Capitolo 54

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Capitolo 54


Rio si svegliò credendo di aver sognato tutto. Il giorno precedente fu un esplosione di emozioni e rivelazioni difficile da digerire. Ma trovandosi sotto le lenzuola con la zia e il fratello che dormivano russando, si rese conto che tutto fosse avvenuto così come lo ricordava.

Quello che la sconcertò più di tutto fu la probabilità che Durbe avesse ereditato il grande potere di sua madre. Un conto riguardava l'essere in grado di conoscere passato, presente e futuro; una dote che si poteva apprendere misteriosamente come fatto da Jeiha, ma l'altro era possedere la telepatia quando si è la persona più logica e razionale dell'intero universo. Il Grigio, per quanto ricordasse, non aveva mai realmente compreso il presunto dono di sua madre e neanche gli interessava. Rimuoveva tutta l'eccitazione di fare nuove scoperte, le diceva spesso. Lui adorava i rompicapi e gli enigmi, e le persone rappresentavano il soggetto perfetto. Telepatia significava che studiare non gli servisse più a niente; che vivere sarebbe inutile senza avere dei misteri da risolvere.

Questa prospettiva Merag non la gradiva per niente.

La lunga dormita le aveva fatto elaborare tutto a mente fredda, arrivando alla conclusione che, in effetti, riflettesse troppo. Prima che suo fratello Nash fosse eletto primo imperatore di Barian, lei non pensava così tanto, a volte neanche lo faceva. Agiva di pancia, senza considerare le conseguenze delle sue azioni.

Forse quel suo vecchio atteggiamento sarebbe stata la rottura del circolo vizioso, si disse. Osservò il soffitto per un po', prima di dare un pizzicotto sulla guancia di Ryoga.

«Le mie tette non sono un cuscino.»

«Cosa dove quando?» si allarmò il ragazzo, alzandosi velocemente.

«Veramente stavi sul mio addome, ma così ero sicura che ti spostavi » rispose ridendo.

«Ti odio.»

«Non litigate e lasciatemi dormire» mugugnò la zia nel sonno.

I gemelli si guardarono in segno di sfida, poi scattarono entrambi verso il bagno. Rio arrivò per prima e lo chiuse fuori, continuando a ridere. Il fratello le disse che la prossima volta sarebbe finita diversamente mentre correva al bagno del piano inferiore.

"Ci siamo capiti con uno sguardo... Jeiha ha torto, Thomas non è l'unico stimolo di cui ho bisogno" pensò Merag sorridendo.

Dopo la colazione, uscirono dallo chalet per una passeggiata. L'abitazione era isolata su una collina, circondata da un boschetto. I due ragazzi si stringevano sotto l'ombrello, mantenuto da Shark, e camminavano tranquillamente sul prato bagnato. Fecero un lungo giro attorno l'abitazione, in silenzio. Rio adorava quella calma e tranquillità non comuni ad una Heartland piena di rumori e movimento.

«Come ti senti? Ieri è stata una giornata estenuante» le domandò Ryoga a voce bassa.

«Non lo so, è tutto così strano... Più del solito. Tu invece?»

«Devo ancora digerire quel che ha detto zia Mariko.»

Proprio quando stava per rispondergli, lo sguardo severo di Nash comparve sul volto di Ryoga. In passato, dopo la sua relazione clandestina con Jeiha e il successivo esilio della donna da parte del leader, Merag vedeva quell'espressione facciale tutte le volte che incrociava il fratello nel palazzo reale. Non riusciva a capire se fosse disapprovazione, rabbia, o tristezza. Gli voleva un mondo di bene, nonostante tutto il male che le avesse fatto, e non sopportava vedere quel volto indecifrabile. Ma se all'epoca gli fu impossibile potersi chiarire con Nash, ora non aveva più di fronte quel muro invalicabile di orgoglio e pregiudizio.

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora