Capitolo 7

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"I could feel it"

:

<<Credevo che avessimo smesso con i locali gay>> disse Jin mentre ci preparava dei drink.
<<Credevi! E poi non siamo qui per andare a letto con qualcuno>>iniziò a bere Jimin.

Stranamente, quella sera non avevo molta voglia di bere, perciò non assaggiai nessun’opera d’arte di Jin, ovviamente solo i suoi drink potevano essere definiti opere d’arte.

Mi guardai intorno e notai un ragazzo che mi stava fissando, inizialmente mi sentii in imbarazzo, poi capii che fosse una cosa normale in un locale cercare qualcuno con cui divertirsi, anche se, purtroppo, non avevo quelle intenzioni.

<<Ma guarda un po’ quel rosso che ti ha adocchiato, perché non andate a chiudervi in uno sgabuzzino?>> rise con la voce brilla Jimin.

Jin scosse la testa sghignazzando ed io alzai gli occhi al cielo.
Tra i due, Jimin era quello che aveva avuto più esperienze, poiché io ero più timido, non riuscivo a passare una notte con uno sconosciuto.

Continuai a guardare la folla, ma poi lo vidi.
Credevo fosse un’allucinazione, ma lui era lì, su una poltrona e mi stava guardando.

Rapidamente andai in ansia, era come se il mio segreto fosse quasi uscito allo scoperto, ma poi pensai, cosa ci faceva lui qui? Forse, entrambi condividevamo lo stesso segreto?

Dopo qualche minuto, lui si alzò dalla poltrona e raggiunse il bagno mentre continuava a lanciarmi sguardi.
Capii che mi stesse facendo cenno di seguirlo e così feci.

Quando mi alzai dallo sgabello vicino al bancone su cui ero seduto, sentii Jimin urlare “Buona scopata” perché in effetti funzionava sempre così, ogni volta che qualcuno di noi due raggiungeva il bagno o una camera era per l’unico scopo che ognuno lì dentro aveva.

Ma in realtà sapevo, che lui, non mi aveva fatto cenno di seguirlo perché voleva fare qualcosa, ma perché in quel momento, aveva la stessa espressione che avevo avuto io.

<<Taehyung>>dissi con tono autoritario<<Cosa…ci fai qui?>>
<<Potrei farti la stessa domanda>>

Aveva uno sguardo freddo, quasi impassibile.
Non sapevo cosa dirgli perché a parlare erano già stati i nostri movimenti, atteggiamenti, i nostri occhi e sguardi.

Potevo percepire la sua paura perché la stavo provando anche io, mi sentivo vuoto e spoglio dinanzi a lui, perché l’ultima cosa che doveva scoprire era quello.

<<Farai la spia?>>mi chiese.
<<Io? Svegliati Tae, anche a me piace il cazzo, potresti fare la spia pure te>>risposi in modo spontaneo.

In effetti, eravamo entrambi in quella situazione, perché uno di noi avrebbe dovuto parlare con i nostri genitori per infamare l’altro?

Scoppiò a ridere e improvvisamente venne voglia di ridere anche a me.

<<Quindi manteniamo questo segreto?>>propose.
<<Si,fino alla morte>>
<<Ballerai poi sulla mia tomba se mio padre venisse a saperlo?>>
<<Non voglio tenerti sulla coscienza>>gli sorrisi.
<<La mia ammirazione non ti fa
gola?>>
<<Oh sai, ci tengo molto a ricevere una denuncia per vandalismo..e poi, potrei anche morire prima io e sarai proprio tu a ballare sulla mia tomba>>
<<Avrei i miei sani dubbi>>

Non gli risposi, non sapevo se stesse scherzando o meno.
Voleva forse farmi capire che si sarebbe suicidato?

<<Sto scherzando>>disse scompigliandomi i capelli ed io sorrisi.

Ero solo un coglione.

<<Avevi detto che mi avessi offerto un drink nei locali che frequentavi>>gli ricordai.
<<Ed io avevo risposto forse>>
<<Assenzio grazie>> gli dissi per poi uscire dal bagno.

🌓

I nostri genitori erano tornati, infatti quella mattina tornai a casa mia.
Mi era mancata la mia bellissima stanza, quella che mi aveva dato Taehyung era vuota, spoglia ed io odiavo non avere accessori per abbellire le camere.

Mia madre mi aveva riempito di domande sull’università, ma anche se fossi andato d’accordo con Taehyung.
Ogni volta che sentivo il suo nome, mi venivano i brividi, il pensiero che Taehyung fosse gay e che io non avrei mai dovuto farmi scappare di bocca qualcosa mi metteva in agitazione, era come se avessi una responsabilità e tutto poteva dipendere da me.

Avevo paura, non per me, ma per Taehyung.

Provai a mettermi nei suoi panni, di certo non viveva una vita del tutto libera, viveva con la costante paura di essere scoperto dai suoi genitori, ma sopratutto, con la paura che suo padre capisse qualcosa.

Ma dopotutto cosa poteva farci lui? La sua colpa era quella di provare amore per gli uomini?
Forse eravamo entrambi nati per tutto questo, forse non dipendeva da noi, ma la paura era ormai il sentimento più frequente che provavo anche se allo stesso tempo, mi sentivo meno solo, forse saremmo riusciti a darci forza a vicenda?

Avevo fin troppi dubbi, paranoie ed incertezze.
Pensavo ai miei e a i suoi genitori. Pensavo alle differenze che c’erano tra di loro.
Pensavo a me.
Pensavo a Taehyung.
A quanto fosse bello Taehyung e a quanto avrei voluto vederlo in quel momento.

La verità era che dopo aver avuto la certezza che a Taehyung piacessero i ragazzi, non riuscivo più a guardarlo come amico, perché dentro di me, avevo sempre voluto qualcosa da lui che non riuscivo a metterglielo in evidenza.

Ma come potevo avvicinarmi a lui sapendo delle difficoltà con i suoi genitori? Se avesse intrapreso una relazione con me, sarebbe andato nei guai soprattutto se i suoi genitori lo scoprissero, invece, se avesse solo avuto esperienze in quei luridi bagni dei locali, sarebbe stato tutto molto più facile.

Gli avrei solo incasinato la vita di quanto già lo fosse, ma morivo dalla voglia di averlo.
Sin dalla prima volta che lo avevo visto, Taehyung era entrato nel mio cuore, ma se ci avessi provato con lui e non sarei in grado di tenerlo nascosto, avrei sicuramente fatto distruggere il rapporto tra le nostre famiglie, i miei genitori avrebbero scoperto che io fossi gay e sopratutto il padre di Taehyung lo avrebbe decapitato.

𝑨𝒑𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒛𝒆 𝑴𝒚 𝑳𝒐𝒗𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora