10. Zac

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Entro a passo spedito e consegno il mio cartellino alla segretaria facendole l'occhiolino. «Alicia, sei particolarmente bella oggi, hai tagliato i capelli?», le chiedo ammiccante.

«Ehm, per la verità no», fa lei imbarazzata.

«Davvero? Eppure sei così raggiante. Non so, sei diversa, deve essere questo vestito che ti fa risaltare gli occhi. Aspetta fammi vedere bene di che colore sono...». Mi avvicino a lei, fino quasi a sfiorarle il naso.

«Zac...io...».

«Sì, lo so, lo so...il tuo fidanzato potrebbe prendersela. Ma noi siamo solo amici, giusto?», dico con aria innocente.

«Si...amici», mi sorride rigirandosi un boccolo tra le dita.

Tenendo il mio sguardo fisso su di lei, le sfilo con abilità il tesserino dalle mani e mi dirigo verso gli spogliatoi. Ci vuole davvero poco con Alicia e a volte penso di essere uno stronzo ad approfittarmene, ma le mie finanze strillano e se posso entrare senza che si accorgano che ho finito le lezioni pagate già da due volte, perché no? Voglio dire, non è colpa mia se prendono una ragazza che si scioglie ai primi occhi verdi che vede.

«Zac, era un po' che non ti vedevo da queste parti!». Drew mi viene incontro con passo muscoloso indossando una canotta impregnata di sudore e un asciugamano bianco intorno al collo. Non che le mie condizioni siano migliori, visto che sono sul tapis roulant da cinque minuti e dai miei indumenti sembra che abbia appena scalato la Huayna Picchu sotto il sole di mezzogiorno. Una volta sudavo molto meno, maledizione. Significa che non sono per niente in forma.

«Drew!», sputo fuori ansimando. «Sì, sai ho avuto da fare. Non riesco ad essere assiduo come te e purtroppo si vede. Sono già senza fiato».

«Tieni duro. I risultati iniziano a vedersi solo dopo il punto di rottura. Quando senti che stai per morire collassato, ecco, allora lì hai capito di aver raggiunto il risultato».

Lo guardo come se stesse parlando in turco e poi pigio dei pulsanti sul tapis roulant che inizia a diminuire di velocità, regalandomi un po' di tregua. Drew è un tipo simpatico se ci parli del più e del meno, ma quando si tratta di palestra diventa maniacale, e onestamente non ho voglia di mettermi a discutere con lui dei miei "risultati".

«Li trovi diversi?» chiede lui, distendendo la schiena e ammirando i suoi addominali alla parete specchio dietro di me. Dio, è così ossessionato da se stesso e dal suo corpo che se venissimo tutti investiti da una tempesta di meteoriti penserebbe solo a salvare lo specchio.

«Ehm...non saprei. Sembrano ben scolpiti», constato positivamente, ma lui non sembra per niente convinto.

«Devo lavorarci di più», asserisce pensieroso, poi sposta lo sguardo di nuovo su di me e inizia a ridere. «Zac, ma così non migliorerai mai! Aspetta, ti imposto il tapis roulant come si deve».

«No, va bene così. Devo ancora abituarmi e non sono per niente in forma oggi», gli spiego, mentre lui smanetta sulla macchina e il rullo inizia ad accelerare un po' troppo. «Drew, sul serio, non riesco a starci dietro, rallentamelo un po'». Ora sto correndo come un disperato. Cazzo, sto correndo talmente veloce su questo coso, che mi sembra di volare. Non sento nemmeno quasi più i piedi poggiare sul rullo.

«Grandioso Zac, bene così! Corri! Corri! Corr... Oh mio Dio, Zac!!».

Ci sono vari scenari che ridicolizzano un uomo, e oggi ho capito che sul podio c'è sicuramente quello della "caduta imbarazzante da un attrezzo in palestra", sotto gli occhi di tutte quelle ragazze che fino a un minuto prima ti facevano gli occhi dolci nei loro leggins neri e top fosforescenti e adesso ti guardano come se fossi un nerd che gioca a backgammon. Perché andiamo, quale idiota cade dal tapis roulant? Be', diciamo chiunque abbia a che fare con Drew e la sua passione per il "punto di rottura".

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