Lo stadio si svuotó completamente, lasciando gli spalti vuoti, alcuni sporchi ed altri semplicemente lasciati come li avevano trovati.
Rimasimo soltanto io e Mireia, che fui costretta ad accompagnare negli spogliatoi, per farla salutare il suo famoso idolo, Pedro Gonzaléz, nonché numero 16 del Barcellona.
In effetti, lei e il ragazzo moro, avevano cominciato a sentirsi da un bel pezzo, sopratutto a scriversi, giá sulle piattaforme principali, come whatsapp.
Mi aveva pure raccontato che lui, le aveva pure dato un bacio, sotto al chiaro di luna, quando io invece, con il calciatore spagnolo non vidi movimenti nella situazione nella quale eravamo.
Il ragazzo che appunto, piaceva a Mireia, le aveva pure dedicato un goal, correndo verso il nostro posto e facendo la sua esultanza tipica, proprio verso la biondina, che si emozionó.
Ci addentrammo dentro quei corridoii, a dir poco freddi, entrando così nella stanza, dove c'era su scritta la stanza della nostra squadra.
"Ciao!" corse incontro al moro, abbracciandolo, mentre quest'ultimo la prese in braccio, sollevandola da terra.
Io rimasi sulla soglia della porta, mentre sentii gli occhi di tutti gli altri giocatori fissi su di me, compresi quelli di un noto ragazzino, seduto sulla panchina, sopra alla sua maglietta.
Mi limitai a fissare il pavimento, mettendomi in attesa che Mira, finisse di farmi sentire la terza in comoda, fra tutta quella gente, poi!
La bionda, come pensavo, si avvicinó a me, seguita da Pedri: "Oi Cath, scusami, ma andiamo a fare quattro passi fuori" e senza che io dicessi niente, sparirono completamente dal mio campo visivo...che stronza. Ero ancora appoggiata alla soglia della porta, cercando in tutti i modi di evitare quello sguardo, che tanto insisteva. Fui imbarazzata, tale da girarmi, quasi roboticamente e cercai in tutti i modi di andarmene via.
Sentii una porta alle mie spalle, chiudersi e dei passi, svelti e frettolosi corrermi dietro, per poi accorgermi di una mano che afferró la mia spalla, fermandomi.
Mi voltai, notando quei capelli castani, scompigliati, il fiatone e il respiro corto, la maglia termica e i pantaloncini rosso blu sulla quale c'era suscritto il numero 30, argentato.
"Pablo..." sussurrai timidamente, vedendolo mettersi composto una volta recuperato il respiro.
Mi mise entrambe le mani, sulle scapole, facendomi stupire, per poi, iniziare a parlare. "Cath, lasciami soltanto spiegare".
Io lo guardai dal basso, con le mani penzolanti, non sapendo dove metterle e con gli occhi illuminati.
Si abbasso verso di me, afferrandomi le guance, fermandosi qualche secondo per guardarmi ravvicinatamente, per poi sentirlo vicinissimo.
Poggió le sue labbra sulle mie, in un bacio talmente delicato, che istintivamente mi fece allungare le mani verso le sue spalle. La mia pancia si era trasformata in una teca di farfalle, che svolazzavano da una parte all'altra, in cerca di un'uscita.
Le sue mani, posate sul mio viso erano calde, tiepide e lo stesso per il resto del suo corpo.
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Millions -'ღ'- Gavi
Fanfiction.・。.・゜✭・.・✫・゜・。. Immagina essere ricchi, vivere in una bella casa, grande e spaziosa e poter soddisfare ogni tua necessità e bisogno. Bene, questa era la mia famiglia, ero frutto di due medici e il mio nome è Catherine Jiménez. Abbiamo origini itali...