30.

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Maggio faceva più schifo di Aprile, la mia vita aveva totalmente preso una piega talmente negativa, da farmi rimanere interi giorni distesa tra le lenzuola, in cerca di una motivazione per restare qui.
La porta della stanza si aprii, rivelando a me la biondina, che con un sorriso dispiaciuto si avvicinó a me. "Ho trovato la porta aperta" sussurrò, mettendosi comoda accanto a me e cominciando a coccolarmi dolcemente.
"È un cretino" mi spostò i capelli, mentre io continuavo a piangere, strizzando gli occhi.
"Non ci ha mai tenuto" singhiozzai, stringendomi tra le braccia di Mira, che erano pronte a consolarmi.
Lei arrotolò varie ciocche dei miei capelli castani attorno alle sue dita, mentre io ero soltanto capace di soffocare il mio stesso respiro nel cuscino, bagnandolo totalmente. "Cath" mi sussurrò vedendomi in tale stato.
"Basta, ordino il McDonald" mi diede due carezze sulla schiena per poi vederla smanettare sul suo cellulare.
Dopo circa una mezz'ora sentimmo entrambe il campanello suonare, che ci avvisò dell'arrivo del fast food. Lei si alzó, scendendo giù e in meno di cinque minuti, tornare con tante borse enormi e marroni, con su ritratte la "M", logo dell'azienda.
Mi sedetti sulle coperte ancora ordinate da prima del viaggio, fissando le scatole, sentendo un buon languorino provenire dall'interno di esse.
"Su, mangia Cath" mi posó prima una mani sulla coscia, per poi alzarmi con due dita il mento, facendomi notare il suo sguardo compiaciuto, con un sorriso tenero. Feci cenno con la testa, azzardando a prendere un panino tra le mani, per poi addentarne un morso. Feci un sorriso forzato, facendo capire quanto fosse buono, e in effetti lo era.
"Grazie...Mira" sussurrai io, socchiudendo gli occhi, vedendola sorridere sinceramente.
Dopo questo pranzo sicuramente azzardato, Mireia dovette andarsene, per suoi motivi personali, giustificandosi soltanto con "I miei mi chiamano".
Io giustamente la lasciai andare, siccome l'avevo impegnata troppo durante questa mattinata, dove fece di tutto pur di strapparmi un sorriso.
Passai il resto della giornata, oltre soppressa ai pensieri, ascoltando musica, stando sul davanzale della finestra, guardando il prato fiorito e il tramonto che lasció spazio alla notte, rendendo tutto buio. Rancorosa com'ero, bloccai ovunque, su qualsiasi social il calciatore tanto famoso, da poter permettersi di cambiare ragazza al mese e io ero una di quelle. Scrissi qualcosa sul mio diario, che portai con me in valigia, nonostante in Italia, priva di ispirazione non scrissi nulla.
Caro diario, oggi, da bravissima diciottenne quale sono aggiorneró quest'agenda, scrivendo le novità del mese di Maggio. Forse vi sentirete stupiti, ma è la prima volta che provo un senso di tradimento nei miei confronti. Difatti, il ragazzo in cui pensavo di avere una cotta, ha perso interesse in me...o forse non lo ha mai avuto. Ci sono rimasta male e sappi, Pablo Paez Martin Gavira, non te lo perdonerò mai.
Sorrisi malefica a quelle parole, in fondo, dentro di me viveva ancora una piccola bambina, infantile senza alcun livello di maturità, che potesse superare quello di una formica.

Millions -'ღ'- GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora