Rock bottom

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-Cri, oggi mentre eri a lavoro mi hanno chiamato per mandarmi a Nuova Delhi, c'è un incontro sulle lingue... - inizia a raccontare Gaia, una volta uscita dalla doccia, con i capelli avvolti in un asciugamano, cingendosi l'accappatoio, -Ma è bellissimo! – esclamo contenta. -Ei, non sei felice? – domando però, subito, vedendola pensierosa, -Sì, sono contenta, il problema è che devo partire domani... - spiega, aspettando una mia reazione, sedendosi sul suo letto.
Mi siedo in silenzio vicino a lei e annuisco, metabolizzando la notizia: -Sappiamo tutte e due quanto è dura ogni volta separarci, se poi me lo dicono il giorno prima per il giorno dopo... - pensa lei, ad alta voce, guardandosi riflessa nello specchio; -Gaia, è vero che stiamo male quando siamo separate, ma non possiamo reagire così... Sembra sia successa una tragedia! - osservo, passandole una mano sulla spalla. Qualche istante dopo, la vedo annuire, ripensando a quanto ho appena detto e, senza dire nulla, mi abbraccia: -Hai ragione... - dice piano, poggiando la testa sulla mia spalla, -Meno male ci sei! – aggiunge sollevata.
–Dai! – esclamo, sciogliendo l'abbraccio per alzarmi in piedi, -Vestiti che andiamo in studio dai ragazzi...! – aggiungo battendo le mani, soddisfatta della mia idea, -Faccio subito! – risponde felice correndo ad asciugarsi i capelli; io, intanto, mando un messaggio a Marta per avvisarli del nostro arrivo.

Quando apriamo la porta dello studio, Marta corre verso di noi abbracciandoci felice: -Eccole!! – esclama sorridendo, -Ciao a te, Marta! Ben ritrovata! - saluto, contagiata dalla sua felicità, mentre la guardo stringere Gaia con entusiasmo.
-Quando siete tutti devo dirvi una cosa... - comunica la mia migliore amica, dopo i saluti, finalmente un po' più allegra, guardandomi per cercare sicurezza; per tutta risposta, annuisco facendole un occhiolino.

-Ragazzi, io parto per Nuova Delhi... - rivela Gaia, una volta che ci siamo tutti accomodati in sala break, -Nuova Delhi? Accidenti! – esclama Davide colpito, Gaia annuisce sorridendo: -L'unica cosa negativa è che me l'hanno detto oggi per domani... Partirò la mattina presto: l'aereo decolla alle otto...- spiega pensierosa, -Mi mancherete così tanto...! – aggiunge poi, allargando le braccia, invitandoci ad abbracciarla.
-Non per sembrare fissata con il cibo... - interviene Marta ridendo, mentre siamo ancora tutti stretti nell'abbraccio di gruppo, -Ma... Se andassimo a cena tutti insieme per salutare la nostra Gaia? – propone allegra, -Mi sembra un'ottima idea! – esclama Marco contento, parlando a nome di tutti.

Mezz'ora dopo, usciamo dallo studio.
-Ciao Cri... – saluta lentamente una voce. Spalanco gli occhi per la sorpresa, avendo capito di chi si tratta, mi volto piano e noto Riccardo che, appoggiato al muro alle nostre spalle, mi sta fissando.
I ragazzi si voltano verso di me: -Andiamo via... - invita Marco deciso, -Non così in fretta... - sussurra Riccardo avvicinandomisi; con la coda dell'occhio vedo che Marco sta iniziando ad irritarsi.

–Piccola, ti avevo chiesto di tornare con me con le buone...- inizia, appoggiandomi una mano su una guancia, -Non dici niente? – domanda, notando il mio silenzio assoluto, continuo a non proferire parola: so solo che ho tantissima paura in questo momento.
–Riccardo, lasciala in pace! – esclama Gaia rabbiosa, -Oh, Gaia! Ci sei anche tu... - osserva, alzando gli occhi su di lei, -Mi chiedevo dove fossi... - aggiunge sarcastico, -Smettila Riccardo! – intimo, riprendendomi dallo stato di blocco in cui mi trovavo, realizzando che sto mettendo in pericolo i ragazzi, -Ma guarda! Hai ripreso pigolo!? – ribatte, mettendosi una mano in tasca.
-Riccardo te ne devi andare! Basta! – esclama Marco arrabbiato, avvicinandoglisi, -Ah, ecco! - si affretta a dire Riccardo, fingendosi stupito, concentrandosi su di lui. -Ecco con chi mi hai rimpiazzato! Niente meno che Marco Mengoni... - riprende, -Brava, brava! È sempre stato il tuo sogno, vero? – prosegue, estraendo una pistola, -Mi hai chiesto di tornare con te e ti ho risposto, ormai è finita, te ne devi fare una ragione... Soprattutto perché è colpa tua! – esclamo, ignorando le sue frecciatine, puntandogli un dito contro.
In un attimo, sento un colpo di pistola e mi ritrovo a terra con un fortissimo dolore alla gamba destra. In un attimo, i ragazzi si stringono vicino a me.

Marco, inginocchiatosi accanto a me, mi solleva il busto dall'asfalto e mi fa appoggiare sulle sue gambe, Marta intanto chiama un'ambulanza.
–Cri, ti prego, resisti! L'ambulanza arriva, tu non chiudere gli occhi! – mi prega Marco, accarezzandomi il volto, lo guardo: -Riccardo è-è andato via? – chiedo debolmente, -Sì... Quello stronzo ti ha sparato ad una gamba e poi è scappato... - risponde, -Non credere che non gliela farò pagare! - si affretta ad aggiungere, mentre sul suo viso c'è un misto di espressioni: lo shock, la rabbia e la paura.
-Non mollare Cri, per favore...! – sussurra di nuovo e una sua lacrima mi bagna la guancia.

Il confine della mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora