«Questa è casa tua?». E lo dico con tutto lo sbalordimento possibile perché l'appartamento di Zac è davvero bello. Ordinato soprattutto. Anche piuttosto minimalista.
«Perchè sei sorpresa?», mi chiede poggiando le chiavi su un mobile in legno scuro all'entrata.
«Be', perché non me lo aspettavo».
«Credevi che vivessi in una caverna dove porto tutte le mie conquiste?»
«Non è colpa mia se è quello che fai intendere», lo rimbecco.
«Puoi stare tranquilla, qui non ha messo piede nessuna donna, a parte quella Jina, Joanna o come diavolo si chiama. Quella sera ero troppo ubriaco anche per rendermi conto di averla portata qui. Errore che non si ripeterà mai più».
«Non sono comunque affari miei. Puoi portarci chi vuoi», dico curiosando un po' in giro.
«Ottimo allora», mi sorride sornione. «Cosa ne dici? Può andare?»
«Direi di sì, è perfetta. Ti da fastidio se mettiamo qualche foto di noi?».
«No, tranne per il fatto che non esistono foto di noi».
«Foto mia più foto tua più photoshop uguale foto nostra», spiego.
«Ricevuto».
Getto un'occhiata distratta all'orologio e con fastidio noto che sono già quasi le due e il mio turno sta per iniziare. «Devo andare, ma ci teniamo aggiornati, ok? Magari mandami qualche foto così più tardi mi metto al pc e le edito», dico andando verso la porta.
«Stasera».
«Probabile, anche perché non ho altri momenti liberi, ma saranno sicuramente pronte per domani, per...»
«Esci con me stasera».
«Cosa?»
«Hai sentito».
«Perchè?»
«È una sorpresa».
«Lo sai che non mi piacciono le sorprese».
Sbuffa. «Ok, miss pianificazione. È per ringraziati».
«Ringraziarmi?»
«Di avermi aiutato con il ristorante».
«Ci siamo aiutati entrambi».
«Lascia che ti ringrazi, perlomeno».
Tentenno. Non mi aspettavo una proposta del genere. Soprattutto perché leggo nel suo sguardo un calore che prima non vedevo. Infondo si tratta solo di una cena, niente più. E io sono una persona matura, che male può farmi una cena? Alla fine, devo comunque mangiare, no? E poi sarà un'occasione per accordarci per i prossimi giorni. «Va bene».
«Alle nove al ristorante. Cucino io».
«D'accordo», faccio io un po' imbarazzata mentre apro la porta. «A stasera».
🎄
Dovevo dire di no. Rifiutare. Primo perché come da copione femminile prima di ogni uscita sto affrontando il momento "non ho niente da mettermi", secondo perché il fatto che io mi stia preoccupando di cosa indosso non va affatto bene. Non mi dovrebbe minimamente importare visto che è una cena tra due... ecco, appunto. Tra due cosa? Amici? Conoscenti? Finti fidanzati? Forse tra tutte di più l'ultima. Questa cosa del non riuscire ad etichettarci mi manda in bestia. Non ho il controllo su quello che siamo. Cosa siamo io e Zac? Niente. Ecco quello che dobbiamo essere: niente. Me lo ripeto un altro paio di volte affinché mi entri bene in quella capoccia dura che mi ritrovo.
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Natale sotto copertura
Chick-LitDicembre è alle porte e Natalie sa molto bene cosa significa questo: lasciare la sua amata New York e tornare a Londra per presenziare al famoso gala di beneficenza annuale che si terrà nella villa di famiglia. Non fosse per un piccolo insignificant...