16.

778 17 2
                                    


"Che cazzo?" mentre ero al telefono, scrollando nella mia galleria mi accorsi di una notifica da parte del calciatore. Cliccai sul banner, ansiosa, trovandomi davanti la chat, che lessi tutta quanta, fino ad arrivare al messaggio più recente.
"Mi ha chiesto di uscire" dissi ad alta voce, accettando, forse un pó preoccupata su come sarebbe potuta andare.
Fortunatamente ero già fuori, dentro ad un taxi, che mi avrebbe condotto in centro, perció lo comunicai pure a lui.
Viaggiai, appoggiata al finestrino, osservando le persone, ognuna che percorreva la propria vita, chi con un'espressione triste, chi invece, con un volto gioioso, pronto ad affrontare la giornata.
Appena la macchina si fermó a destinazione, pagai ed uscii, incontrando davanti a me Gavi.
All'improvviso mi spaventai, fin quando non lo riconobbi: "Ciao" salutai secca, scostandomi dalla strada e salendo sul marciapiede.
"Cath!" esclamó felice di vedermi, affiancandomi, siccome avevo già iniziato a camminare, senza dargli troppo corda.
"Com..." inizió Pablo, sorridente.
"Perché mi hai chiesto di uscire?" mi voltai stizzita, fermandomi, con i nervi a fior di pelle.
"Volevo vederti, per parlarti" si giustificó, alzando le spalle innocentemente.
Sbuffai, guardando altrove, "Non mi hai manco fatto gli auguri, si, ho diciotto anni adesso, che bello!" dissi, sarcastica, facendo anchio, spallucce.
"Te la stai prendendo per questo?" si infastidì anche lui, gesticolando con le mani.
"Proprio non capisci eh?" sospirai, rassegnandomi, a far capire al calciatore la mia scenata, e il motivo per la quale mi offesi.
Cercó di sorridere, il futuro prodigio del Barcellona"Spiegamelo!"
Negai con la testa, voltandomi e proseguendo per la mia strada, a testa alta, con mille pensieri per la testa, ma soprattutto, con una rabbia furiosa.
Sparii in fretta dal suo campo visivo e infatti dopo poco, mi trovai tra le mani il cellulare squillare, con mille chiamate perse da "Gavi", su instagram, siccome era persino privo del mio numero di cellulare. Sbuffai, creando un alone di vapore nell'aria, dirigendomi peró, a casa di Mireia, che distava poco dal centro, fortunatamente.
Citofonai appena mi trovai di fronte alla sua bella dimora, trovandomi davanti sua madre, Adéla, che subito si degnó di salutarmi, dedicandomi un sorriso. "Mira è in casa?" domandai, aprendo il cancello e avvicinandomi alla donna, che si era fermata sulle scale.
"Certo, entra" mi fece spazio e mi avviai dentro casa, sentendo un bell'odore di stufato, in tutta la sala da pranzo e salotto. "È in camera" mi comunicó, indicandomi il piano di sopra.
Così, gradino per gradino salii, fino a bussare alla sua stanza. "Mamma, ti ho detto non voglio lo stufato!" gridó lei ed io apparii sulla soglia, vedendo subito la sua espressione stupefatta.
"Oh Cath!" corse ad abbracciarmi.
Mi invitó a sedermi sul letto, dove poco prima si trovava lei e cominciai a parlare, di quanto accaduto un'oretta fa, con la famosa celebrità del calcio.
"Tu in amore non ci capisci nulla"
scoppiammo entrambe in una fragorosa risata, sghignazzando sulla sua presa in giro, rivolta a me.
Dopo poco tornai seria: "Non lo amo".
"Certo" sorrise maliziosa, come al suo solito, continuando a parlare: "Peró invece che risolvere peggiori le cose, vuoi o no, almeno rimanerci in buoni rapporti?" domandó dolcemente.
"Okay, okay, va bene!" mi convinse, facendomi cedere.

Millions -'ღ'- GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora