Conto alla rovescia.

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Manuel era sdraiato sul divano di casa sua mentre la madre continuava a parlargli dei buoni propositi che si stava prefissando per il nuovo anno ma lui non sentiva nulla, tutti i suoni arrivavano alle sue orecchie in modo ovattato.

Teneva tra le mani il cellulare e con il pollice pressava sullo schermo per non far scorrere la storia che stava guardando: Simone insieme ai suoi amici intento a festeggiare il capodanno.

Era bellissimo: indossava una camicia bianca con i primi bottoni aperti e un sorriso smagliante che gli provocava un batticuore esagerato.

E avrebbe voluto mangiarsi le mani.
Perché Simone gli aveva chiesto di unirsi a loro ma Manuel aveva rifiutato. I nuovi amici di Simone erano tutti colleghi suoi dell'università, era uscito una volta con loro e non avevano fatto altro che parlare di cose che lui non capiva sentendosi anche uno stupido.
Si era sentito fuori luogo e, soprattutto, si era sentito poca cosa rispetto a loro e non voleva mettere Simone in imbarazzo in alcun modo.

Ma in quel momento, mentre immaginava il suo migliore amico, nonché ragazzo di cui era innamorato da anni, divertirsi e iniziare un nuovo anno senza di lui accanto per la prima volta - dato che solitamente festeggiavano insieme l'inizio del nuovo anno - un po' si pentì di non aver accettato.

Lui sarebbe dovuto andare lì per Simone e non per tutto il resto.
Che pure se si sentiva fuori luogo gli sarebbe bastato guardare Simone negli occhi e risentirsi di nuovo nel posto giusto.

Scemo, sei uno scemo.

«Ma m'ascolti, Manuè?» la voce di sua madre lo destò dai suoi pensieri e istintivamente bloccò lo schermo per rivolgerle l'attenzione

«Seh, stavo solo vedendo 'na cosa»

«Che c'hai?»

Manuel alzò gli occhi al cielo, a volte odiava che la madre lo conoscesse tanto bene da comprendere subito che qualcosa non andava.

«Niente» sbuffò

«L'ho visto che stavi a guardà 'na foto de Simone»

Manuel la fulminò con lo sguardo «Allora che me chiedi a fà se lo sai già?»

«Perché vorrei che me lo dicessi te» si sedette accanto a lui che, nel frattempo, si era alzato a sedere sul divano portandosi le ginocchia al petto

«Me rode non esse' là co' lui» mormorò

«Sei stato tu a rifiutare»

«Lo so, so' 'n deficiente mà. Ma io co' loro non me trovo bene e non je volevo rovinà 'a serata a Simone»

«Non potresti mai» disse la donna «Simone ti vuole bene»

Manuel si passò due dita sugli occhi e sospirò «Abbiamo iniziato sempre tutti gli anni insieme da quando ci conosciamo, mentre stavolta lui sta là a divertisse co' gli amici sua e io qua a pensà a quanto sarebbe bello fà 'na cosa» prese a giocare con le sue mani

«Che?»

Manuel alzò lo sguardo per poi riabbassarlo subito dopo per l'imbarazzo «Non me prendi 'n giro?»

«No, promesso» affermò la donna

«Non l'ho mai fatto pe' paura, perché so' scemo, pe' mille motivi diversi però— pensavo sarebbe bello baciarlo a mezzanotte» confessò

Anita sorrise prima di alzare lo sguardo verso l'orologio che tenevano appeso al muro «Hai ancora venti minuti»

«Pe' fà che?»

«Per alzarti da qui, andare da Simone e baciarlo a mezzanotte»

«Ma— ce stanno gli amici sua e...»

In ogni universo || Simone x Manuel || Raccolta di OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora