Sto limitando i movimenti al minimo per non farmi notare, ma temo sia impossibile grattarsi la schiena in questo modo. Una stupida paillette mi sta facendo dannare e come sempre è colpa di mia madre. Ha fatto recapitare nella mia stanza un abito lungo in seta con la gonna che segue le forme del fisico e il corpetto monospalla in tessuto trasparente ricamato con paillettes. Il tutto rigorosamente nero e accompagnato da un bigliettino che non lasciava molta scelta: "Indossalo". Quindi eccomi qui, in un angolo della sala a cercare di non dare troppo nell'occhio mentre cerco di attenuare il prurito.
Il gala è come tutti gli altri anni: pieno di giornalisti che documentano ogni nostra mossa e di sconosciuti che si ingozzano di stuzzichini e champagne mentre le mogli mettono in mostra i loro abiti da diecimila dollari, il tutto per creare dei pozzi d'acqua potabile in Etiopia. Trovo assurdo che questa gente faccia beneficenza solo perché la mia famiglia organizza questa festa annuale.
Amanda Greely, la giornalista che ospitiamo, è già venuta a cercarmi almeno quattro volte per chiedermi quando potrà intervistare sia me che Zac, perché questa sera ha fatto venire la sua troupe per scattare delle fotografie "sfavillanti" e sono tutti ansiosi di piazzarci davanti all'obiettivo. Io le rispondevo sempre che "mi dispiace ma Zac deve ancora arrivare. Non appena si presenta sarai la prima a vederci insieme!". Il che è la verità perché Zac deve ancora arrivare. Quando siamo tornati dal nostro tour di Londra è stato braccato sugli scalini di casa da mio padre che ha detto di dover fare "quattro chiacchiere tra ragazzi" con lui, e dopo avermi rivolto uno sguardo di terrore si è lasciato trascinare nei giardini della villa. Guardo l'orologio del cellulare: sono le otto, il che significa che il gala è ufficialmente iniziato. Ma allora dove sono finiti? Mio padre non arriva mai in ritardo, lo considera di cattivo gusto, nonché irrispettoso nei confronti degli invitati. Inizio a preoccuparmi un po', ma non credo che lo abbia ucciso, non è decisamente nel suo stile, preferirebbe rinchiuderlo in una cripta cibandolo solo una volta alla settimana, giusto perché soffra la fame ma continui a sopravvivere.
Oh mio Dio!
Abbiamo una cripta?
La mia inquietudine viene interrotta da una gelida mano femminile che mi afferra la spalla nuda. Non è quella di mia madre. È di Shannon.
Ha un bicchiere di champagne in mano e i capelli raccolti in una coda stretta. Dà tutta l'impressione di essere un fascio di nervi in quel suo abituale tailleur pantalone.
«Ciao Shannon!», le rivolgo un saluto cordiale.
«Fa schifo vero?», domanda versandosi in gola una grossa sorsata di champagne.
«Che cosa?», chiedo confusa.
«Il gala. Avevo detto a tua madre di evitare le piante, sono un pugno in un occhio. Avevo improntato il design sulla modernità e sul lusso, alternando il nero e l'oro in modo da creare un'atmosfera sofisticata ed elegante, mentre lei ha voluto metterci di mezzo queste stramaledette piante», afferma con veemenza, dando una manata al Ficus benjamina di fianco a noi.
Ora che ci faccio caso, credo abbia ragione. Queste piante sparse qua e là non c'entrano poi molto col resto delle decorazioni. «In effetti sono un po' fuori luogo», convengo.
«Qui è pieno di giornalisti, non posso permettere che attribuiscano questo disastro alla mia agenzia! Voglio morire! E poi questo schifo di musica commerciale!». Al passare di un cameriere, scambia il suo calice vuoto con uno pieno e ricomincia a bere con foga.
La guardo di nuovo senza capire e lei mi spiega. «Ho dovuto inserire mio nipote Dan nell'organizzazione della serata perché vuole entrare nel mondo della pianificazione degli eventi e sua madre, ovvero mia sorella, mi ha supplicato di trovargli un impiego. Così, per iniziare, l'ho messo a occuparsi della parte musicale, e dopo avergli dettagliatamente spiegato quali violinisti doveva contattare, è riuscito a combinare un casino con la compagnia e adesso ci ritroviamo con della musica commerciale che esce da casse mediocri», ringhia.
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Natale sotto copertura
ChickLitDicembre è alle porte e Natalie sa molto bene cosa significa questo: lasciare la sua amata New York e tornare a Londra per presenziare al famoso gala di beneficenza annuale che si terrà nella villa di famiglia. Non fosse per un piccolo insignificant...