LA PARTITA CONTRO LA FIORENTINA

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(Federico's pov's)
"Passarono i giorni da quella partita di domenica, dove avevo segnato, e continuavano gli allenamenti. Continuavo a vedere che in Weston qualcosa non andava, continuava a stare giù, era felice che avevamo ripreso a giocare ma comunque era molto giù e se gli chiedevo cosa avesse non me lo diceva. Quando gli parlavo di Bea cercava sempre di evitare il discorso e di questo ne parlavo ogni giorno al telefono con Bea, che non sapeva giustamente cosa dirmi. Riuscii a liberarmi per scendere alcuni giorni a Firenze e chiesi a Wes se volesse venire con me.
<<no dai Fede resto qui... ma mi raccomando state attenti, non fatevi vedere molto ok?>> disse lui
<<ma dai Wes perché non vuoi venire? Sei sempre così preoccupato che non ci dobbiamo far vedere e questa volta non vuoi venire?>> dissi io
<<non è la prima volta Fede>> disse Wes
<<lo so ma le altre volte avevi delle scuse più credibili ora non mi dici il motivo>> dissi io
<<perché mi voglio riposare tutto qui...>> disse e se ne andò via senza che io potessi risponderlo.
Quando scesi a Firenze, io e Bea ci vedemmo il giorno dopo e andammo in una pizzeria un po' affollata, io cercai di nascondermi il più possibile ma per fortuna c'erano persone che non mi conoscevano, ma comunque non ero molto tranquillo allora dopo aver mangiato la pizza andammo in macchina e le chiesi se volesse venire a casa dei miei nonni a vedere un film. Arrivammo a casa, scegliemmo il film, ci stendemmo sul letto e abbracciati iniziammo a vederlo. All'improvviso io le sfiorai la mano, e ci guardammo, quando i nostri sguardi si incrociarono non riuscii più a resisterle e la baciai. In un attimo ci ritrovammo stesi sul letto, io sopra di lei che ci baciavamo prima lentamente e poi più velocemente. Così pensai che la sua voracità volesse dire che era pronta per fare l'amore con me, allora mi tolsi la camicia e rimasi a petto nudo, lei arrossì e poi iniziai a sbottonarle la camicia ma lei ad un certo punto mi fermò, dicendo che si vergognava di farsi vedere nuda e soprattutto che non era pronta perché sarebbe stata la sua prima volta. Io la tranquillizzai dicendole che doveva essere lei a decidere quando volesse, allora presi la mia camicia e me la rimisi, la baciai e ritornammo a vedere il film. Ci addormentammo abbracciati, la mattina presto poi mi svegliai prima e andai a dormire nel mio letto per non destare sospetti. Andammo a fare colazione e i miei nonni chiesero a Bea come mai era restata lì e se avesse avvertito i suoi genitori, Bea gli rispose e poi una volta lavati e vestiti andammo a pranzo a casa di Bea. Ma purtroppo come sempre io il pomeriggio dovevo partire. Di solito io durante la settimana quando stavo a Torino, appena avevo un minimo di tempo libero chiamavo Bea, ma quella settimana un po' per gli allenamenti un po' perché insieme alla squadra cercavamo di aiutare a Wes a superare quel periodo non ero sempre molto propenso quando parlavamo ad essere me stesso, ero preoccupato per Wes. Allora Bea se ne accorse e mi chiese cosa avessi e le spiegai la mia preoccupazione per Weston. Anche perché lei pensava che fosse perché lei non aveva voluto fare l'amore con me ma io la tranquillizzai dicendole che quando si sarebbe sentita pronta per me andava bene. Passarono mesi io e Bea eravamo sempre più uniti, nonostante la distanza. Riuscimmo però ad organizzare una vacanza a Forte dei Marmi con la sua famiglia che andava spesso lì in vacanza come anche la mia ma decisi di dormire a casa loro in modo da stare sempre con Bea e viverla 24 ore su 24 perlomeno per un mese. Il primo giorno quando arrivammo a Forte, posammo i bagagli, ci mettemmo i costumi e scendemmo in spiaggia, posammo tutta la roba e andammo subito verso la riva mano nella mano. All'improvviso presi Bea in braccio e la portai dove l'acqua era più profonda e la buttai a mare. Una volta risalita, mi schizzò e io mi buttai subito a mare. Restammo quasi tutta la giornata al mare uscimmo solo per mangiare. La sera dopo le docce andammo a fare una passeggiata e ci facemmo delle foto stupende. Il giorno dell'onomastico di Bea, scesi molto presto la mattina e andai a comprare cornetti caldi, al cioccolato come piacevano a lei e alla crema per i genitori, poi nei giorni precedenti nei negozietti li a Forte avevo visto una collana con il corallo e quindi decisi di andarle a comprare quella collana e poi tornai a casa. Lei quasi voleva picchiarmi perché non sapeva dove ero andato, ma per fortuna mostrai subito il pacco con i cornetti e mi abbracciò. Dopodichè la feci girare e le misi la collana che le avevo regalato e lei mi disse che ero pazzo, perché era molto costosa, io le dissi che non si doveva preoccupare e che in quel momento era sua. La sera il padre ci portò a mangiare fuori al ristorante loro preferito che conoscevo anche io e fu una bella serata davvero. Passai una delle estati più belle ma purtroppo anche quella finì molto presto perché io dovevo ritornare al ritiro per l'inizio delle partite e ritornammo a vederci solo quando riuscivo a prendere qualche giorno libero. Fu difficile riabituarsi a non vedere Bea tutti i giorni ma ci riuscimmo. Da metà settembre fu davvero tragico per noi, iniziò la Champions, poi c'era il campionato, non riuscivo davvero a trovare un po' di giorni per andare a Firenze da Bea. Per fortuna il destino volle che in quel periodo dovessimo giocare contro la Fiorentina a Firenze e quindi con tutta la squadra partimmo in trasferta per Firenze. Per me fu difficile stare lì e non poter vedere Bea, andammo allo stadio e iniziammo il riscaldamento. Fu una partita complicata, e poi come sempre per me giocare contro la mia ex squadra non era facile, per fortuna finì in parità e andai negli spogliatoi. Ed ecco che vidi Bea, tutta sorridente che mi venne incontro io rimasi un attimo stupito poi vidi accanto a lei, i ragazzi della mia squadra
<<sorpresaaaa>> disse lei quando si avvicinò a me
<<ma... ma che ci fai qui?>> dissi io
<<i tuoi amici mi hanno permesso di venire dopo la partita a vederti qui nel tunnel sei felice??>> dissi io
<<ma come conosci gli altri ragazzi?>> dissi io
<<in realtà è stata di Wes l'idea...>> disse lei. A queste parole guardai Wes e lo ringraziai e poi abbracciai Bea. Restammo un po' insieme, poi però lei se ne doveva andare e io dovevo ripartire per Torino..."

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