Ho bisogno che vivi

Capitolo 47

Passiamo la serata a casa sua, gli avevo chiesto io di non uscire in quanto volevo evitare il più possibile foto e persone, ero già molto agitata così senza dover caricarmi maggiormente.
Dopo due ore mi arriva una chiamata da Eva che mi fa capire che il tempo è finito.
L:"devi andare?"
"Si mi ha chiamata che stanno iniziando a caricare i bagagli in macchina"
L" ti riaccompagno prima però ti volevo dare una cosa"
Si allontana e va nella camera da letto, ormai conosco la disposizione della casa e un po' mi ci sono affezionata, anche se non è tanto che ci frequentiamo per ogni angolo della casa ci sono dei ricordi diversi e non solo ricordi intimi ma ricordi anche con una carica emotiva molto forte.
Ad esempio nell'angolo tra la camera da letto e la stanza degli ospiti ci sono due poltrone vintage, particolarmente grandi sulle quali grazie a qualche bicchiere di vino lui mi ha raccontato di aver perso la sorella in un incidente e che tutt'ora capita che la notte sogni ancora l'incidente, è successo tutto a causa di un momento di distrazione da parte dei genitori e la bambina è finita in mezzo a una strada attratta da una farfalla. Mi vengono i brividi, in quel momento mi ricordo i suoi occhi che è come se avessero cambiato colore e fossero diventati grigi.
Torna in soggiorno dove io mi ero rimessa la giacca di pelle e mi sorride quasi intimidito di quello che sta per fare
L "è una cavolata però per me ha un significato immenso e voglio che la tenga tu"
Non capendo lascio che si avvicini e posizionandosi alle mie spalle mi lega una collana d'oro con un ciondolo dello stesso colore che rappresenta una farfalla
"No non posso tenerla davvero è troppo importante"
L" no adesso ti spiego perché voglio che tu ce l'abbia"
Si siede di fianco a me sul divano e mi guarda negli occhi
L" questa collana è di mia sorella, era stato un regalo e lei diceva sempre che le piaceva perché era convinta che le portasse fortuna, inoltre una signora le aveva detto che quando vedeva delle farfalle significava che l'universo le stava dicendo che la strada che stava percorrendo era giusta. Universo o no, quel giorno non la indossava, se l'era tolta perché la notte prima aveva avuto un incubo e diceva che si sentiva soffocare." Fa una pausa e deglutisce come a mandare indietro i pensieri, mi prende le mani e torna a guardarmi. "Non l'ho mai più toccata da quel giorno, però penso che forse un porta fortuna ti serve e voglio che tu sappia che sono sicuro che stai percorrendo la strada giusta. Sono consapevole che tra di noi non può funzionare, siamo molto diversi e abbiamo due vite all'opposto, sarebbe una sofferenza per entrambi. Voglio che questa farfalla tu la tenga per avere un mio ricordo, voglio che tu sappia che mi potrai sempre chiamare, qualsiasi cosa succeda tu avrai sempre un amico al di fuori del tuo mondo malato, come lo chiami tu, che sarà sempre pronto ad ascoltarti. Sono molto orgoglioso di averti conosciuta come persona."