Capitolo 33

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Capitolo 33


Inizialmente pensava di averlo immaginato, era troppo assurdo per essere vero. La fantasia di sua figlia doveva averla suggestionata.

Le bambole non parlano! Si disse decisa, ma quella voce che aveva sentito non era di sua figlia. Forse stava modulando la voce, ma era troppo piccola per riuscire in un'impresa del genere. Aveva solo quattro anni compiuti da poco e una fervida immaginazione, davvero contagiosa.

Però la bambola parlò di nuovo, questa volta muovendo la bocca. La madre, preoccupata, si sedette accanto alla figlia e vide qualcosa che la lasciò di stucco. Gwen saltò giù dalle gambe di sua figlia e si presentò alla signora facendo una riverenza.

«Salve, sono Gwen, la sacra ricamatrice. È davvero un piacere fare la vostra conoscenza» si presentò allegramente.

«Ciao Gwen, io mi chiamo Rio» rispose la bambina sorridendo.

La signora Kamishiro, chiamò suo marito alla svelta, sperando che quello fosse solo un brutto sogno. Ma l'espressione dell'uomo la convinse che era tutto reale. Il signor Kamishiro corse subito al telefono di casa e compose alla svelta un numero. Porse la cornetta al suo orecchio e parlò con qualcuno all'altro capo, di cui si fidava ciecamente.

Dopo un ora di tempo, in cui Eichi mise a letto suo figlio Ryoga, all'oscuro della situazione, e Reiko che non perse di vista Rio, qualcuno bussò alla porta. Il signor Kamishiro fece accomodare un uomo alto e robusto, dai capelli biondi legati in una treccia, abbigliato in modo strano.

«Grazie mille di essere venuto Byron, non sapevo chi altro chiamare. La bambola parla e si muove come una persona reale.»

L'ospite saltò i convenevoli e si chinò verso la bambina, che chiacchierava allegramente con Gwen. Lei non si accorse subito della nuova presenza, silenziosa osservatrice della situazione. Reiko chiese a suo marito delle spiegazioni, preoccupata per la sorte della figlia.

«Sta tranquilla, Byron è uno scienziato esperto in misteri del genere. Mi fido di lui, sa quello che fa. Dobbiamo scoprire cosa sta succedendo e proteggere nostra figlia.»

Rio finalmente notò il signore che la osservava a debita distanza, e ricambiò gli sguardi curiosi. Gwen, invece, si presentò come aveva fatto in precedenza. Byron si avvicinò alla bambina, prendendo posto sul tappeto.

«Ciao, mi chiamo Byron. Sono uno scienziato, il mio lavoro è studiare fenomeni insoliti. Gwen, potresti dirmi per piacere come mai sei viva? Le bambole non dovrebbero avere una propria coscienza.»

«È stata la mia nuova padrona a darmi la vita. Non so dirle come è successo, so solo che è successo.»

«Io? Ma non ho fatto niente, ho solo pensato che sarebbe bello se tu eri viva.»

«Molto interessante. Rio ti capitano cose strane ultimamente? Ti succedono cose che non sai spiegare?»

«Si, per esempio mio fratello un giorno mi ha fatto arrabbiare e allora ho sbattuto il piede per terra e il pavimento si è ghiacciato, Ryoga è scivolato. O anche quando questa estate ero sulla spiaggia a fare i castelli di sabbia con papà, le onde del mare lo distruggevano sempre, così ho detto al mare di non farlo e sono scomparse le onde.»

«Ne hai mai parlato con qualcuno oltre a me?»

«No, nessuno mi avrebbe creduto. Mi accadono da quando sono nata credo, non sempre però.»

«Capisco. C'è uno schema in tutto ciò. Le situazioni che mi hai raccontato sono legate a specifiche emozioni che provavi in quei momenti, rabbia e in questo momento felicità. Ti andrebbe di fare qualche esperimento insieme?»

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora