Videogiochi.

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TW: smut

Simone non è mai stato fan dei videogiochi. Non ha mai posseduto una console né ha passato ore davanti al cellulare con lo scopo di portare a termine un rompicapo.

Fino a quel momento.

Perché è vero, non gli sono mai piaciuti. Ma Simone è anche testardo e, una volta iniziata una sfida, non la lascia andare tanto facilmente.
Ed è per questo se ha passato le ultime ore a tentare e ritentare quel maledettissimo livello dodici che gli pare un incubo.

È sdraiato a pancia in giù sul divano con penisola che hanno comprato da poco, e tiene il telefono tra le mani. Impreca ogni volta che il livello parte da zero, ha la tentazione di lanciare per aria il telefono ma c'è qualcosa che non glielo permette, inizia a pensare di essere dipendente da quel gioco: più perde più ha voglia di continuare per vincere.

E, mentre lui ritenta quel gioco all'infinito, ad osservarlo c'è Manuel che, da parte sua, odia essere ignorato dal proprio ragazzo.
Ha provato più volte a distrarlo da quel telefono ma non c'è stato verso. Le ha davvero provate tutte - o quasi e le opzioni restanti sono davvero poche; tra queste una secchiata d'acqua - anche se non gli pare il caso essere tanto drastico - o qualcosa che è sicuro attirerebbe la sua attenzione.
È questione di principio, forse anche di egocentrismo. Vuole l'attenzione di Simone tutta per sé e non accetta che a prevalere tra loro due sia un videogioco in quel momento.
Non ha nemmeno idea di come lo abbia trovato.

Entra in cucina, si avvicina al frigo e lo apre. Nota come Simone non gli abbia rivolto minimamente lo sguardo e quella cosa lo fa uscire di testa. Non accetta che non lo stia degnando nemmeno di uno sguardo, nemmeno uno veloce.
È determinato a riprendersi la sua totale attenzione, anche a costo di rompere il cellulare dopo averlo lanciato contro il muro.

«Ancora co' 'sto coso stai a giocà?» chiede, si avvicina lentamente e lancia uno sguardo al cellulare di Simone

«Sh! Non mi distrarre, forse sto per passare il livello finalmente»

Manuel boccheggia, lo ha persino ammutolito.
Gli sembra di aver raggiunto il limite.

«E dai, basta, è da ore che non fai altro. Te rincoglionisci» si abbassa per dargli un bacio tra i ricci ma nemmeno quello è abbastanza per farlo smettere

«Devo passare prima questo livello, è una questione di principio ormai»

«Uff, io me sto ad annoià però»

«Scaricalo anche tu, così ci sfidiamo»

«Ma io non ce posso crede'» mormora scuotendo la testa, dopo nota la posizione del fidanzato, gli scosta le gambe, si siede sul divano e se le appoggia addosso dopo aver steso le proprie sul lato lungo «E dai, facciamo qualcosa» insiste scuotendo la gamba di Simone

«Sì, tra un po'» lo liquida l'altro ragazzo

Manuel sbuffa, scuote ancora la gamba di Simone, spera di provocare in lui una reazione, pur se di dissenso, pur se dovesse rischiare di essere rimproverato.

Ma non succede.

E allora azzarda iniziando a massaggiare i suoi polpacci, lo fa più volte fin quando Simone non scuote la gamba e mormora: «Smettila»

Ed ecco che inizia a fare tutto il contrario.
Perché se solo quel gesto ha provocato un minimo di reazione non riesce a pensare a cosa provocherebbe se...

Fa scorrere la mano dal polpaccio di Simone fino alla coscia e poi più su, fino a raggiungere i glutei e lì si ferma per qualche secondo. Dopo, la fa scorrere ancora più su, la infila sotto la maglietta e accarezza la schiena di Simone che accenna un sorriso e mormora di nuovo: «Che stai facendo?»

In ogni universo || Simone x Manuel || Raccolta di OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora