Capitolo 13

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"Cold, Bones...yeah, that's my love"


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I miei genitori, approfittandone della presenza di Taehyung a casa, decisero d'invitare la famiglia Kim al completo per la cena.
Inutile dire che ormai mi sembravano come dei parenti, dato che quasi ogni sera la passavamo assieme, non che mi desse fastidio ,ovviamente, volevo passare del tempo con Taehyung.

<<Questi giorni in Giappone sono stati molto belli, credo pure per i ragazzi>> iniziò a parlare il signor Kim.

<<Oh si, lo credo anche io, soprattutto quando il mio caro figlio ha avuto l'idea di scappare via dall'azienda>> cercò di essere serio mio padre anche se infondo sapevo che dentro sé, stesse ridendo.
<<Ci stavamo annoiando ok? Quindi l'idea di prendere un tè caldo era migliore!>> mi giustificai facendo sghignazzare Taehyung.

Mio padre alzò gli occhi al cielo, invece, il padre di Tae fece una breve risata divertita.

Come solito, una volta finito di mangiare, gli adulti iniziarono ad aprire discorsi su discorsi ed io e Taehyung raggiugnemmo la mia famosa sala giochi.

Non appena misi il piede all'interno dell'altra sala, sentii trascinarmi all'indietro e sbattermi contro la porta che Taehyung aveva chiuso.

<<Tae, ma che ti passa per la testa>> lo richiamai a bassa voce.

Non avevo alcuna intenzione di farci sentire dai nostri genitori, solo al pensiero mi saliva l'ansia.

<<Tu, sei tutto quello che mi passa per la testa>>mi sorrise, poi mi baciò.

Arrossii.
Non ero ancora abituato a quella nostra vicinanza così intima, ma sapevo che quella vicinanza la desideravo molto.

La sensazione più bella era comportarci come amici in pubblico e come amanti in privato, dovevamo stare attenti ai nostri atteggiamenti dinanzi alle altre persone poiché non potevamo rischiare di farci scoprire, almeno non in quel momento.

Non sapevo ancora cos'eravamo io e Taehyung, ma mi bastava averlo tra le braccia e baciarlo, non avevo bisogno di sapere cosa fossimo.

<<È divertente>> disse dopo un po'.

Si sdraiò sul divano comodamente mentre continuava a guardarmi.

<<Cosa?>>
Mi sedetti vicino a lui.

<<L'espressione che hai avuto, un mix tra timore, panico, inaspettato, confuso, desideroso, sensuale e innamorato>>

<<Cos'è a farti credere che io sia innamorato?>>

<<Percepisco il tuo sguardo improntato solo su di me, mi guardi come se mi volessi tutto per te, come se fossi l'unica tua ragione di vita>>

<<Sei uno stronzo>>dissi imbarazzato abbassando lo sguardo.
<<Sono semplicemente attento al dettaglio>>

<<Si giusto perché tu sei il grande filosofo Kim Taehyung meglio di Socrate e Aristotele messi assieme>> fui ironico.

Lui mi prese in braccio unendo i nostri sguardi presi l'uno dall'altro.
Era tutto così nuovo e strano, perché l'unica cosa di cui avessi bisogno erano davvero i suoi occhi, i suo tocchi e i suoi baci.

Non necessitavo altro, solo lui.

Ero diventato dipendente dal suo battito di ciglia, dal suo sguardo profondo, dal suo sorriso quadrato, dal suo respiro e dalla sua presunzione contro i filosofi.

𝑨𝒑𝒐𝒍𝒐𝒈𝒊𝒛𝒆 𝑴𝒚 𝑳𝒐𝒗𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora