Venni colta nel sonno, di sorpresa, da Eneas, il ricciolino, che mi saltó addosso con un cuscino, continuando a menarmi con quello.
"Auguri sorellona!" gridó, saltando sul materasso, mollando l'oggetto con cui mi picchió per terra, scaraventandolo vicino alla porta.
Lo presi dalla bordo della maglia, facendolo cadere sul lato del letto vuoto, "Smettila scemo".
Mi accarezzai la fronte, per poi alzarmi pigramente, facendo fatica, quasi quasi a mettermi le ciabatte, che le avevo lasciate sul lato, per terra.
Raggiunsi la cucina, ancora assonnata, dove trovai mamma e papà, che felici pure loro, mi fecero gli auguri, con tanto di coriandoli, sparati per aria.
Guardai verso il calendario, eh si, era esattamente il sette gennaio, purtroppo...o menomale.
Mangiai qualcosina, ovvero qualche biscotto accompagnato ad una tazza di latte e poi tornai in camera, prendendo tra le mani il telefono.
Trovai circa una decina di notifiche, la maggior parte erano parenti, ma invece di rispondere a tutti loro, aprii la chat di Mireia, dove mandó una ventina di messaggi a raffica, augurandomi un buon compleanno. La chiamai e seppur fosse mattina presto, mi rispose, tutta energica...sicuramente era anche lei, appena sveglia. "Ti devo dare il mio regalo!" esclamò gioiosa, facendosi sentire, al di fuori del telefono.
"Va bene, vediamoci a pranzo..andiamo al sushi"
ridacchiai, per poi inizare a sistemarmi.
Mi limitai ad un vestito corto nero, con ovviamente delle calze ed una giacchetta carina sopra.
Salutai la mia famiglia e con la borsetta tra le mani, mi incamminai, verso quello che era il locale, che solitamente visitavamo io e mia madre, durante i weekend. Appena lei mi vide, proprio quando ci trovammo sullo stesso marciapiede mi corse incontro, abbracciandomi, proprio come il giorno in cui tornai a Siviglia.
Dopo poco, ci accomodammo nel ristorante, sedendoci in un tavolo infondo alla sala.
"Cavolo, fai diciott'anni!" restó meravigliata la bionda. "Oh! Oh! Lui ti ha scritto?" chiese ancora, sprizzando energia da tutti i pori.
"No" risposi drastica, accogliendo la cameriera e passandole il foglietto con le nostre ordinazioni.
"Vuoi che gli dico che stasera fai la festa del tuo diciottesimo?" mi guardó maliziosa, appoggiandosi al palmo della mano.
"Ti ripeto: no" replicai freddamente, sbarrando gli occhi, disapprovando categoricamente tutte le sue idee. "Che peccato!" sbuffó, arrendendosi.
"Non abbiamo più parlato da quando..." sussurrai, leggermente in imbarazzo, staccando le bacchette e prendendo un nigiri, appena servito.
"Cosa?!" rimase scioccata Mira, assaporando un futomaki, per poi posare le bacchette sul piattino tipico. "Giá, non ci tengo più di tanto, pensava di comprarmi con delle scarpe" dissi tutto d'un fiato.
"Io penso invece, fosse un gesto carino...ci tiene, sai? Ci è rimasto male quando te ne sei andata"
Mi sentii immediatamente in colpa, abbassando la testa, guardando il mio piatto.
"Peró tutto è rimediabile!" la biondina provó a tirarmi su il morale.
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Millions -'ღ'- Gavi
Fanfiction.・。.・゜✭・.・✫・゜・。. Immagina essere ricchi, vivere in una bella casa, grande e spaziosa e poter soddisfare ogni tua necessità e bisogno. Bene, questa era la mia famiglia, ero frutto di due medici e il mio nome è Catherine Jiménez. Abbiamo origini itali...