(Federico's pov's)
"Quando io tornai a Torino, dopo che le ero stato accanto per un pò di giorni dopo la violenza, iniziò il silenzio e scese il gelo tra di noi. Quando la chiamavo era sempre più difficile trovarla, e quando rispondeva parlavamo poco o niente. Quando riuscivo a scendere a Firenze era difficile che ci vedevamo e quelle poche volte che ci vedevamo non mi permetteva di toccarla, nè di baciarla, iniziava ad urlare non appena la sfioravo. Era una situazione abbastanza difficile ma io comunque cercai di non demoralizzarmi, io la amavo e volevo che lei si riprendesse al meglio. La cosa che fece fu quella di andare da uno psicologo. Passarono due mesi e arrivò ottobre il giorno del mio compleanno, tutti i ragazzi della squadra mi fecero gli auguri ed erano strani per tutto l'allenamento. Gli auguri di Bea però non arrivarono mai e questa cosa mi fece molto male, allora Wes vedendomi così mi disse:<< oggi niente storie andiamo a festeggiare il tuo compleanno in un locale... niente broncio e lacrime, solo shottini e divertimento>>
<<dai Wes oggi non ho proprio voglia di festeggiare...>> dissi io
<<non voglio contestazione... fatti trovare pronto per le 21:00>> disse lui con un tono imperativo
<<ahahah va bene Wes>> dissi io. Poi dopo gli allenamenti, mi feci una doccia, mi vestii e tornai a casa, mangiai qualcosa e mi preparai. Wes mi bussò e uscii. Mi portò in questo locale, era stranamente tutto chiuso e silenzioso, non riuscivo a capire il motivo per cui mi avesse portato lì ma quando poi aprimmo le porte del locale ecco che si accesero tutte le luci e vidi tutti i miei amici, la mia famiglia e poi soprattutto tra la folla la vidi c'era anche Bea. Ringraziai tutti uno a uno e poi andai da Bea, le sorrisi e la ringraziai, dopodichè andammo a ballare. Ero restio a sfiorarla mentre ballavamo ma lei mi prese le mani e se le mise addosso io rimasi meravigliato e lei mi spiegò che da quando era andata dallo psicologo stava migliorando. Allora pensai che la stessa cosa valesse anche per i baci, ma lì capii dal suo sguardo che non era vero, aveva ancora paura, allora mi fermai e la tranquillizzai facendole capire che per me non era un problema, già che era lì. Poi sganciò la bomba, mi disse che non si era sentita bene durante il viaggio per venire a Torino e che aveva comprato un test di gravidanza, ma non lo aveva fatto per non rovinare la mia festa, e mi disse che voleva farlo il giorno dopo insieme a me, io non le dissi niente solo che mi andava bene. Dopodichè spensi le candeline, mangiammo la torta e tornammo a casa. Andammo a dormire, ero un pò agitato per il giorno dopo ma non lo diedi a vedere a Bea. Il giorno dopo vidi che finalmente Bea dopo una serata insonne aveva dormito un pò quindi andai in cucina e preparai la colazione e il caffè. Quando fu pronto il caffè, ne misi un pò nella mia tazzina e mi misi a sedere e pensai a tutte le conseguenze del gesto che quel James aveva fatto, pensai a cosa dovevo fare se davvero Bea era incinta di lui, e cosa potevo fare per non farla stare male. Poi ecco che venne Bea, le diedi il buon giorno le dissi che c'era il caffè, si mise poi a sedere di fronte a me posò la fronte sulla mia e mi disse che mi aveva detto del test perchè mi voleva dare una scelta, se stare con lei oppure lasciarla, cosa che lei non aveva avuto. Poi inoltre mi disse che ero libero di lasciarla ma se potevo starle accanto quando faceva il test di gravidanza. Io non sapevo cosa dirle quindi rimasi in silenzio, allora lei posò la tazzina del caffe e andò in bagno a fare il test. Io capii di aver sbagliato a non dire nulla, quindi mi alzai e andai verso il bagno quando lei uscii le presi la mano e andammo insieme in cucina, posò il test di gravidanza su di un fazzoletto sul tavolo e aspettammo mano nella mano il risultato. Quei cinque minuti furono i più lunghi della mia vita, nemmeno quando giocavo una partita e stavamo vincendo e quegli ultimi minuti prima del fischio finale erano così lenti come quei cinque minuti. Poi ecco che suonò la sveglia, lei prese il test lesse il risultato e pianse. Era incinta di 8 settimane proprio due mesi giusti dalla violenza, io la abbracciai e le dissi che quei bastardi non l'avrebbero avuta vinta, li dovevo picchiare specialmente James. Ma lei poi mi disse che la polizia li aveva presi e che lei era andata pochi giorni prima in commissariato per riconoscerli. Io mi arrabbiai parecchio, lei lo sapeva che volevo picchiarlo fino a fargli uscire il sangue e mi fece arrabbiare che lei non mi aveva detto nulla. Lei mi disse che non me lo aveva detto per non farmi arrestare, io continuai ad urlarle contro poi lei però si mise a piangere e cadde su di una sedia mettendosi le mani in faccia, io mi misi accovacciato di fronte a lei e le dissi che ero arrabbiato e volevo la mia vendetta, anche perchè quelle persone avevano rovinato il nostro rapporto e inoltre avrei dovuto crescere il bambino di uno di quei quattro bastardi e la cosa non mi faceva sentire molto bene. Lei allora si alzò, si tolse la fedina e mi disse che non era colpa sua, ma capiva anche che io non la potevo più vedere, mi ringraziò per quello che avevo fatto per lei, mi disse che mi amava e se ne andò. Io rimasi lì fermo come un cretino a piangere senza rincorrerla, la avevo persa perchè ero stato più concentrato ad avere vendetta che a pensare alla sua situazione e al bambino che aveva in grembo. Passarono alcune settimane e ormai io e Bea non ci sentivamo più non sapevo cosa succedesse nella sua vita, ma per fortuna ogni tanto Wes mi aggiornava perchè lui continuava a scendere a Firenze per Lucia. Le cose tra i due andava sempre meglio ed io ero felice per loro. Un giorno di questi però Wes mi disse:<<senti Fe non posso vederti così, devi fare qualcosa... so che non è figlio tuo ma è pur sempre la donna che ami quindi pensa a qualcosa di speciale e io e Lucia pensiamo a fartela venire>>
<<Wes non credo che lei mi perdoni, sono stato uno stronzo, le avevo detto che non l'avrei mai lasciata nei momenti di difficoltà ed invece...>> dissi io
<<sei ancora in tempo, prima che lei ricominci tutto dall'inizio riprendila bro... io e Lucia anche se lei è un pò arrabbiata con te, stiamo dalla tua parte>> disse Wes e quelle parole mi fecero pensare e decisi di fare le cose in grande. Era l'amore della mia vita, aspettava un figlio e non volevo lasciarla da sola quindi decisi di farmi perdonare e di chiederle di sposarmi così da poter continuare a vivere la nostra favola..."
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Quello che non ti aspetti
أدب الهواةBea è una ragazza di 23 anni che abita a Firenze, ama sin da piccola il calcio ed è una grande tifosa della Fiorentina. Parte per una settimana per Courmayeur ed è proprio lì che fa un incontro/ scontro con una persona... cosa succederà tra i due? E...