La nostra Estate

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Marco ha finito gli instore, e siamo già arrivati al giorno della partenza per la Sardegna.
-Gaia, comincio a portare giù i bagagli, d'accordo? – la avverto dal salotto, -Va bene, grazie! Ma non portarli tutti tu... Lasciamene alcuni, io sono quasi pronta, chiudo casa e arrivo! – risponde dal bagno. Così, prendo un paio di borse da mare e un trolley e mi avvio verso le scale.

–Non porterai tutto da sola, vero? – chiede una voce che riconoscerei tra mille, non appena chiudo la porta di casa: è Marco che parla dal suo pianerottolo. Sorrido e mi affaccio dalla ringhiera: -Non sono così carica, sono solo due borse e un trolley...- rispondo guardandolo a sua volta affacciato, -Stai lì: sto arrivando! – esclama per tutta risposta; scoppio a ridere e appoggio le borse per terra sul pianerottolo aspettandolo.

-Siamo tutti? – domanda Peter non appena Marco ed io scendiamo, -No, manca Gaia... - rispondo appoggiando il trolley a terra.
-Allora, dato che siamo otto, abbiamo già selezionato le macchine con cui andremo... - inizia Peter, -Prendiamo la mia e quella di Marco, va bene a tutti? – spiega, -Perfetto! - esclamiamo noi contenti e cominciamo a caricare i bagagli nelle auto.
In quel momento arriva Gaia: -Scusatemi... Ci sono! – dice con il fiatone, -Fede sta arrivando, ha trovato un po' di traffico... - aggiunge poi, -Non ti preoccupare, siamo in largo anticipo! – esclama Marta di buon umore, come del resto tutti noi.

Quando anche Federico riesce ad arrivare, saliamo tutti in macchina e partiamo. Marco, Gaia, Fede ed io siamo insieme nella macchina di Marco, mentre Iaia, Marta e Davide sono con Peter nella sua macchina.

-Non cominciamo a fare confusione eh! – esclama Marco alla guida fingendosi arrabbiato quando io, seduta al suo fianco, alzo il volume della radio. Per tutta risposta, scoppio a ridere e gli faccio una linguaccia: -Ma tu fossi andata con Peter e avessi fatto venire qui qualcun altro non sarebbe stato meglio? – domanda scherzando, -Sì! Lo penso anche io, ma mi pare che non ci fosse molta scelta riguardo ai posti... - rispondo sorridendo, lui scoppia a ridere di gusto. Federico e Gaia intanto, dai posti dietro, ci guardano divertiti.

-AHH! – esclama rilassata Marta, sedendosi su una poltrona, quando arriviamo nel salone del traghetto. Ci accomodiamo tutti e cominciamo a parlare e a scherzare, impazienti di arrivare in Sardegna.
–I documenti per le case li abbiamo tutti? – chiede Marta ad un certo punto, -Sì, capo! – rispondiamo in coro, -Molto bene ciurma! – risponde lei, stando al gioco.
Ci sono tante persone, ma durante il viaggio non siamo disturbati troppo da fan desiderosi di chiedere a Marco delle foto.

Quando scendiamo e rientriamo nelle macchine, senza che Marco se ne accorga, faccio cambio di posto con Davide e vado in macchina con Peter e gli altri.
-Vi sentite già in vacanza con quest'aria sarda nei polmoni? – chiedo sorridendo, -Molto! – esclama Iaia soddisfatta, -Ma quando arriveremo nelle case ancora di più! – esclama Marta eccitata, -Prima io e Peter abbiamo pensato che per gli appartamenti potremmo dividerci in maschi e femmine... Cioè, i ragazzi tutti in una casa, e noi ragazze nell'altra! – spiega soddisfatta, -Direi che è un ottimo piano! – dico guardando Iaia seduta accanto a me, e poi Marta, accanto a Peter.

Dopo aver preso le chiavi degli appartamenti, cominciamo a prendere i nostri bagagli: -Guarda che non dicevo sul serio quando stamattina ho detto che saresti dovuta andare con Peter, Iaia e Marta eh! – esclama Marco mentre prendo il mio trolley e la borsa da mare, -Lo so, tranquillo! Ho smesso di prenderti sul serio nel lontano... Aspetta non ti ho MAI preso sul serio! – rispondo ridendo per la mia stessa battuta, lui mi stringe fra le sue braccia e comincia a farmi il solletico ovunque: -Marco no! Ti prego smettilaa! – strillo ridendo e dimenandomi, cercando comunque di non fargli male.
–Finiscila P! Sta cominciando a diventare viola da quanto ride! – interviene sorridendo Marta, salvandomi, Marco continuando a ridere mi lascia e io faccio dei gran respironi per riuscire a tornare seria, poi riprendo la mia roba e la porto in casa.

-Appuntamento alle otto e mezzo per andare a cena! – esclama Marta chiudendosi la porta dietro le spalle e avviandosi verso una delle camere. Per queste vacanze, io dormirò con Marta, mentre Iaia e Gaia dormiranno insieme.
La nostra camera è molto bella: ha una grande finestra che dà sul mare dalla quale entra tantissima luce, le pareti sono bianche, ma i mobili sono in legno e di colore grigio. Di fronte alla finestra c'è un letto matrimoniale, e davanti al letto si trova un armadio grande abbastanza per condividerlo con Marta. Vicino all'armadio c'è una scrivania di legno e sopra, sospeso, il televisore. Accanto al letto, da un lato c'è la porta che conduce al bagno, mentre dall'altro uno specchio a figura intera.

Una volta messi tutti i miei vestiti nell'armadio, mi fermo davanti allo specchio e raccolgo i capelli in una treccia, mentre Marta mi guarda seduta sul letto: -Sei sempre stata così magra? – chiede, ad un certo punto, rompendo il silenzio: sorrido e finisco rapidamente la treccia per poi sedermi sul letto vicino a lei.
- No, prima ero così... - rispondo, mostrandole una foto di quando avevo 18 anni dal telefono. –Accidenti, sei dimagrita moltissimo! – esclama facendo il confronto; scoppio a ridere vedendo la sua reazione nel costatare che le differenze sono tante, e in quel momento Gaia e Iaia entrano in camera: -Che state facendo? – chiedono incuriosite, io mostro loro la foto e Iaia strabuzza gli occhi incredula.

-Io ho avuto l'opportunità di vedere il cambiamento dal vivo... - dice Gaia sedendosi vicino a me, –Ma... è stato un dimagrimento voluto, o legato a qualche cosa? – chiede Iaia seria, con voce incerta; Gaia e Marta mi guardano cercando di leggere i miei occhi per vedere se c'è traccia di dolore, ma io scuoto la testa sorridendo: -Non preoccupatevi! Posso parlarne tranquillamente... Ho deciso che non voglio più soffrire per il passato! – le rassicuro e poi comincio a raccontare di Riccardo e del fatto che il mio dimagrimento è legato al dolore provocato quando mi ha lasciato.
–Che stronzo! – esclamano Marta e Iaia in coro non appena finisco di raccontargli delle ultime telefonate e messaggi, -Ha anche avuto il coraggio di dirti che vuole una famiglia con te e il bambino... - dice indignata Gaia che, pur sapendo la storia, non ci si abituerà mai. –Sì, un vero stronzo, ma mi è servito per crescere... Adesso sto vivendo una vita meravigliosa, e ho voi che mi fate sentire sempre speciale e indispensabile... E se poi verrà, magari troverò anche l'uomo della mia vita...! – dico con aria sognante.
-Che ne pensi di Marco? – chiede Gaia appoggiata da Marta e Iaia, io sorrido: -Non ne ho la più pallida idea, non capisco cosa provo per lui, se è solo amicizia, o altro... Mi sembra di non conoscermi affatto...! – ammetto confusa, Marta annuisce, Iaia sorride e Gaia mi accarezza una guancia, -Sono così messa male? – chiedo sorridendo, -No, è che... – comincia Marta, -Niente... Lo vedrai! – aggiunge.
Io sorrido guardandole: le mie amiche, coloro a cui voglio tutto il bene che si può volere alle persone più care.

Il confine della mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora