Capitolo 39

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Capitolo 39


Thomas si perse negli occhi rossi di Rio, avevano una luce incantevole, che ti mozzava il fiato. Esitò per un istante, poi le prese il viso tra le mani e le diede un bacio sulla fronte, uno dei più dolci e inaspettati che Merag avesse mai ricevuto.

«Ci vediamo domani mattina, buonanotte» le disse uscendo dalla stanza, rosso in viso.

Corse per le strade affollate, incurante degli sguardi che gli rivolgevano i passanti. Aveva una meta precisa, lo Shining's. Gli operai avevano ricoperto le facciate esterne con delle impalcature, lasciando un piccolo spazio per entrare all'interno del locale. Thomas aprì la porta e si chiuse dentro, accendendo la lampada a batteria poggiata su un tavolo. Sprofondò nell'unico vecchio sofà rimasto, costringendo Fiocco di Neve a liberare il suo cappuccio.

«L'ho baciata, questa volta per davvero. Non sto sognando?»

Il batuffolo bianco gli fece le fusa e si fece accarezzare come segno che fosse tutto reale. Lo sguardo del giovane si posò su un dipinto appeso dietro il bancone, circondato da vecchie bottiglie di liquori ed alcolici. Raffigurava il suo bisnonno quando era giovane e la sua trisnonna che gli porgeva una katana.

«Mamma adorava quel quadro. Il mio bisnonno le raccontava molte storie sui suoi antenati samurai. Mi sarebbe piaciuto conoscerlo... Questo posto mi rende nostalgico. La katana deve essere sotto il bancone.»

Thomas si alzò lentamente e con calma raggiunse il banco da barista. Controllando l'interno inferiore trovò un pulsante nascosto, che una volta premuto fece aprire un cassetto stretto e lungo. Al suo interno un contenitore rettangolare di legno di ciliegio, con delle incisioni in carattere giapponese.

«La katana del maestro delle lame. Solo i più degni sono in grado di brandirla» lesse sfiorando la scritta con le dita.

Sollevando il coperchio, appoggiato su un cuscino scuro, si trovava una lunga katana con una lama scintillante, probabilmente di acciaio, con un impugnatura rossa e un fodero del medesimo colore poggiato accanto. Sembrava come se fosse stata appena forgiata e non vecchia di secoli. Thomas la prese tra le mani, era estremamente leggera e dava l'impressione di potersi spezzare da un momento all'altro. Si mise al centro della stanza e iniziò una sessione di allenamento con l'aria, per familiarizzarci. Perse la cognizione del tempo, completamente concentrato sul suo avversario immaginario e sulle tecniche offensive e difensive.

Passata la mezzanotte, qualcuno bussò alla porta del locale. La voce tremante di Rio all'esterno lo colse alla sprovvista, si appuntò l'arma alla cintura e sbloccò la serratura. Merag entrò con lo sguardo teso e stanco. Aveva gli abiti sporchi di sangue e premeva un assorbente sul fianco, da cui sgorgava il liquido. Si accasciò sull'amico, priva di forze.

«Cosa è successo?»

«Qualcuno mi ha aggredito. Non l'ho visto, ma ha detto di essere un complice di Vector e che questo era un avvertimento per domani.»

Thomas la prese in braccio e la sistemò sul sofà. Chiamò Michael, che gli diede istruzioni passo passo per disinfettare e fasciare la ferita. Rio aveva perso molto sangue e il suo colorito pallido divenne cadaverico.

«Non chiudere gli occhi, resta con me. Concentrati su di me» le diceva Thomas, stringendole la mano.

«Mi sento così debole... Cos'è questo calore?»

Fiocco di Neve le saltò addosso, poggiandole sul petto un anello dorato, con una pietra rossa incastonata. Il gioiello si illuminò per pochi secondi, avvolgendo la ragazza con una luce rossa.

«Il mio anello, dove lo hai trovato?»

«Me lo ha affidato Spada Rosa, insieme al gatto. Ma era nel portagioie, che strano.»

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora