Io ti aspetto

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(Marco)

-Marco, l'ambulanza è arrivata! – esclama Iaia avvertendomi; io non mi muovo e continuo a stringere Cri tra le braccia. -Che è successo? – chiede il primo paramedico che ci raggiunge, -Le hanno sparato ad una gamba, la destra... - spiego, sentendo altre lacrime sulle mie guance, -Sbrighiamoci, dobbiamo portarla velocemente in ospedale! – esclama un altro paramedico, sollevando Cristina e adagiandola sulla barella.

–Gaia, vai tu con Cri... - dico avvicinandomi a Gaia mentre mi asciugo gli occhi, -N-no, vai tu... - ribatte singhiozzando, io scuoto la testa e delicatamente la spingo verso l'ambulanza; una volta salita, si dirigono subito verso l'ospedale.
–Andiamo Marco, ti accompagno... - sussurra mia cugina abbracciandomi, io annuisco grato e salgo nella sua macchina.

Una volta arrivati in ospedale, Gaia ci corre incontro: -Hai avvisato i suoi genitori? – chiedo abbracciandola, -Sì... Sono partiti immediatamente, stanno arrivando... - riferisce, affondando il volto nel mio petto, -Qui si occuperanno di lei... - dico, sospirando, per cercare di rassicurarla, -Marco, mi aiuterai con Riccardo? – domanda per tutta risposta, alzando la testa per guardarmi negli occhi, -Sì, aspettiamo che arrivino Silvia e Giancarlo e poi tu ed io andiamo a denunciarlo ai carabinieri... - dico deciso; lei annuisce e Iaia si unisce al nostro abbraccio.

-Buonasera, vorremmo fare una denuncia... - dico, quando entriamo alla stazione dei carabinieri, -Prego, seguitemi... - replica un carabiniere, portandoci in un ufficio.
-Allora, ditemi... - esclama facendoci accomodare, -Circa un'ora fa, hanno sparato ferendo di proposito una ragazza... - spiego, cercando di mantenere la calma, -La ragazza coinvolta si chiama Cristina Serafini, ed è stata colpita dal suo ex, Riccardo Brega. Noi eravamo con la ragazza in quel momento...- aggiungo, il carabiniere annuisce e scrive le informazioni, -Voi vi chiamate? – chiede, -Marco Mengoni...- rispondo, -Io sono Gaia Giambelli... - replica Gaia, seduta accanto a me.
Il carabiniere, dopo aver scritto tutto, ci dice che riporterà la nostra denuncia e poi ci accompagna all'uscita.

Quando torniamo in ospedale, Gaia corre verso i genitori di Cristina, che hanno delle espressioni sconvolte: -C-come sta? – domanda Gaia agitandosi, Silvia scuote la testa: -I dottori hanno detto che il proiettile lo hanno tolto e che è andato tutto per il meglio, solo che non si sta svegliando... - spiega. Un colpo al cuore: -Come? – chiedo confuso, -I dottori non capiscono... - aggiunge il padre, Gaia si siede con le mani tra i capelli: - I-io non parto... - dice ad un certo punto, -Cosa?! - domando colpito, sedendomi vicino a lei, -Io non parto, non vado più a Nuova Delhi... - ripete. -Gaia, ascoltami... Capisco quanto tu possa soffrire, ma lo sai che anche Cri non vorrebbe mai che tu rinunciassi al tuo lavoro... - cerco di farla ragionare, -N-non so che cosa fare... I-io... - balbetta lei scoppiando poi a piangere, -Gaia, Marco ha ragione... Cri non vorrebbe mai che tu rinunciassi per lei... Ti terremo aggiornata, puoi starne sicura... - dice Iaia appoggiandole una mano su una spalla, lei annuisce: -Quando oggi le ho detto che sarei dovuta partire, era così contenta per me... - osserva Gaia, sorridendo al ricordo. -E poi, non importa la distanza, siamo tutti vicinissimi come sempre, tutti insieme a lei! – esclama Marta, arrivata con i ragazzi mentre noi eravamo dai carabinieri, avvicinandosi a noi.
D'accordo con quanto appena detto, ci abbracciamo tutti, sperando che questo incubo finisca presto.

Il confine della mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora