Capitolo 34

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Capitolo 34


Non solo Merag sentiva la mancanza degli imperatori, anche loro avvertivano il vuoto che lei, e forse Nash, lasciarono nei loro cuori. Arito e Girag avevano anche altri pensieri per la testa, il loro amato Grigio stava male e si rifiutava di ammetterlo.

«Dovremmo fare qualche ricerca in biblioteca» propose il più robusto, mentre sollevava due enormi cristalli grezzi.

«Si, il custode può darci qualche libro sulle malattie e confrontare i suoi sintomi» rispose l'altro spostando una carriola piena del materiale rosso.

I due imperatori mettevano sempre a disposizione la loro forza per aiutare gli abitanti. Quella mattina Durbe accolse a palazzo un uomo saggio molto stimato, capo dei lavori pubblici. Gli propose un nuovo progetto per vari siti culturali, dove gli abitanti potrebbero riunirsi e studiare la storia antica attraverso delle sculture di cristallo. L'imperatore accettò volentieri e la voce raggiunse anche i due forzuti, che subito si misero all'opera.

«Adoro i lavori pubblici, sono un'ottima fonte di allenamento e sono utili a tutti» disse Arito, portando il carico ad uno dei lavoratori.

«Merag avrebbe adorato questo progetto» rispose Girag rattristandosi.

«Si, manca molto anche a me. In fondo è grazie a lei che siamo diventati imperatori, ha visto in noi qualcosa di speciale.»

«Secondo te è... morta?»

«Chi può dirlo, sicuro mi dispiace più per lei che per Nash. Era diventato insopportabile.»

Girag lo zittì con una forte pacca sulla spalla. Si guardò attentamente intorno, constatando fortunatamente che nessuno aveva sentito quella affermazione.

«Ma sei matto? Regola numero uno, mai parlare male di quella persona davanti alla gente. Sai come si irritano, hanno costruito in suo onore una statua alta cento me al centro della città.»

«E niente per Merag... Scusami, solo che dopo quello che ha fatto a Jeiha. È stato davvero crudele. E non lo dico perché avevo una cotta per lei, sia chiaro.»

I due imperatori tornarono a lavorare, cercando di tenere la mente occupata per evitare brutti pensieri.

Nel frattempo, nella torre più alta del palazzo reale, Durbe sonnecchiava tranquillo con la testa appoggiata sul tavolo. Ultimamente gli capitava spesso di addormentarsi mentre lavorava alle sue ricerche, essere arrivato ad un punto morto gli faceva questo strano effetto.

Qualcuno bussò alla porta, facendolo saltare e cadere all'indietro dallo sgabello di cristallo. Sentendo l'urto, la persone oltre la porta si allarmò.

«Padre tutto bene?» domandò Patrishka.

«Si, non ti preoccupare» rispose alzandosi.

Riprese le sue sembianze da bariano e uscì dalla stanza alla velocità della luce, chiudendola subito.

«Ma si può sapere cosa ci tieni lì dentro?»

«Niente di importante. Ti serve qualcosa?»

«Non vedi tua figlia da un mese e questo mi chiedi?»

«Ti conosco troppo bene, vieni da me solo per tue esigenze. Non per salutarmi e sapere come sto.»

«Ovviamente, sai sempre tutto.»

Durbe condusse la figlia nelle sue stanze, accomodandosi con lei sul letto. Si poggiò alla testiera e chiuse gli occhi, preparandosi mentalmente ad una richiesta tanto assurda che, sicuramente, proveniva da Vector.

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora