sono un po' contrastata. Da una parte c'è la mia coscienza che dice: "No, Natalie, non essere stupida. Loro sono la tua famiglia e dovrebbero accettarti per come sei e se non lo fanno allora è un problema loro. Continua a vivere felicemente la tua vita, e presentati da loro come una donna indipendente, felice e in carriera. Questo basta e avanza per fare una buona impressione ai giornalisti. Sarai come Charlize Theron! A lei non è servito un uomo per adottare due figli! Non vedo, dunque, perché a te dovrebbe servire un fidanzato per la stampa".
Dall'altra parte, invece, ci sono Brenda, James e la realtà dei fatti, che dicono: "Natalie, svegliati! La tua famiglia ti ha sempre messa all'angolo, te ne stavi in panchina mentre gli altri giocavano alle famigliole felici. Ti hanno sempre creduto inferiore, la pecora nera, quella che rovinava l'immagine davanti ai giornalisti. Devi dar loro una lezione e portare Zac con te, per dimostrare che se vuoi un uomo, te lo prendi, eccome se te lo prendi".
Devo ammettere che il nervoso che mi provocano mia madre e Amber basterebbe da solo per presentarmi lì con Zac, ma ogni volta che penso di aver deciso di fare così, c'è una stupida parte diligente del mio cervello che tira il freno a mano.
A chi dovrei dare ascolto? A me stessa o a Brenda e James? Insomma, seriamente, mi sono cacciata in questa brutta situazione per colpa di quell'idiota di James che se n'è venuto fuori con quel film di Debra Messing e poi, neanche a farlo apposta, mi sono trovata davanti Zac che era perfetto per la parte. Forse è stato il destino? No. Non esiste il destino. È stata solo una sciocca coincidenza. Sta di fatto che non posso prendere consigli da uno che vive sulle nuvole di zucchero filato di Katy Perry.
No. Ho deciso. Niente da fare. Chiamo Zac e annullo tutto.
Mi tiro su decisa a mettere fine a questo incubo, e prendo il cellulare.
In quell'istante il telefono fisso inizia a suonare e mi distrae. Mi ero preparata un discorso di scuse abbastanza convincente e questo suono assillante proveniente dall'altra stanza mi confonde le idee. Lascio il cellulare in camera e corro in cucina a rispondere.
«Pronto?».
«La prossima volta non fare suonare il telefono così tante volte. È maleducazione». La voce di mia madre mi giunge fredda come la corrente delle Canarie e un tremolio involontario mi trapassa il corpo.
«Ero in camera, mamma. Cosa vuoi?».
«Stavo discutendo con Shannon dei colori per la serata del ballo in maschera di mercoledì e abbiamo optato per oro e nero. A questo punto il problema resti tu». Chissà perché questa affermazione non mi sorprende affatto. «Ovviamente del vestito che indosserai si occuperà Odette, la nostra stylist. Sta già provvedendo a ricercare qualche abito adatto all'occasione, spero che tu non sia ingrassata. Sei ingrassata Natalie?»
«No, mamma», asserisco con tono piatto.
«Mi assicuri quindi che le tue misure non sono cambiate, molto bene. Ti chiedo per cortesia di indossare il vestito che ti darà Odette e di non fare di testa tua come sempre. L'anno scorso in confronto ad Amber sfiguravi. «Allora, rimane il tuo fidanzato...».
«Si vestirà da solo!», la interrompo subito.
«Non dire assurdità!».
«Ok, allora lo aiuto io», affermo convincente.
«Così siamo sicuri che si presenterà in infradito. Ho bisogno delle sue misure. Aspetto una mail entro le nove di questa sera». Il suo tono perentorio non ammette discussioni, e poi ha già attaccato, quindi...
Torno in camera e mi tuffo nel letto. Mi torturo le pellicine e poi afferro il cellulare e lo rigiro tra le mani. Ripenso alle ciniche parole che mi ha rivolto mia madre poco fa: "In confronto ad Amber sfiguravi". Come se lo stesse dicendo a un'estranea e non a sua figlia. La sua indifferenza verso i miei sentimenti mi manda in bestia. Dio, che nervoso! In preda a un attacco di rabbia afferro il cuscino del letto e lo lancio a terra con tutta la forza che ho in corpo. Le carte si sono ribaltate ancora e questa volta in maniera decisiva.
Non mi presenterò a Londra da sola.
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Natale sotto copertura
ChickLitDicembre è alle porte e Natalie sa molto bene cosa significa questo: lasciare la sua amata New York e tornare a Londra per presenziare al famoso gala di beneficenza annuale che si terrà nella villa di famiglia. Non fosse per un piccolo insignificant...