Capitolo 37

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Capitolo 37


In pochi giorni, la Cerchia dei Mille aveva ultimato i preparativi per il piano. Al sicuro da occhi indiscreti, in un vecchio magazzino abbandonato, aspettavano impazienti gli ordini di Vector. L'imperatore camminava avanti e indietro nella sua forma umana, nervoso.

«Quella donna, Jessica, ha un'arma in astralite. Come può un umana esserne in possesso? Dice di lavorare per il governo americano, forse dovrei fare un giro nell'area 51.»

"È più pericolosa di quella stupida mocciosa umana, atteniamoci al piano ma con più attenzione."

«Perfetto... Patrishka tu rimani qui di guardia con la squadra gialla, squadra blu con me, squadra rossa in postazione. È il momento di entrare in scena.»

I vari gruppi si separarono esaltati, attendevano da secoli di tornare all'azione più violenta e crudele. Vector indossò una camicia arancione, dei pantaloni e un gilet neri; doveva essere impeccabile per il suo appuntamento.


«Che ne dici?» domandò entusiasta Merag.

«È stupendo» rispose Jessica guardandosi allo specchio.

Qualche giorno prima aveva ricevuto una lettera dolcissima, scritta a mano da Rei, in cui le chiedeva un appuntamento. L'astrale ne era rimasta inizialmente sconvolta, ma subito nella sua testa si formò l'idea di sfruttare la situazione. Merag le aveva cucito un abito sarafan rosso e bianco per l'occasione, sperando che sarebbe piaciuto a Vector. Il loro piano era quello di fargli abbassare la guardia e scoprire le sue intenzioni, meglio ancora il suo piano.

«Nella coppa destra ho inserito il microchip che mi hai dato, non lo noterà. Da qui ascolterò tutto quello che dite e saprò la tua posizione in tempo reale.»

«Ok, vedi di non distruggermi l'appartamento.»

«Si, signora.»

Jessica incontrò Rei fuori dal complesso, seduto su uno scooter nero e un tenero sorriso in viso. Da quel che le aveva raccontato Merag, Vector doveva essere un tipo interessante. Ma dopo gli eventi che lo avevano coinvolto, la bariana affermava che non era più l'amico che conosceva. Quindi doveva fare la massima attenzione e non abbassare mai la guardia.

«Ciao Rei» lo salutò allegramente.

«Ciao. Sei bellissima» rispose arrossendo.

«Grazie. Allora hai un programma o lasciamo decidere al caso?»

«Ho due biglietti per una fiera fuori città» disse passandole un casco.

Insieme partirono spediti, facendo prima un giro per le strade di Heartland e al tramonto uscirono dalla città su una superstrada. Ad un bivio, Rei svoltò verso una strada sterrata tra gli alberi, senza alcuna illuminazione se non quella del mezzo. Jessica aumentò subito la sua guardia, la via era completamente isolata.

Come si aspettava, delle persone accerchiarono lo scooter, che frenò improvvisamente. Rei venne tramortito da una mazza, e lei rimase immobile come aveva programmato. Un colpo le arrivò dietro la testa, stordendola, ma ancora capace di percepire a grandi linee quel che stava succedendo. I due vennero caricati su un furgone dai vetri oscurati, legati e bendati. Jessica si toccò subito il seno con le mani, mandando un segnale a Merag, che la seguiva sulla mappa. Dopo un lungo viaggio, vennero scaricati in un posto isolato privo di rumori.

«Sbendate la donna» disse una voce alle sue spalle.

Jessica riacquistò la vista quel che bastava per vedere un enorme struttura abbandonata, una specie di magazzino con varie stanze improvvisate. Rei venne stordito una seconda volta e portato in una di esse, dietro un tendone nero.

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora