L'orgoglio che portavo verso il giovane fenomeno del calcio, soprannominato Gavi, mi mangiava dentro e sapevo benissimo che tutta questa situazione l'avevo creata io, avevo fatto tutto io ed ora, ero con le mani nel sacco.
Vestendomi, pensai a quanta fosse strana, questa uscita che Mireia aveva organizzato, pure con Pedri, solitamente uscivano soli per non farmi fare la parte della terza in comoda, che mi sentivo comunque.
Infiliai gli stivali e mi guardai allo specchio, sorridendo soddisfatta per la combianzione di abiti che avevo messo, molto bella.
Una gonna pur'essa nera ed una camicia bianca, con sopra una giacchetta marroni a quadrati.
Presi il telefono tra le mani, ed uscii di casa. Il nostro punto d'incontro era proprio un piazzale, davanti al mio giardino, dove io e Mira passammo l'infanzia a giocare con il pallone, fingendoci calciatrici.
Chiusi il cancello alle mie spalle e mi avviai verso il punto indicato, che distava poco e niente dalla mia dimora, così accellerai il passo ed arrivai a destinazione. "Ciao" sorrisi alla coppia.
Loro ricambiarono; Mira si avvicinó a me, sospetta e mi giró, mettendomi di spalle, per guardare in direzione della mia casa. "Eh?!" chiesi confusa.
Alzai lo sguardo e mi ritrovai davanti l'unica persona che avrei desiderato di non vedere, Pablo.
Sentii la pelle d'oca farsi più acuta sulla pelle, appena osservai il suo viso e le sue iridi marroncine, cercai in tutti i modi di sembrare impassibile, ma l'emozione fu più forte di me. "È uno scherzo?" mi girai stizzita, verso Pedri, che continuava a far cenno con la testa al calciatore di fronte a me.
"Volevo fare pace e risolvere" disse timido, il castano, grattandosi la nuca visibilmente imbarazzato. "Ah si?" continuai con il mio atteggiamento scorbutico, piegando la testa verso un lato.
"Non ti ho fatto gli auguri, è vero, ma non lo sapevo"
abbassó il capo dispiaciuto, guardando la punta delle mie scarpe. "Mh" lo squadrai, irritata.
Sentii dietro di me, il pizzicotto sulla schiena da parte di Mireia, che sicuramente insieme al suo fidanzato, aveva pianificato il tutto.
"Okay, senti, non volevo fare quella scenata a Natale, ma non ho bisogno dei tuoi soldi" risposi stizzita, incrociando le braccia, non distogliendo minimamente gli occhi dai suoi.
"Non era questo il mio intento, Cath" continuó lui, con tono pacato, stenendo la mano verso la mia, in segno di Pace.
Strinsi, scuotendo la sua mano, guardando altrove per non dargliela vinta. "Mh, okay, pace" feci qualche passo indietro, venendo subito accolta dalle braccia della mia amica, che per poco non mi saltò addosso.
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Millions -'ღ'- Gavi
Fanfiction.・。.・゜✭・.・✫・゜・。. Immagina essere ricchi, vivere in una bella casa, grande e spaziosa e poter soddisfare ogni tua necessità e bisogno. Bene, questa era la mia famiglia, ero frutto di due medici e il mio nome è Catherine Jiménez. Abbiamo origini itali...