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Tutta la mia vita gira sugli allenamenti di mio fratello? Purtroppo si. Da quando tornai dalle vacanze fui condannata a questa tortura, che peggiore non c'era, ma almeno trovai la scusa di passare più tempo con Mireia.
Anche oggi, come ogni solito Giovedì portai il più giovane dei Jiménez al campo, uno tra i più grandi al mondo tra l'altro.
Aspettammo all'entrata, precisamente in quella dal retro, dove i calciatori in questione entravano.
I miei capelli vennero immediatamente spostati delicatamente dalla brezza autunnale, che pian piano faceva intuire che l'inverno era alle porte.
In effetti, per essere soltanto agli inizi di Novembre, faceva parecchio freddo e tirava una certa arietta non da meno, così mi strinsi nella mio stesso cappotto, mentre ascoltavo le parole della mia amica.
Dietro di me sentii dei passi e con la coda dell'occhio scorsi Eneas, che era giá girato, con degli occhioni illuminati, come se stesse guardando il sole d'Agosto.
Istintivamente, mi voltai anchio, trovandomi davanti a me, una figura poco più alta di me, con dei ricci molto sciolti, che oserei più definire ondulati e dei capelli, per l'appunto, castani, chiari, come i miei, con dei riflessi d'orati.
Squadrai la sagoma, notando la divisa da calcio, tinta di un azzurrino verde acqua e sulle maniche, lo stemma caratteristico del Barcellona, che riconobbi anche sulla maglia di mio fratello.
"Gavi!" lo chiamó, sempre quest'ultimo, esaltandosi di gioia, appena vide la figura del calciatore.
Io lo guardai attentamente, per sbaglio, riuscendo ad incrociare il suo sguardo, il quale sembrava contento di vederci, ma allo stesso tempo, si poteva notare un briciolo di ansia o preoccupazione, per qualcosa sconosciuto a tutti noi.
Il famoso numero 30, mi rivolse un sorriso, come saluto, che ricambiai, cercando di non farlo sembrare troppo naturale.
"Sei Catherine, vero?" domandó il giocatore, voltandosi verso il mio volto, che probabilmente aveva assunto una espressione apatica e priva di ogni emozione.
"Sembrerebbe di sì" lo guardai dritto negli occhi, vedendolo annuire disinvolto, mentre tornó con lo sguardo sul minore. "Tua sorella non sorride spesso, eh?" chiese sarcastico, facendo scoppiare a ridere Mira, incontrollabile come sempre.
Io, a quella domanda, mi scaldai inevitabilmente: "Sarai pure un giocatore famosissimo, ma come ti permetti?" incrociai le braccia, provando una forte antipatia verso quel ragazzo.
"Non prendertela...pace?" allungó la mano, proprio come un bambino, dopo aver litigato con il proprio migliore amico.
Fortunatamente, le porte del Camp nou, dello stadio rosso blu, si aprirono proprio in quel momento, così mi affrettai a correre subito dentro di esso, salendo sulle tribune, per evitare il centrocampista.
Una volta seduta sugli spalti sospirai di sollievo, sentendomi nuovamente libera, tanto da potermi rilassare sul sedile. "Sei diventata timida, d'un tratto?" la bionda si avvicinó a me, insinuando chissà cosa. Io negai, posizionando lo sguardo sul telefono, casualmente rispondendo a qualche messaggio.

Millions -'ღ'- GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora