Capitolo 40

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Capitolo 40


Sorpresa da quella rivelazione improvvisa e totalmente innecessaria, Merag trascorse il viaggio in auto verso la torre silenziosa e fin troppo pensierosa. La sua agitazione non passò inosservato, come il suo giocherellare ossessivo con l'anello dalla pietra rossa. Chris era certo che la ragazza non lo avesse il giorno prima e, dato che aveva trascorso la notte con il fratello al locale, poteva significare solamente che glielo aveva regalato lui.

«Sei sicura di volerlo fare?» domandò Four, stringendole la mano.

«Si. È solo che sono preoccupata per voi, quegli alieni sono senza scrupoli e pericolosi.»

«Finché saremo insieme, nulla andrà storto.»

«Ti fidi troppo di me.»

«Dovresti farlo anche tu. La tua amnesia è passeggera, ce lo dimostri ogni giorno: quando ti si illuminano gli occhi, quando fai citazioni a film e serie TV, quando parli di qualche avvenimento buffo che ti è capitato, e quando Shark si lamenta sempre del rumore della macchina per cucire.»

«Si è sempre lamentato, veniva in camera mia a staccare la spina tutte le sere prima di cena.»

Merag fece leva con le mani sulla spalla di Thomas per dargli un bacio sulla guancia, come ringraziamento del suo supporto. Il giovane divenne rosso come i suoi capelli e Five non poté che accennare un sorriso, osservando la scena dallo specchietto retrovisore. Ma se da un lato era contento che il fratello avesse trovato qualcuno di speciale, non riusciva a vedere completamente di buon occhio Rio, soprattutto dalle ricerche che aveva svolto in segreto sul suo albero genealogico. La madre Reiko e il padre Eichi per ben dieci anni dal loro matrimonio non riuscirono ad avere figli, tanto che i medici credevano che erano entrambi incapaci. Poi un giorno, la donna partorì due gemelli senza sapere di essere incinta. La notizia fece scalpore sui giornali locali dell'epoca, dato la fama di fumettista del signor Kamishiro. Quella storia non quadrava, e non riusciva neanche a spiegarsi perché i due bambini vennero affidati alla zia single, sorella della madre, e non a uno degli zii sposati, fratelli del padre.

«Chris facevamo prima a piedi» gli disse Four, sporgendosi in avanti ad osservare la fila di auto davanti a loro.

Quella mattina la strada era molto trafficata, dato che Faker aveva ordinato di chiudere alcune vie per dei lavori inesistenti, l'unico modo per tenere lontani e al sicuro i cittadini quando sarebbero arrivati i bariani.

«Sai una cosa, non importa il codice stradale, questa è un urgenza» rispose spingendo il fratello sul sedile posteriore.

Sterzò bruscamente verso destra, percorrendo la corsia libera al contrario. Al posto di blocco qualche chilometro più avanti, mostrò un'autorizzazione alla polizia stradale, che lo lasciò passare sulla strada chiusa. In quel modo arrivarono alla torre in un lampo.

Prima di varcare la soglia del salotto degli incontri, nome equivoco utilizzato da tutti, Chris si fece promettere che la sua violazione rimanesse tra loro.

«Ce ne avete messo di tempo» disse stizzito Kaito, mentre il padre si accertava del suo equipaggiamento.

Il ragazzo indossava un completo SWAT nero, che lo rendeva irriconoscibile. Lo stesso anche da Yuma, che era fin troppo eccitato, e che Five iniziò a infilarsi, aiutato dal padre. Il Club dei Numeri e Ryoga portavano il tipico abbigliamento degli addetti ai lavori stradali, con il giubbotto fluorescente e i caschi protettivi. Three e Fuya sarebbero stati gli unici a rimanere con i loro vestiti, dato che avrebbero lavorato in incognito dentro il furgone.

«Ecco il vostro equipaggiamento» disse Michael, porgendo dei giubbotti antiproiettile, dei caschi e due ricetrasmittenti a Thomas e Rio.

«Ho sempre desiderato averne uno» rispose il primo, indossandolo all'istante.

Il Misterioso Caso di Merag KamishiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora