Sono proprio una stupida patentata. Vorrei prendermi a sberle da sola.
Per la verità, prima mentre ero in bagno, l'ho fatto. Mi sono data un sberla. Ma non mi ha visto nessuno.
Come ho potuto trattare Brenda in quel modo orribile?
Per colpa di quel rifiuto umano di Dylan, poi, che se ci ripenso mi viene da urlare dalla disperazione. Non ho neanche capito quali fossero le sue reali intenzioni, dato che alla fine dei giochi non sembrava tanto convinto di voler ricominciare una storia con me. E per fortuna, perché scema come mi ritrovo, ci sarei pure ricascata. È colpa di quella maledetta casa, mi porta sempre problemi e mi fa perdere di vista la mia stabilità mentale.
Guardo persa il cellulare in attesa di una misera notifica che non arriverà mai. Non da Brenda, perlomeno.
Più penso a lei più mi rendo conto che lei è la mia migliore amica, quella che mi capisce e che si è sempre dimostrata comprensiva con me. È quella che mi ha dato una copia delle chiavi del suo appartamento perché io potessi entrare e riposare sul suo divano quando non avevo la forza di tornare fino a casa. È quella che mi lascia sempre qualcosa di pronto nel suo frigorifero. È quella che ha sempre gli orsetti gommosi in borsa per quando sono giù di morale. È Brenda, ed è la mia migliore amica e io ho bisogno di chiederle scusa e di farmi perdonare. Ma come faccio se a casa non si trova e al cellulare non risponde?
Addento avvilita il mio panino al prosciutto che sa di niente e ci bevo dietro un po' di acqua frizzante. Ho appena finito il turno e sono seduta al bar dell'ospedale a spremermi le meningi per trovare un modo per dimostrarle quanto mi dispiace.
Ma quale? Quale? E poi, anche se trovassi un modo, mi perdonerebbe? Sono stata così odiosa che non lo farei nemmeno io.
Potrei comperarle quei pantaloni a zampa che le piacevano tanto, ma che costavano un occhio della testa. Ma valgono il mio perdono?
Faccio una smorfia.
Ho bisogno di aiuto. Di un aiuto serio. Quindi mando l'ennesimo messaggio a James chiedendogli di incontrarci. Deve aver saputo che mi sono comportata male con Brenda e, per questo, nemmeno lui risponde ai miei messaggi e alle mie chiamate da ieri.
Il mio telefono emette subito un bip. È James.
Che strano. Mi ha mandato un indirizzo. Nient'altro.
Credo sia una specie di messaggio in codice del tipo "vediamoci lì".
Afferro la borsa e non perdo altro tempo. Fermo un taxi e ci salgo dentro, fornendo all'autista l'indirizzo che mi ha inviato il mio amico.
Non ci vuole tanto e la macchina mi smonta in un quartiere poco frequentato davanti a un dubbio discount.
Non capisco.
Mi guardo intorno incerta e ricontrollo per sicurezza l'indirizzo sul messaggio di James. Il navigatore mi conferma di essere nel posto giusto.
Ma allora dov'è James? Se questa è una delle sue ultime trovate lo ammazzo. Che schifo, ho anche pestato una gomma...
«Psss».
Uno strano suono mi giunge da non so che parte, quindi giro su me stessa un po' goffamente, ma non vedo nessuno.
«Pssss». Ora è più insistente.
Il telefono prende a suonare. È James.
«Sono qui!», mi sussurra.
«Qui dove?», chiedo io. «E perché parli a bassa voce?»
«Voltati!»
Mi giro e lo intravedo dietro a un enorme bidone della spazzatura con il telefono all'orecchio. Mentre mi incammino verso di lui, continuo a parlarci. «Perché sei nascosto in un bidone?»
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Natale sotto copertura
ChickLitDicembre è alle porte e Natalie sa molto bene cosa significa questo: lasciare la sua amata New York e tornare a Londra per presenziare al famoso gala di beneficenza annuale che si terrà nella villa di famiglia. Non fosse per un piccolo insignificant...