(Questo capitolo tratta momenti molto delicati con dettagli crudi, in caso vi doveste sentire a disagio o doveste aver subito qualsisi tipo di violenza, in primo luogo vi sono vicina e in secondo luogo saltate il capitolo. Grazie)
Mio padre entra nella stanza in cui sono stata chiusa per diverse ore, sento la puzza di alcol vedo che come prima cosa inizia togliersi la cravatta. Cerco di schiacciarmi contro un angolo e lo imploro di lasciarmi, quelle suppliche diventano una richiesta di morte, gli chiedo di ammazzarmi, non ho piu' forze per reagire.
Ridendo mi solleva dalle braccia facendomi gemere dal dolore causato probabilmente da una frattura, mi lancia sul letto, mi spoglia strappandomi via di dosso tutti i vestiti, io mi dimeno, lo colpisco con calci fino a quando mi afferra una caviglia e mi tira verso di lui. Mi tocca tutto il corpo mi tira schiaffi sento che sto perdendo i sensi e inizio ad aver paura perché se svengo non sapro' mai cosa mi ha fatto, anche se sono anni che mi fa qualsiasi cosa. Vedo che si abbassa i pantaloni io ricomincio a dimenarmi ma un'altro uomo entra e inizia a tenermi per le spalle in modo da non farmi alzare, quando sta per avvicinarsi con il suo membro, mi sveglio sento delle braccia tenermi per le spalle e inizio ad agitarmi ancora di piu'. Non riesco a prendere aria sono in iperventilazione sto sudando, tremo non controllo il mio corpo cerco di schiacciarmi allo schienale del letto fino a quando un figura nel buoi accende la luce e si avvicina con calma, impiego diversi minuti a metterlo a fuoco.
Quando riconosco Damiano mi sento sollevata e lascio cadere la testa sulle mie ginocchia e cerco di riprendere fiato, si siede di fianco a me, appoggia la mano sulla mia testa ma la ritrae quando io mi spavento per il contatto. Mi porta una felpa molto larga e mi aiuta a metterla, non dice niente si siede di fianco a me io contino a rimanere rannicchiata e a guardare fuori dalla finestra, dopo una buona mezz'ora quel silenzio si rompe
D : "posso chiederti una cosa?" Ha una voce cosi' sottile come se avesse paura di spaventarmi, mi giro verso di lui e lo guardo negli occhi facendo cenno di consenso.
D : "ti ha fatto del male quello con cui sei uscita?"
Nego sempre con la testa, non riesco a parlare come se non avessi le forze di aprire la bocca, lui si avvicina e allunga una mano in mia direzione, io gli porgo la mia. Alza la manica e nota che ci sono dei graffi profondi, mi lascia li', prende del cotone con il disinfettante e me lo passa su tutte e due le braccia e anche sulle gambe, con un estrema delicatezza e castità.
Ritorna sul letto, appoggia la schiena allo schienale e apre le gambe e le braccia, io mi appallottolo in mezzo appoggiando il profilo del viso al suo petto e lui chiude le braccia facendomi da scudo e accarezzandomi di tanto in tanto. Sto ancora tremando per la paura che mi e' rimasta addosso e nonostante cerco di stare sveglia sento la stanchezza impossessarsi del mio corpo, rendendo questa battaglia con me stessa ancora più complicata.
D: "chiudi gli occhi"
: " non voglio, ho paura"
D : "ci sono qui io, se vedo che ti agiti ti sveglio"
: " ho paura di farti male, quando gli incubi sono cosi' nitidi non e' facile svegliarmi, ci aveva provato una volta Eva e inconsciamente lo spinta facendola cadere"
D : "sogni tuo padre?"
: " non e' un sogno e' piu' un ricordo molto presente e reale, ho sentito la porta della mia vecchia camera sbattere, ho sentito la paura quando ho visto che si iniziava a togliere la cravatta, ho sentito la fatica nelle gambe nella speranza di respingerlo, sentito un'altro uomo prendermi le spalle per tenermi ferma. Sono tutte cose vere che sono successe davvero e che sento addosso come se fossero successe ieri, sento il suo odore, sento la puzza che c'era in quella camera, sento i dolori che avevo per tutto il corpo, percepisco il letto umido" mi fermo perche' mi rendo conto che sto tremando piu' di prima e perche' sto scavando troppo in quelle sensazioni che mi stanno soffocando.
:"scusa non volevo svegliarti o farti sentire tutto questo"
D: "ma cosa stai dicendo, non tenermi lontano ti prego"
: "io non voglio che vedi questo, non voglio che hai questo peso"
Non risponde mi stringe un po' di piu' e con calma mi fa sdraiare sotto le coperte, mi tira a se facendomi poggiare la testa tra la spalla e il petto, mi tiene ancora più' vicina tenendomi per la vita, mentre sto cedendo al sonno mi aggrappo istintivamente alla sua felpa come nella speranza di avere un appiglio in caso di bisogno.
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Ho bisogno che vivi
Fiksi RemajaNon per tutti il successo e' bello come sembra sulle storie instagram Ho sempre imparato fin da piccola a dover combattere ed entrando in questo mondo e' diventato sempre piu' difficile riuscire a togliere tutte quelle maschere che la vita mi aveva...