Capitolo 19

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Capitolo 19


Il giorno dopo, come da programma, Patrishka iniziò a lavorare nel complesso residenziale VIP. Si aspettava che i lavori domestici fossero faticosi e consumassero parecchie energie, soprattutto per chi, come lei, non aveva nessuna esperienza. Il suo compito sarebbe stato passare l'aspirapolvere un paio di volte al giorno sui venti piani dello stabile, ma non avrebbe lavorato da sola. Il suo datore di lavoro le presentò tre donne di mezza età, pettegole e birichine. Appena il capo le lasciò da sole nella stanza sotterranea, dove erano sistemati gli attrezzi da lavoro e le divise, subito presero confidenza.

«Ciao, io mi chiamo Ai, piacere di conoscerti. Sei davvero giovane, dimmi la verità: vuoi lavorare qui perché ci abita il tuo fidanzatino» iniziò una di loro mentre si preparava.

«Così la spaventi! Non fare caso a quella vecchia pettegola, io sono Hana, è un piacere conoscere una ragazza così giovane e intraprendente.»

«Senti chi parla, non eri tu l'altro giorno che spiavi la nuova inquilina? Ah, io sono Hoshie, piacere di conoscerti. Mi potresti ripetere il tuo nome?»

«Mi chiamo Patrishka... Come funziona l'aspirapolvere?»

La bariana indossò velocemente la divisa, composta da una camicia e una gonna blu lunga al ginocchio, con un grembiule bianco. Osservava spaesata gli elettrodomestici come se fossero dei mostri tecnologici e si malediceva mentalmente per quello stupido piano. Stava iniziando a credere che Durbe avesse ragione, quando l'avvertì prima di arrivare sulla Terra che le strategie e le tattiche di Vector erano inattendibili. E subito le tornò alla mente una delle poche frasi di sua nonna che avessero un senso: 'segui il tuo istinto e sbaglia con la tua testa'.

Hana le spiegò come funzionasse l'aspirapolvere e subito si misero a lavoro. Dall'ascensore di servizio arrivarono al primo piano e le tre pettegole iniziarono subito a fare gossip su un giovane inquilino che corteggiava la receptionist del turno di giorno.

Patrishka le ignorò per tutto il tempo e approfittò della loro conversazione per leggere le varie etichette degli appartamenti, con la scusa di passare l'aspirapolvere accostata le pareti. A differenza del suo stabile, questo riportava i nomi degli affittuari sotto i numeri, quindi sarebbe stato facile trovare Ryoga Kamishiro. Non si era mai chiesta come facesse Vector a conoscerne il cognome, e non le interessava più di tanto. Voleva solamente trovarlo il più velocemente possibile così da non dover sentire più le colleghe starnazzare.

Dopo cinque ore di lavoro, arrivò al ventesimo piano stremata. Reggendosi all'elettrodomestico, camminò lentamente accostata alle porte e continuò a leggerne i nomi. Ma anche su quel piano neanche l'ombra del suo obbiettivo.

"Ci sono solo venti piani; forse non c'è il suo nome sulla porta, ma quello di qualche parente. Potrei chiedere a quelle pettegole, ma poi mi farebbero troppe domande."

«Patty abbiamo finito il primo giro, ora possiamo pranzare.»

La bariana si arrabbiò, non le piaceva che storpiassero il suo nome, ma rimase in silenzio e le seguì nell'ascensore. Ritornarono nella stanza sotterranea per posare gli elettrodomestici e si diressero poi al piano terra per uscire dall'edificio dalla porta di servizio.

Una volta fuori, aggirarono il complesso e all'entrata Patrishka incrociò Shark. Si osservarono guardinghi per pochi secondi, poi come se niente fosse successo si salutarono con distacco e proseguirono per le loro strade. Subito Ai la prese sottobraccio e iniziò a chiederle del suo rapporto con il giovane, seguita a ruota dalle altre due.

«L'ho conosciuto ieri, non è un tipo amichevole.»

«Sei interessata, non è vero? Possiamo dirti molto su di lui, lo conosciamo da quando era un bambino» disse Hana.

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora