Hai capito, no?

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Non appena i fumi del piacere svaniscono, Manuel immediatamente si rende conto di ciò che è successo.

O perlomeno, se ne rende conto ma non riesce a spiegarselo.

Simone è ancora appoggiato al muro, mantiene gli occhi chiusi, gli pare addirittura di vederlo sorridere e lui proprio non ce la fa, non riesce a restare un altro secondo sotto quel cantiere.

Senza nemmeno dire una parola si allontana da Simone. Barcolla, prova a rivestirsi ma la manica della felpa continua a scivolargli dalla spalla e lui non riesce a trovare la forza nemmeno per sistemarla.

I suoi pantaloni sono aperti, la cerniera completamente abbassata.

E non si sente sporco, affatto. Anzi, è ben consapevole di essere stato lui ad iniziare tutto.
E il problema è proprio quello: perché l'ha fatto?

Non doveva succedere.

«Stai bene?» la voce di Simone gli giunge alle orecchie

«Seh, sto bene» tenta nuovamente di alzarsi la manica della felpa ma fallisce, ancora

«No— nel senso.. stai— bene?» ripete il ragazzo che, dietro di lui, si riveste e prova a ricomporsi

E una parte di Manuel si spezza in quel preciso istante.
Perché sente di averlo usato, sente di essersi approfittato dei sentimenti che il suo migliore amico prova per lui.

Io lo uso e lui se preoccupa.

Però c'è un'altra parte che glielo mormora che quello non è stato solo usare qualcuno, che ciò che è successo è qualcosa che avrebbe voluto da tempo e che non ha mai avuto il coraggio di prendersi.

Ed è la parte di sé che più odia, quella razionale.

«A Simò, ne dobbiamo pe' forza parlà de 'sta roba?» il suo tono di voce è duro, sa che Simone meriterebbe delle spiegazioni ma lui non sa darle nemmeno a sé stesso figuriamoci ad un altro

Che cazzo hai fatto, Manuè?

«No, non lo so... fammi capire, cioè— mica non ti piacevano i ragazzi?»

E odia anche che Simone faccia tutte quelle domande perché ci ha sperato potesse restare solo un episodio, un segreto tra loro, fare finta di nulla ma doveva aspettarselo che l'altro ragazzo avrebbe chiesto delle spiegazioni.

È ovvio le voglia.

«Eh!» si volta appena «Chi te l'ha detto che me piacciono?»

Non scopi con qualcuno che non ti piace.

Cazzo.

«Però— co' te è diverso dai, hai capito, no?»

Ed è in quello stesso attimo che si frega con le sue stesse parole, nemmeno si rende conto di aver implicitamente ammesso che lui è l'eccezione.

I ragazzi non gli piacciono ma con lui è diverso.

I ragazzi non mi piacciono ma tu sì perché tu sei tu.

Scappa dentro la scuola, spera in tutti i modi di far focalizzare Simone su qualcos'altro ma è pressoché impossibile, vorrebbe biasimarlo ma sa che, in fondo, non può.

«Perché dici diverso?» chiede non appena entrano nuovamente nell'edificio, hanno ancora entrambi il fiatone.

Un po' per ciò che è successo;

Un po' per il modo in cui uno fugge dai propri sentimenti e l'altro gli corre dietro per cercare di afferrarli e comprenderli.

«Ao, Simò, er terzo grado no. T'ho detto che non mi va di parlarne» ripete con tono duro Manuel mentre si sistema una volta per tutte i pantaloni

In ogni universo || Simone x Manuel || Raccolta di OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora