Capitolo 25

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D : "Camy vieni? Mi sto addormentando"
"Si scusa arrivo"
Salgo le scale preceduta dal ragazzo che entra nella sua camera e tenendo la porta aperta per farmi passare. Una volta che entro vedo le valige fatte e mi si gela il sangue, collego subito che tra poche ore sarà il 15 Maggio, giorno in cui i ragazzi tornano a Roma per un periodo ancora da definire.
D : "non ti ricordavi"
"No mi ero dimenticata"
Senza guardarlo apro la finestra ed esco senza aspettarlo e sempre facendo finta di niente mi siedo sul solito divanetto e mi accendo la sigaretta
D: "come stai?"
"Bene bene, pronto per tornare?"
D : " no in realtà no"
"E perche' scusa?"
D : "mi sono abituato ad averti attorno ormai e' come se tu fossi una di noi "
"Esagerato"
D : "perche' devi fare la stronza? Guarda che lo so che anche tu ci stai male per questa cosa ed e' normale abbiamo vissuto tutti insieme per un mese, abbiamo legato tantissimo"
"Non ci sto male e secondo me stai facendo un melodramma per una cazzata" ovviamente non l'ho minimamente guardato in faccia mentre dicevo questo, mi sento il cuore esplodere nel petto e sento le mani iniziare a tremare
D : "sei una bugiarda e sai perché lo dico?"
"Perche' sentiamo"
D : " Perche' non hai il coraggio di guardarmi mentre lo dici"
Rispondo alla provocazione girandomi e guardandolo negli occhi e sento che mi si forma un nodo in gola ma non posso cedere, non posso e non voglio far vedere che mi sono affezionata più di quello che avrei dovuto
"Te lo devo ripetere?"
D : "si guardandomi negli occhi pero'"
"Stai facendo un melodramma inutile e no non ci sto male, vuoi sapere di più? Una volta che uscirete di qui nessuno di noi ricorderà più niente di quello che e' stato e tutti torneremo alle nostre vite e quando ci incontreremo sarà già buona se ci saluteremo con un gesto di mano. Soddisfatto? Sono stata abbastanza sincera adesso?"
Lui abbassa gli occhi e io muoio dentro, non riesco più a gestire questa situazione cosi' decido di buttare la sigaretta e raggiungere la mia camera senza salutarlo, senza dargli la buona notte e senza aspettare la sua.
Entro prima nella mia camera e poi nel mio bagno dove dopo poco tempo mi immergo nella vasca calda che pero' non riesce a calmarmi come speravo. Voglio piangere ho la necessità di piangere e invece non esce nessuna lacrima dai miei occhi. Esco dalla vasca con ancora il nodo in gola che sembra impedirmi di prendere respiri profondi, mi metto sotto le coperte e inizio a girarmi di continuo, inizio a sudare cosi' decido di togliere i pantaloni della tuta, mi rimetto a letto e ricomincio a muovere nervosamente cuscini e coperte nella speranza di addormentarmi e invece niente. Guardo l'ora per la quarantesima volta nelle ultime due ore, sono le tre di notte e sto letteralmente morendo di sete. Scendo le scale per raggiungere la cucina e mi accorgo che il nodo alla gola sommato alla gola secca mi stanno rendendo la respirazione difficile. Finalmente bevo un bicchiere d'acqua che forse appoggio un po' troppo forte sulla superficie creando un rumore fastidioso soprattutto a quell'ora. Rimango a guardare fuori dalla finestra e vengo interrotta proprio da Lui che capisco essere nella mia stessa situazione, senza maglietta con il viso distrutto dall'insonnia. Gli passo di fianco e procedo nella mia direzione per salire, lui mi prende un braccio per farmi girare me rimaniamo praticamente uno di spalle all'altro, nessuno dei due riesce a fare la prima mossa e nessuno dei due riesce a muoversi da li
"Cosa c'e' Damiano?"
Rimaniamo nella stessa posizione uno di schiena all'altro con la sua mano attorno al mio polso
D : "perche' non riesci a dormire?"
"Si' che riesco, mi sono svegliata perché avevo sete"
Mi lascia il braccio e io continuo la mia strada mentre lui penso che sia rimasto li' immobile.
Torno nel mio letto che e' umido a causa del sudore cosi' decido di aprire la finestra e far cambiare aria e nel mentre mi siedo sui divenenti, e' brutto rimanere da sola ma lui sembra leggermi nel pensiero e senza chiedere permesso entra nella stanza e mi raggiunge prendendo posto di fianco a me. Non mi spavento anzi si può dire che lo stavo aspettando.
D : "non volevo fumare da solo"
"Neanche io"
D : "perche' allora non sei venuta tu da me?" Queste battute ce le scambiando senza guardarci come se fosse quasi un dialogo ognuno con se stesso
"Perche' sapevo che saresti venuto tu"
D : "e come?"
"Perche' siamo spaventosamente uguali Damiano"
Cala di nuovo il silenzio e continuiamo a fumare la nostra sigaretta, io la finisco per prima e ne accendo un'altra quasi per la paura che quel momento possa finire e vedo con immenso piacere che lui fa lo stesso. Finisco l'altra e sto per prendere la terza lui mi precede e ne accende una terza.
"Hai visto?"
D : "cosa?"
"Siamo identici, stiamo fumando solo per non far finire questo momento"
D : "no, io sto fumando perché ho voglia"
"Menti"
A quell'affermazione ci giriamo entrambi e ci guardiamo negli occhi, abbiamo entrambi il viso rovinato dalla stanchezza, gli occhi tristi e i cuori che fanno male.
D : "vorrei che questo momento durasse per sempre"
"No, non sarebbe bello come lo e' adesso se durasse per sempre. Il bello di questo momento e' che sta finendo, per questo e' carico di emozioni"
D : "e che emozioni senti tu?"
"Solo la stanchezza, l'ho detto solo perché si vede che tu hai molte emozioni addosso" dopo questa frase mi rigiro, per l'ennesima volta mi sono tirata indietro dal dire che mi mancherà fottutamente tanto e che sto morendo dentro all'idea che da domani la mia vita tornerà come sempre priva di risate e insipida come e' sempre stata fino a quel momento.
D : "ora sei tu che menti"
"Non sto mentendo, ti ho dato prova anche prima di quello che pensavo"
D : "allora perche' non riesci a dormire?"
"Per gl'incubi"
D : " come fai a mentire cosi' bene?"
"Ti ho detto che non sto mentendo"
D : "perche' non dici la verità e non dici che stai soffrendo come un cane all'idea che da domani la tua vita tornerà normale"
"Ma chi cazzo pensi di essere? Dio onnipotente? Pensi seriamente che sei arrivato tu e hai stravolto la mia vita e' il caso che ti monti un po' meno la testa, non sei un cazzo di nessuno e la mia vita semplicemente tornerà ad essere tranquilla com'era prima"
D : "continui a mentire, mi sbagliavo sei irrecuperabile, ci stai morendo dentro la tua armatura del cazzo. Torna pure alla tua vita tranquilla del cazzo che io ritorno alla mia con un peso in meno"
Dopo quelle parole se ne va dalla stanza lasciandomi li' sul terrazzo su quel maledetto divanetto con un peso allo stomaco maggiore di quello che avevo fino a prima di quel momento e con un nodo alla gola che non aveva intenzione di passare ma anzi continuava a diventare più ingombrante. Sono le cinque, sono passate altre due sigarette nella speranza di vedere la sua figura entrare nella mia camera ma niente. Mi addormento alle cinque e mezza e mi sveglio a causa di un incubo alle sette e mezza.

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