Passarono ormai, alcuni giorni, dal mio ritorno a casa, ed ero veramente felice, di essere rientrata in patria. Certo, le Canarie erano belle, tranquille..un posto che tutti avrebbero dovuto visitare almeno una volta nella loro vita...ma mai quanto Siviglia e la mia amata Spagna.
Ero incantata allo specchio, tentata di fare una skincare, per curare alcune piccole cose che non mi garbavano tanto nel viso, finché Eneas, energico, entró nella mia stanza, senza nemmeno bussare..ovviamente.
"Ehi!" gli urlai, biasimandolo di avermi fatto spaventare; lo guardai con occhi vispi, cercando di intimorirlo.
Lui mi ignoró completamente, precedendomi, ed andandosi a sedere sul letto, che avevo appena sistemato...da poco, stropicciandolo tutto quanto.
Sbuffai irritata, tornando a concentrarmi sul mio viso, riflesso nello specchio d'innanzi a me.
"Mi accompagni alla partita...oggi?" domandó il minore, con occhi dolci, apparendo dietro al mio riflesso.
La piú grande passione di mio fratello era il calcio..ne era ossessionato!, i pomeriggi li passava soltanto guardando partite o giocando nel cortile.
Ed una delle cose piú angoscianti era accompagnarlo ai suoi allenamenti, o alle partite, che ogni tanto si svolgevano al Camp Nou, ma raramente lo accompagnavamo, vedendo la distanza presente tra Siviglia - Barcellona.
Allenarsi lí costava parecchio, ma fortunatamente non era un problema per noi, probabilmente mio padre ci teneva così tanto..che avrebbe pagato persino tal cifra.
Ma per me, il calcio..o il football..come lo chiamano certi americani era soltanto una noia mortale. Chi pagherebbe un banco di soldi per i biglietti per vedere undici uomini correre dietro ad un pallone?
Non io.
Eneas unii le mani in segno di preghiera, avvicinandosi a me con il broncio, continuando ad insistere sul suo obiettivo che si era imposto.
"No! Cristo" sbottai io, aprendo il barattolo di una crema.
"Ti posso far conoscere un sacco di persone!" continuó il ragazzino, affiancandomi, provando sempre di piú a convincermi.
"Dovrei far amicizia con una banda di bambini?"
chiesi ironica, facendo riferimento alla sua squadra, del Barcellona giovanile.
"Ho conosciuto alcuni del Barça! Tipo Torres!"
insistette ancora, nominandomi cognomi di persone della quale non conoscevo neppure la faccia.
Continuai a scuotere la testa in segno di negazione, provando a farlo arrendere, ma nada!
Il piccolo castano stette in silenzio per un po', riflettendo a quale altra cosa dire o inventarsi, rimanendo con un'espressione dubbiosa ed incerta.
"Porta anche Mireia, ti supplico!" si gettó a terra disperato, inchinandosi sotto di me, quasi piagnucolando.
Era arrivato a tal punto da farmi pietá..non potevo piú dirgli di no, quindi mi toccó cedere alle sue grinfie da fratello minore, sospirando: "Va bene."
Solitamente gli allenamenti si tenevano verso le 18, perció chiamai la mia cara amica, spiegandole la situazione. Lei, una grande ammiratrice dei bambini piccoli, ancora in fase di crescita accettó subito, proponendo di prepararci in videochiamata, e cosí fecimo.
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Millions -'ღ'- Gavi
Fanfiction.・。.・゜✭・.・✫・゜・。. Immagina essere ricchi, vivere in una bella casa, grande e spaziosa e poter soddisfare ogni tua necessità e bisogno. Bene, questa era la mia famiglia, ero frutto di due medici e il mio nome è Catherine Jiménez. Abbiamo origini itali...