Diventa ogni giorno più difficile per Manuel mantenere la corazza e continuare ad essere il supporto emotivo di chiunque gli stia intorno.
Sta per esplodere, lo percepisce.
Ha solo vent'anni ma si comporta da adulto da quando ne aveva quindici.
Da quando la sua mamma ha iniziato a ritenerlo abbastanza grande da condividere con lui le sue preoccupazioni relative ai soldi che non bastano mai, all'affitto da pagare che si accumula ogni mese, alle bollette, alla benzina che costa improvvisamente troppo e quindi è meglio iniziare ad utilizzare i mezzi pubblici che non arrivano mai in tempo - specie quando hai qualcosa di importante da fare.
Manuel non ricorda nemmeno quando è successo, sa solo che si ritrova oggi a sentirsi intrappolato in una casa che non lo rispecchia più, in un lavoro che gli piace ma non abbastanza e al quale continua ad andare solo perché i soldi gli servono e non può permettersi di licenziarsi solo perché non gli piace, consapevole che non riuscirebbe a trovare un altro lavoro tanto facilmente.
E lui ama la sua mamma, la ama più di quanto ami qualsiasi altra persona al mondo ma non ce la fa più.
Sa che la donna non lo fa per egoismo, che la sera dopo il lavoro torna a casa e si sfoga con lui perché è l'unica persona che ha, l'unica persona con cui può farlo e lui è grato che la sua mamma lo renda partecipe della sua vita, che lo ritenga un confidente ma ci sono giornate in cui gli pesa già troppo la propria, di vita, e caricarsi sulle spalle anche quella degli altri diventa soffocante.
La prima volta realizza di essere davvero stanco una notte di Maggio.
È appena rientrato da lavoro, ha un sonno atroce pur dormendo la notte. Si sente sempre spossato, svogliato.Se potesse resterebbe confinato nella propria camera per tutto il giorno perché il solo pensiero di dover uscire e dover affrontare i malumori altrui lo sfianca.
Perché per gli altri lui è Manuel, lui è quello forte, che non si abbatte, che trova sempre una parola di conforto, che offre sempre la propria spalla a chi ne ha bisogno.
E Manuel ingoia le proprie lacrime, si sforza di allentare un minimo i nodi stretti attorno alla propria gola pur di supportare gli altri.
Che tanto è sempre più importante il benessere di chi amiamo piuttosto che il nostro, che le nostre cicatrici possono anche aspettare prima di guarire ma quelle degli altri no, devono essere curate e subito.
E lo ha fatto per anni interi, persino quella sera.
Il lavoro che fa è estenuante e le capisce perfettamente le lamentele dei propri colleghi, capisce il loro malumore, capisce davvero tutto.
Ma loro, una volta usciti da quel luogo, ritornano a casa e hanno la libertà ad attenderli, la spensieratezza tipica dei ragazzi della loro età.
Manuel, invece, resterebbe più ore al lavoro piuttosto che tornare a casa e dover essere una roccia, dover fingere che niente gli dia fastidio, che niente lo ferisca, che il malumore della madre non lo stia riducendo a brandelli.
Più passano gli anni più lei diventa apatica, dedita solo ai doveri che la stanno snaturando.
E si sente anche un egoista quando desidera di ritornare a casa e sperare che lei sia già a letto ma davvero non ce la fa più.
«Manu, sei tu?»
Ecco, quella sera la sua speranza svanisce immediatamente.
«Seh, mà. Chi dovrebbe esse'?» ha appena sfilato le scarpe, i piedi gli fanno male così come la schiena per questo si stiracchia appena prima di addentrarsi nel piccolo corridoio
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In ogni universo || Simone x Manuel || Raccolta di OS
FanfictionRaccolta di OS che narrano piccoli pezzi di quotidianità di Simone e Manuel in ogni universo. Saranno per lo più minuscole ma confortanti - almeno per me e spero anche per voi.<3 - Crediti a chiunque abbia creato il fotomontaggio della copertina.