Capitolo 48

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Capitolo 48


Astral tornò pimpante al fianco di Yuma, raccontandogli di aver ricordato l'architettura del mondo astrale dopo la conversazione con Rio. La ragazza li osservava parlare allegramente da lontano, venendo affiancata da un Thomas demoralizzato.

«Allora ci vediamo in giro» le disse, allontanandosi a passi lenti e pesanti.

«Aspetta, perché sei giù di morale?» domandò preoccupata.

«È solo che non ti capisco. Mi riempi di speranze poi ritiri tutto, e poi di nuovo speranze. Cosa vuoi da me, un amico o qualcosa di più? Questo tira e molla non ci fa bene.»

«Ma non stiamo insieme.»

«Appunto per questo è peggio. I nostri incontri casuali finiscono sempre con tu che mi coccoli e poi mi respingi. Se vuoi qualcuno con cui avere rapporti occasionali, non sono quello giusto. Al mio fianco voglio qualcuno con le idee ferme e decise, e tu non le hai.»

«Mi dispiace, non voglio illuderti. È solo che...»

«Scusami tu, forse è meglio se mi faccio da parte, visto che alla fine ti piaccio solo perché ti ricordo il tuo ex.»

Four corse via senza voltarsi, neanche quando Merag gli urlava di fermarsi mentre lo seguiva. Si asciugò le lacrime con la manica della sua camicia di lino, urtando le persone che passeggiavano per le strade. Fece perdere le sue tracce e si fermò al suo locale, crollando sul divanetto. Aveva ancora il braccio fasciato, la firma di Rio con i cuoricini spiccava sulle altre scritte. Voltò la testa per rimuoverla dal campo visivo, e iniziò a dirsi tante frasi poco belle sul come si fosse illuso che la ragazza provasse qualcosa per lui.

«Sono un deficiente!»

«Non lo sei, ragazzone» gli disse Jeiha, stringendolo in un abbraccio.

Dopo essersi rivelata a Four nelle sue vere sembianze, il loro rapporto di padrone ed animale domestico si evolse in una bella amicizia. E la donna sapeva benissimo cosa stesse provando in quel momento, perché in precedenza Merag le aveva spezzato il cuore allo stesso modo.

«Si, invece, mi sono illuso che continuando a provarci alla fine lei... Lei... Sono un idiota.»

«Non lo sei. Forse è proprio questo il problema, sai. Hai forzato le cose e si è chiusa a riccio, come fa sempre.»

«Parli come se la conoscessi.»

«Oh si, la conosco da più tempo di quanto immagini. È fatta così, appena si fa avanti un possibile interesse romantico, scappa via perché ha paura.»

«Con me è diverso, mi pensa solo perché le ricordo il suo ex.»

«No, no. Questo è quello che pensi tu. Lei ha paura di non raggiungere le tue aspettative, me l'ha detto.»

Thomas la guardò stupito, ormai aveva terminato le lacrime e i singhiozzi. Ascoltò attentamente la bariana, che le raccontò di una conversazione avuta il giorno prima.

Quella sera, verso mezzanotte, Merag continuava a rigirarsi nel letto, non riuscendo a prendere sonno. Allora si alzò ed indosso una giacca sopra la sua tutina da notte in seta, si allacciò le scarpe ed uscì di nascosto con Brumi. Fece un giro intorno al complesso, poi si allontanò sempre di più, vagando senza una meta. I suoi piedi la portarono sul lungomare, dove si trovava lo Shining's, il locale di Thomas. All'interno la luce era accesa, Jeiha stava leggendo un libro di storia preso in prestito dalla libreria di Michael senza chiedere. L'ancella la fece accomodare, sorpresa di vedere un cane al suo seguito. Rio le parlò di come avesse trovato il cucciolo e del collegamento con la sua predizione, che si rivelò totalmente corretta. In seguito confidò le sue paure sulla possibilità di avere una relazione con Thomas.

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora