ABBRACCIATO A TE

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(Federico's pov's)

"Wes se ne andò senza dirmi niente, io restai invece con Bea e aspettammo insieme i risultati, che sembrava non arrivassero mai, passarono alcune ore e finalmente arrivò un dottore che disse che per qualche settimana Bea non poteva camminare, ma con l'aiuto di fisioterapia avrebbe potuto ricominciare. Io ero molto fiducioso, e soprattutto anche se mi dispiaceva mi mostravo forte per lei e dissi:<<tranquilla amore mio riusciremo a Febbraio ad andare a Parigi è la mia promessa per te ma ci devi credere>>

<<in queste condizioni è un po' difficile..>> disse lei un po' affranta. Io la strinsi forte a me e le diedi un bacio. Una volta dimessa dall'ospedale, i genitori di Bea decisero di fare la fisioterapia a Firenze e quindi vollero subito partire, la accompagnai alla stazione e fu il saluto più straziante perché non averla sempre con me e soprattutto stare in pensiero per lei tutto il giorno senza sapere come stesse non era facile. Infatti durante gli allenamenti era difficile concentrarsi, pensavo a lei e agli sforzi che stava facendo, ma dopo la partita di domenica presi il primo aereo e andai da lei direttamente senza passare dai miei nonni per farle una sorpresa, ma la mamma non mi fece entrare perché lei dormiva e quindi andai il giorno dopo e passammo tutta la giornata insieme, era un po' difficile stare a casa sua con i suoi genitori che mi tenevano d'occhio tutto il tempo e quindi le dissi:<<amore domani non prendere impegni che stai con me tutto il giorno, prova a convincere i tuoi e stai con me>>. Il giorno dopo andai a prenderla e la portai in giro, poi al ristorante e poi tornammo a casa dei miei nonni, e ci mettemmo nella cameretta del garage, la misi sul letto prendendola in braccio e ad un certo punto iniziai a baciarla, prima piano poi con voracità, lei non mi fermò e quando stavamo per approfondire il tutto e stavamo l'uno sull'altra, ecco che all'improvviso le squillò il telefono, io andai subito a prenderlo e lei rispose, era la mamma, lei aveva avvisato i suoi genitori che sarebbe restata a dormire dai miei nonni ma il padre all'improvviso aveva cambiato idea, me lo disse e iniziò a piangere io la abbracciai, poi la rivestii, la misi sulla sedia a rotelle e uscimmo dalla porta del garage e aspettammo il padre che non me la fece nemmeno salutare che subito la prese, la mise a sedere in macchina e se ne andò. Dopodichè tornai a casa, e mi lamentai con i miei nonni di questa situazione

<<Eh Fede devi pensare che hanno visto la loro figlia, in coma, perdere l'uso delle gambe, e tutto per colpa di quella ragazza che tu reputavi fidanzata, è normale che non si fidano più di te devi dargli tempo>> disse mio nonno

<<non perdere la speranza Chicco vedrai che prima o poi si convinceranno che tu sei quello giusto per lei>> disse mia nonna. Io li guardai e gli dissi:<<come vorrei arrivare come voi con Bea nonni, il vostro amore è così puro e ha superato qualsiasi ostacolo, è un po' come sto cercando di fare con Bea... io la amo, non lo dico tanto per è diversa da Martina, dalla prima volta che l'ho vista me ne sono innamorato>>

<<Chicco vedrai che sarete felici tranquillo>> disse mia nonna. Dopo mangiammo e poi andai in camera mia e all'improvviso una chiamata dalla mamma di Bea, mi preoccupai tanto avevo paura che fosse successo qualcos'altro ed invece

<<pronto Fede sono Valentina, io e Ciro volevamo chiederti scusa per come ci siamo comportati in questi giorni, è pur sempre nostra figlia, e il nostro primo istinto è quella di proteggerla, ma ce la siamo presi con la persona sbagliata, scusaci, Bea in questo periodo ha solo bisogno di te e del tuo amore e noi invece di appoggiarlo lo stiamo facendo scemare e ci dispiace, che ne dici se domani passi la giornata da noi prima di partire? Vieni presto così le fai una sorpresa>> disse la mamma di Bea

<<salve Valentina, lo so che ho le mie colpe per quello che è successo a Bea ma so anche che vostra figlia è la persona più importante per me e mi dispiace tanto per quello che sta passando, certo che mi va di venire domani mattina>> dissi io e poi ci salutammo e chiudemmo la telefonata. Il giorno dopo mi svegliai presto e andai a casa di Bea, quando lei si svegliò e chiamò la madre per alzarsi ecco che andai io, lei rimase meravigliata e mi chiese il motivo per cui ero lì, io le dissi della conversazione del giorno prima con la madre, e poi lei mi chiese come si stavano comportando i suoi genitori nei miei confronti ed io le dissi che si stavano comportando bene. Quando andammo in cucina, il padre di Bea sembrava un'altra persona mi chiedeva come stava andando alla Juve, cosa stavamo facendo e non mi insultava come sempre. Passammo una bella giornata ed io finalmente mi sentivo accettato dalla sua famiglia e questo mi fece stare bene. Poi però purtroppo ritornai a Torino e appena arrivai a casa chiamai Bea e chiacchierammo per molto tempo, fin quando lei non si addormentò. Le settimane di fisioterapia di Bea passarono ma lei non cominciava ancora a camminare e quindi il dottore di Firenze chiamò quello di Torino, il quale disse che dovevano venire qui a Torino in modo tale da averla sempre sotto osservazione. Allora io per non farli spendere tanti soldi li invitai a casa mia tanto avevo stanze a sufficienza, i genitori di Bea accettarono dopo un po' di insistenza da parte mia. Il giorno prima della partenza io e Bea ci sentimmo a telefono e organizzammo i nostri momenti anche secondo i miei allenamenti e le partite. Il giorno dopo mi feci accompagnare da Vincenzo ad andare a prendere Bea e i genitori all'aereoporto, una volta saliti in macchina andammo verso casa mia e Vincenzo cercava di prendermi in giro e Bea però non abboccò anzi mi fece tantissimi complimenti. Quando arrivammo sotto il palazzo mi accorsi che l'ascensore era rotto e quindi presi in braccio Bea e la portai sopra salendo le scale con lei in braccio. Dopodichè mi misi sul letto e mi riposai, Bea mi chiese scusa per il fatto che era pesante ma io le dissi che per lei avrei fatto qualsiasi cosa ma lei mi fece un piccolo trabocchetto e mi chiese di fare pace con Wes, dopo un po' di lamenti mi convinsi, lo chiamai e ci incontrammo e facemmo pace anche perché lui mi promise che avrebbe dimenticato Bea. Quando tornai a casa mangiammo, poi andammo a riposare, il mio letto stava vicino a quello di Bea, la aiutai a metterla nel letto e poi mi misi a letto anche io, feci così in modo tale che se durante la notte doveva andare in bagno le avrei dato una mano. Ci vedemmo un po' la televisione, poi salii sul suo letto e ci addormentammo l'uno abbracciato all'altra..."

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