In città

101 0 3
                                    

(Cristina)

-Sono indecisa: non so se ammazzarti oppure toglierti semplicemente il saluto... - esclama Gaia, chiudendo la porta, quando a fine serata torniamo a casa nostra. Mi volto verso di lei sorridendo: -Non sapevamo nemmeno noi quello che stava succedendo... - dico cercando di spiegarmi, -Era il vostro primo bacio? – domanda cercando di nascondere che il suo entusiasmo è alle stelle, -No... - rispondo arrossendo e sentendo le farfalle allo stomaco solo al ricordo del primo bacio, -Ecco vedi!? Non me l'avevi detto, eppure è una cosa importantissima! Siamo migliori amiche e mi lasci all'oscuro di una cosa del genere!? – esclama confusa, -Gaia, vieni qui... - la invito, allargando le braccia, lei fa come ho detto e ci abbracciamo: -Non ti ho detto nulla perché nemmeno io ero sicura... Era il giorno in cui mi aveva invitato a giocare a tennis: dopo la partita mi ha portato in un parchetto che gli piace e abbiamo cominciato a parlare del fatto che canto... - spiego entusiasta, -E...? – chiede curiosa mentre le torna il sorriso pieno di felicità, -E... mi ha detto che non si capacitava del perché non glielo avessi detto, gli ho spiegato che non sono una che ama parlare di ciò che fa, e lui ha detto che credeva di conoscermi... - racconto e l'espressione che Marco aveva in quel momento mi torna in mente. -Vai avantii! – grida Gaia emozionata sciogliendo l'abbraccio e sedendosi sul divano, io scoppio a ridere e mi siedo al suo fianco: -Gli ho mostrato il tatuaggio in modo tale che non ci fosse davvero niente che lui non sapesse di me e poi... - concludo con la voce strozzata dall'entusiasmo, -Sììììì!!!!!!!!!!! QUANTO CI AVETE MESSOO! – strilla alzandosi e ballettando, -Non ti avevo detto niente al riguardo perché volevo andarci cauta e perché, purtroppo, c'è stato l'incidente con Riccardo nel mezzo... - le spiego pazientemente. -Mi hanno detto che in ospedale non ti ha mai lasciata sola...! - aggiunge lei, intenerita, -Sì... lo hanno detto anche a me e non ti nascondo, infatti, che c'è stato un bacio anche in quell'occasione...! - rivelo, sapendo di farla esplodere dalla gioia, -Non ci credo! - esclama in visibilio mentre io annuisco sorridendo.
-Stasera gli ho chiesto che cosa ci fosse tra noi due, lui mi ha risposto dicendo che gli piaccio tanto e a quel punto... beh, il resto l'avete visto da soli! – finisco di raccontare facendole un occhiolino, -State insieme ora? – chiede saltellando di gioia, -Ormai da un paio di ore... - dico sorridendo mentre guardo l'orologio, -Ma come faccio ad arrabbiarmi con te!? Se mi dai queste notizione poi... -esclama stringendomi forte, io rido lasciandole un bacio sulla guancia.

-Che ne dici se andiamo a letto ora? – propongo, cominciando piano piano a rendermi conto di quello che è successo stasera, -Sì, domani torni a lavoro...! – ricorda, calmandosi, -Sempre se riesco a dormire... - aggiungo passandomi le mani sul volto, emozionata: -La mia Crii! – esclama intenerita, stringendomi a sé, -Scusa, sto realizzando solo ora... È-è sempre stato il mio sogno, e ora... - dico ripensando alla conversazione avuta con Marco poco fa, -Sei la ragazza migliore che esista, sei riuscita a realizzare il tuo sogno più grande: adesso goditela! – esclama lasciandomi un bacio sulla testa.

La mia sveglia stamattina non è suonata, così sono in estremo ritardo su tutta la linea.
–Cri! Ma dove sei? – chiede Vittoria quando rispondo al telefono, -Vitto, scusa, non mi sono svegliata in tempo stamani... Faccio il prima possibile! – esclamo riattaccando e correndo a vestirmi.
Mentre bevo velocemente un po' di caffè, controllo di aver preso tutto quello che mi serve e, chiusa la borsa, esco di casa.

Salgo in macchina e, guardandomi allo specchietto retrovisore, noto con orrore di non avere più un orecchino: -Dove sarà finito!? – esclamo cominciando a cercare in giro per la macchina.
Non trovandolo, mi rassegno: non ho tempo per cercarlo, "spero di averlo lasciato in casa..." penso mentre metto in moto e comincio a fare marcia indietro per uscire dal parcheggio.
I sensori suonano ma ormai è troppo tardi, ho battuto contro qualcosa; mi volto verso il lunotto posteriore per vedere cosa ho colpito e vedo la moto di Marco. Chiudo gli occhi disperata, "Perché stamattina va tutto così male?" sbotto.
Proprio in quel momento, il mio sportello viene aperto: -La mia moto ringrazia! – esclama Marco ridendo, -Scusami, ero distratta... stavo pensando che sono in ritardo e ho anche perso... - -Questo? – chiede Marco interrompendomi sorridendo e mostrandomi l'orecchino, -Grazie! – esclamo sollevata per non averlo perso.
-Ti ho rovinato la moto? – chiedo slacciandomi la cintura e uscendo dalla macchina per vedere il danno, -No, tranquilla! – esclama indicandola, e in effetti sembra non essere successo nulla: la moto è ancora in piedi sul cavalletto.

Sbuffando, mi appoggio alla macchina e reclino la testa all'indietro: -Ti accompagno io! – propone sorridendo, rialzo la testa e lo guardo: -Dovrai andare a lavoro... Non preoccuparti... - rispondo, -Dai, su! Non era una domanda! – esclama scuotendo la testa e porgendomi un casco, -Per tornare poi sono senza macchina... - dico pensierosa, -Ti passo a prendere io quando finisci di lavorare, ma adesso andiamo, o farai ancora più tardi! – mi incita salendo sulla moto, io annuisco e salgo a mia volta.
–Grazie, davvero! – esclamo abbracciata a lui mentre sfrecciamo per le vie di Milano, mi sto godendo questo momento: siamo solo io e lui, così vicini, mentre il resto della città scorre anonimamente intorno a noi, -Ne stavi combinando una dietro l'altra, non potevi guidare, non potevo lasciarti andare in quel modo... - risponde divertito, io ridacchio mentre ci fermiamo ad un semaforo; guardo l'orologio, sono le nove e mezzo: un ritardo mostruoso!
-Grazie Marco... veramente! – dico sorridendo quando parcheggiamo, -Cri, ringraziami un'altra volta e non ti parlo più! – minaccia fingendosi scocciato, io scoppio a ridere e gli restituisco il casco lasciandogli un rapido bacio sulle labbra, -Ci vediamo dopo! – esclamo allontanandomi piano, -A dopo, chiamami quando esci da lavoro! – si raccomanda salutandomi con la mano prima di sfrecciare verso lo studio.

-Cri! Finalmente! – esclama Vittoria vedendomi entrare: il negozio è già molto affollato, così corro verso gli armadietti, lascio la borsa e la giacca per cominciare a lavorare.
–Scusate, la sveglia non ha suonato... - mi scuso quando torno da loro, -Mh... la sveglia non ha suonato o Mengoni non ti ha svegliato? – chiede Matilde a bassa voce, avvicinandosi a me, io scuoto la testa sorridendo: -No, non ha suonato la sveglia... - dico, -Aspetta, aspetta! – esclama Vittoria, -Devo essermi persa qualcosa... Vi siete finalmente messi insieme? – chiede entusiasta, io annuisco sorridendo alzando gli occhi al cielo in modo tale da mascherare l'entusiasmo per non dare nell'occhio, -Ma vi chiedo di mantenere il contegno... Non voglio che scoppi una bufera... - aggiungo facendomi seria, le mie colleghe annuiscono dandomi la loro parola e mi abbracciano prima di riprendere a lavorare.

Il confine della mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora