A PARIGI

40 1 0
                                    

(Federico's pov's)
"Durante la notte Bea si svegliò e quindi essendo che stavo vicino a lei lo feci anche io, le chiesi se andasse tutto bene e poi ritornai nel mio letto. Ci riaddormentammo e poi la mattina seguente mi svegliò Bea dolcemente. Era tardissimo doveva andare a fisioterapia, quindi mi alzai velocissimo, la presi dal letto e la misi sulla sedia a rotelle. Andammo verso la cucina, dove c'era la mamma di Bea che stava preparando la colazione, suo padre e suo fratello invece seduti a bere il caffè, li salutammo, mangiammo qualcosa poi ci andammo a lavare e a vestirci e la accompagnai a fisioterapia. Io rimasi fuori in sala d'aspetto e aspettai che uscisse dopo un po' di tempo, venne con il dottore il quale mi disse:<<salve Federico, per me è un onore rincontrarla di nuovo, le volevo chiedere un piacere se fosse possibile ovviamente>>
<<salve dottore, mi dica...>> dissi io
<<c'è mia figlia che la segue da sempre, e le volevo chiedere se qualche volta può venire così ve la presento>> disse il dottore
<<ma certo non si preoccupi mi dica quando e ci sarò>> dissi io
<<in realtà me lo deve dire lei per gli allenamenti>> disse il dottore
<<va bene le faccio sapere>> dissi io. Poi il dottore parlò con i genitori di Bea sulla sua condizione, doveva continuare i trattamenti che stava facendo e la doveva tenere sotto osservazione. I genitori di Bea durante il tragitto per tornare a casa parlarono di dover trovare un albergo che affittasse una camera per quelle settimane per non creare troppo disturbo a me
<<ma non vi preoccupate a me non date nessun disturbo, come avete visto ognuno ha i suoi spazi e soprattutto mi fate compagnia. Dopo mangiato avevo un po' di tempo prima degli allenamenti e quindi andammo a fare una passeggiata, sotto al palazzo incontrammo Wes, io gli chiesi come mai stava lì, e vedendolo in difficoltà Bea disse che lo aveva chiamato lei, essendo che avevamo fatto pace e voleva che noi passassimo del tempo insieme, mi innervosii questa cosa perché volevo stare un po' da solo con Bea ma comunque lo accettai e cominciammo a passeggiare. Ad un certo punto se ne andò ed io ne fui molto sollevato e in quel momento io e Bea avemmo il nostro primo piccolo litigio, anche perché poi Bea mi disse che Wes continuava a messaggiarla e quindi questa cosa mi fece ancora di più innervosire, la mia gelosia mi faceva parlare ma poi per fortuna si risolse tutto, le comprai un pupazzo e anche ci facemmo due braccialetti, uno con scritto *Chicco* e lo indossò lei e uno con su scritto *cucciola* e lo indossai io. Dopo la passeggiata andai all'allenamento, diedi il massimo perché ci sarebbe stata la partita e volevo essere schierato. Dopo tornai a casa mangiai e poi decidemmo di pubblicare una foto su Instagram. Le giornate passate con Bea passarono molto velocemente. Incontrai come promesso la figlia del dottore, che fu molto gentile e mi disse tante belle parole, e volle fare anche una foto con Bea e questa cosa mi fece piacere che qualcuno accettava che io finalmente avevo trovato la persona giusta. Dopo quei trattamenti e la fisioterapia Bea finalmente riuscì a camminare ma non doveva sforzarsi tanto. Approfittando della sua nuova situazione la invitai a vedere una partita allo stadio per la prima volta. Pubblicò anche una storia dove diceva che anche se lei era tifosa di un'altra squadra, era allo stadio solo per me. Fu una bella partita, io segnai e dedicai il goal a Bea. Dopo quasi un mese riuscì a camminare bene e noi finalmente potevamo affrontare quel viaggio a Parigi che lei mi aveva regalato al nostro anniversario, dopo un mese di tante peripezie riuscimmo a realizzare il nostro sogno più grande quello di andare a Parigi insieme. Essendo che lei era migliorata dopo quella partita tornò a Firenze. Io continuai ad allenarmi e poi nella sosta nazionali decidemmo di andare a Parigi, in modo tale che io non perdessi alcun allenamento né partita, anche perché Mancini non mi aveva convocato e quindi decidemmo di partire approfittando di tutte le coincidenze che si erano create. Era il giorno della partenza e io e Bea ci saremo dovuti vedere direttamente lì nella città dell'amore. Io partii da Torino, mentre lei da Firenze, poiché il suo aereo sarebbe arrivato un'ora dopo il mio restai ad aspettarla in aereoporto. Una volta che arrivò, quando ci vedemmo ci abbracciammo e ci baciammo forte forte perché non ci vedevamo da parecchio tempo e poi uscimmo dall'aereoporto e cominciammo a cercare un taxi che ci portava all'albergo ... che era vicino al Louvre. La prima cosa sistemammo le valigie nelle nostre camere ... avevamo le camere separate ... una di fronte all'altra. Poi scendemmo e andammo a vedere la Tour Eiffel nella sua grande maestosità era quasi sera quindi era anche tutta illuminata ed era molto romantico ci facemmo fare anche una foto.

fedexchiesa's post

*io e te, la Tour Eiffel null'altro manca

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

*io e te, la Tour Eiffel null'altro manca....* scrissi io sotto al mio post che anche Bea condivise nella sua storia. Cenammo in un ristorante lì vicino alla Tour Eiffel , mi sentivo veramente Bene , non avevo nessun pensiero, stavo con lei e null'altro importava. Mentre però stavamo cenando arrivò un messaggio sul telefono di Bea
<< Amore non vorrei rovinare la cena ma mi è arrivato questo messaggio o cambio numero o non so veditela tu perché sta diventando davvero asfissiante >> disse Bea. Io lessi il messaggio e stava scritto * quanto vorrei essere io lì con te a Parigi, sarebbe molto bello*. Io stavo per scoppiare, ma tranquillamente le dissi:<<Ora lo chiamo io e vediamo se non la smette>>, lei preoccupata mi prese la mano e mi disse:<<amore però stai calmo>>. Io presi il mio telefono e chiamai Wes..."

Quello che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora