Convivenza.

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La prima mattina nella nuova casa è, per Simone, un po' strana.
Non si sente fuori posto eppure ha ancora bisogno di abituarsi alle nuove cose e lui non è mai riuscito ad adattarsi in fretta. È abbastanza abitudinario quindi il fatto che adesso sia sul lato destro del letto, attaccato alla parete, e non dal lato della finestra, come ha dormito per venticinque anni, lo ha un po' destabilizzato al risveglio.

Si alza a sedere e il lenzuolo gli scivola di dosso lasciandolo a petto nudo in una stanza che, in un primo momento, ancora preso dal sonno, fatica a riconoscere. È ancora spoglia, anonima.
A parte il letto su cui è seduto, presente è un armadio addossato alla parete di fronte a lui; per il resto, intorno a sé, vede solo borsoni e scatoloni e il panico lo assale già al pensiero di doverli disfare.

Ma preferisce concentrarsi sulle cose belle, come ad esempio i vestiti del suo ragazzo sparsi sul pavimento o quel lato vuoto del letto che fino a poco tempo prima - non sa quanto di preciso dato che ha dormito profondamente fino a quel momento - è stato occupato proprio da lui.

È stata una scelta coraggiosa quella di andare finalmente a convivere dopo anni di relazione ed è sicuro che non sentirà la mancanza della propria famiglia, in fondo non è mai stata così presente.

Almeno, da quel punto di vista, non deve abituarsi a nulla di nuovo.

Però si ritrova a vivere un momento di ansia.
Ansia causata dalle cose nuove, dalle cose belle che un po' lo spaventano sempre.
Ansia causata dalla consapevolezza di star iniziando una nuova tappa nella propria vita, una tappa che lo entusiasma ma che lo spaventa al tempo stesso.
Perché scegliere di andare a convivere ti porta, inevitabilmente, a fare un passo in avanti nella tua vita, a fare una scelta insieme ad un'altra persona ma la paura che le cose possano cambiare e che il passo da fare, in futuro, potrebbe essere all'indietro lo terrorizza.

Ha paura di abituarsi a vedere i vestiti di Manuel sparsi per casa, di sentire il suo profumo non appena sveglio, di imparare i suoi orari, di fare proprie le sue abitudini per poi dover dimenticare tutto.

E razionalmente sa bene che non dovrebbero essere quelli i pensieri di qualcuno che è appena andato a convivere con la persona che ama di più al mondo, con la quale vuole costruire la propria vita, il proprio futuro.

Ma lui pensa sempre, pensa troppo e quello lo porta inevitabilmente a finire dentro ad un circolo vizioso di domande, dubbi e complessi esistenziali che, probabilmente, non hanno nemmeno senso di esistere.

Lui è il numero uno se si tratta di auto sabotarsi e rovinarsi i momenti belli.

E lo odia.

A volte vorrebbe essere felice, e basta.

E si sente anche in colpa per quei pensieri, perché potrebbero benissimo essere scambiati per insicurezza sui suoi sentimenti per Manuel ma non è così.

Lui Manuel lo ama, con tutto sé stesso.

Il rumore della porta lo desta dai suoi pensieri, anche quel rumore è qualcosa di nuovo a cui deve abituarsi.

Fa ingresso in camera Manuel con i capelli in disordine, gli occhi ancora impastati e una lunga maglietta addosso che lo copre fin sulle cosce.
Maglietta che Simone riconosce immediatamente.

«Quella è mia» dice mentre il suo ragazzo si avvicina al letto per prendervi di nuovo posto sopra

«Conviviamo adesso, non c'è più tuo o mio ma nostro e basta»

«Ma se nel tuo armadio hai sempre avuto più vestiti miei che tuoi» ride Simone

«Te sei svegliato co' la vena petulante oggi?» mormora Manuel prima di sdraiarsi e nascondere il viso tra il cuscino e la schiena di Simone

In ogni universo || Simone x Manuel || Raccolta di OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora