Grande, grande, grande.

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Il viaggio di ritorno a casa dopo una serata a bere e divertirsi con i loro amici in un pub o in una discoteca era sempre silenzioso.

Manuel teneva lo sguardo fisso sulla strada mentre Simone stava accasciato sul finestrino aperto, godendosi l'aria fresca tipica della notte sbattergli in faccia, rinfrescargli le guance dopo tutto l'alcol che aveva ingerito.

Erano ottimi amici, loro due.
Più che amici, in realtà.
Ma nessuno dei due trovava il coraggio per dirselo e allora facevano finta di niente. Fingevano fosse normale la mano di Manuel che, di tanto in tanto, si poggiava sulla coscia di Simone dopo aver cambiato marcia; fingevano fosse normale passare interi pomeriggi sdraiati su un letto a parlare del nulla; fingevano fosse normale baciarsi al buio, lontani da occhi indiscreti.

Mentre percorrevano una stradina deserta la voce di Manuel interruppe il silenzio: «Simo ce vuoi andà al mare?»

«Al mare?» chiese confuso l'altro, voltò appena il viso, rise ancora sotto l'effetto dell'alcol «Ma sei matto? So' le tre di notte»

«E quindi?»

«È marzo, Manu»

«E quale sarebbe er problema?»

Simone si mise in posizione eretta sul sedile e squadrò l'amico che, come sempre, manteneva lo sguardo impenetrabile fisso su un punto.
Ma Simone lo conosceva bene, al punto da capire se ci fosse qualcosa che non andava.
E c'era, ne era sicuro.
Non aveva bevuto, non aveva ballato, non aveva dato retta a nessuno, nemmeno a lui e di solito lo faceva sempre.

«È successo qualcosa?» chiese

Manuel scosse la testa senza dire nulla «Ce vuoi andà o t'accompagno a casa?»

«No, vengo con te» rispose Simone alzando il finestrino «Non ti lascio solo»

«Non me ruba nessuno, t'o garantisco» Manuel accennò una risata e Simone portò indietro il capo facendolo scontrare con il poggiatesta del sedile. Dopo azzardò: allungò una mano e andò a sfiorare due ricci che scendevano sulla fronte di Manuel, li scostò appena per poter guardare il suo volto

«Meglio non correre il rischio» rispose dopo qualche secondo di totale silenzio, un silenzio che ritornò a riecheggiare all'interno dell'abitacolo dopo che Simone ebbe pronunciato quella frase

Un silenzio che riecheggiava da sempre intorno a loro quando le parole dette diventavano troppe, oltre il limite consentito agli amici.

Quali amici?

Se lo chiedevano entrambi ma, di trovare una risposta, sembrava nessuno dei due avesse voglia.
Vivevano in quella situazione di stallo da mesi, in bilico tra l'essere soltanto amici e l'essere la felicità reciproca.

Se la donavano a prescindere quella felicità, pur dicendo a tutti fossero soltanto amici.
Ma, forse, le cose stavano per cambiare durante una delle tante notti di ritorno a casa.




Arrivarono in spiaggia circa mezz'ora dopo.
Simone faticava a reggersi in piedi sulla sabbia che non gli permetteva un appoggio stabile mentre Manuel si era avviato spedito verso la distesa d'acqua che si trovava a pochi passi da lui.

«Te sbrighi?» chiese, un briciolo di entusiasmo era percettibile nella sua voce, era sempre così quando arrivava al mare

«Ce la sto mettendo tutta ma, ti giuro, mi sento come se stessi camminando sulle nuvole»

«Devi smetterla di bere così tanto, non ti fa bene» lo rimproverò Manuel prima di togliere le scarpe e sedersi sulla sabbia, respirò a pieni polmoni l'odore della salsedine, lasciò che le sue mani modellassero la sabbia sotto di lui, si beò di quella sensazione di libertà che si prova ogni volta che si cammina a piedi nudi sulla sabbia.
Simone lo raggiunse dopo qualche secondo e si lasciò cadere al suo fianco. Manuel si tolse la giacca e la piegò per poggiarla sulla sabbia e permettere all'altro di distendersi senza sporcare i capelli

In ogni universo || Simone x Manuel || Raccolta di OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora