Solo 2 satelliti

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-Gaia, vado a fare la spesa! – la avverto dal piano di sotto, so che è con Fede e non voglio disturbarli.
Una volta presa la borsa e le chiavi, esco di casa e poi dal palazzo facendomi avvolgere dal vento gelido: per non ammalarmi cammino rapidamente verso la macchina e, una volta raggiunta, mi ci chiudo dentro: ahh, il calduccio!

Al supermercato c'è molta gente: "Dev'essere a causa del fine settimana..." penso non appena entro.
Sospirando, prendo il carrello e comincio a fare mente locale delle cose di cui abbiamo bisogno.

–Cristina! – sento chiamare, mi volto e vedo Marco sorridente che, con il suo carrello, viene verso di me; -Ciao Marco! Ci vediamo tutti i giorni ormai, eh? – esclamo scherzando quando mi ha raggiunta, lui annuisce sorridendo. -Anche tu di spesa? – chiede alludendo al fatto che sono qui, -Sì, Gaia è con Federico e allora è toccato a me, ma mi piace... - spiego allegra, -Mi stupisce, però, che tu venga da solo in posti affollati come questo... - esclamo sorpresa, -Beh, in effetti un supermercato non è il luogo ideale per non farsi notare, ma non voglio mandare altri a fare la spesa per me, non sono il tipo... Anche a me, poi, piace aggirarmi tra gli scaffali e distrarmi un po'... - spiega continuando a sorridere.

Proseguiamo i nostri acquisti continuando a chiacchierare del più e del meno, ho perso il conto di quante risate abbiamo fatto, la spesa non è mai stata così divertente!

-Ci vediamo allora! – lo saluto una volta usciti, -Sì! – esclama allegramente, prima di avviarsi verso il marciapiede: -Marco, ma sei a piedi? – chiedo fermandolo, -Sì... Ero uscito per fare una passeggiata poi, prima di tornare a casa mi è venuto in mente di passare di qui per fare un po' di spesa... - risponde tornando verso di me per evitare di gridare, -Se vuoi posso darti un passaggio... Come puoi andare a piedi con quelle buste così pesanti? Ci vorranno minimo quaranta minuti da qui a casa! – dico, -Forse hai ragione... Ti disp... - -No, affatto! Altrimenti ti avrei lasciato andare, no? A cosa servono i vicini sennò? – rispondo prima che finisca la domanda; posso dire già di conoscerlo un po', anche lui, come me, si fa molti scrupoli prima di contare su qualcuno...
-Grazie mille eh! – esclama quando chiudo il bagagliaio, -Marco, ti prego, smetti di ringraziarmi... Lo faccio volentieri! – spiego sorridendo, lui annuisce allegro e saliamo in macchina.
Per tutta la durata del percorso, ascoltiamo la radio cantando con entusiasmo tutte le canzoni in onda. Ad un certo punto, trasmettono "L'Essenziale" ed io alzo il volume: sento i suoi occhi puntati su di me ma, trasportata dalla passione, non mi imbarazzo e comincio a cantare insieme alla sua meravigliosa voce.

-Beh, posso ritenermi soddisfatto... - esclama sorridendo quando la canzone finisce, -Di cosa? – chiedo non capendo mentre imbocco il viale di casa, -Del successo delle mie canzoni... Se cantate tutti così appassionatamente, credo di aver appena avuto la certezza che questo è davvero il mestiere giusto per me! – spiega entusiasta, -Ti posso assicurare che noi dell'Esercito cantiamo tutti così... Lo sai benissimo: guarda i tuoi concerti! – dico sorridendo porgendogli le sue buste, -Hai ragione, ma capiscimi: non mi era ancora mai capitato di salire in macchina con una mia fan... - risponde facendomi un occhiolino.
Improvvisamente divento rossa, l'imbarazzo prende pieno controllo del mio corpo, e non posso far altro che sorridere mentre ci avviamo verso il portone.

Mentre l'ascensore ci porta su, un colpo rimbomba: -C-cos'era? – chiedo spalancando gli occhi, -Credo che l'ascensore si sia appena bloccato... - risponde Marco con tutta calma, -No! Stai scherzando? No, avantii... - imploro mentre premo il tasto che porta al mio piano, -No, ferma, così fai peggio... - esclama lui prendendomi la mano. Lo guardo negli occhi e arrossisco di nuovo, così (anche se a malincuore), tolgo la mano dalla sua e mi guardo intorno cercando di concentrarmi per uscire da qui.
-Intanto premere il campanello, credo che sia un buon inizio! – dice ad alta voce cercando di rassicurarmi: non ho paura, mi infastidisce soltanto essere bloccata qui dentro.
-E se chiamassi l'assistenza? – propongo, recuperando la concentrazione, lui annuisce e insieme esclamiamo: -Il numero è là! – poi scoppiamo a ridere per il coretto che è venuto fuori, -Adesso chiamo... - dico prendendo il telefono, -No! No, ti prego... - aggiungo poco dopo esasperata, Marco mi guarda non capendo, -Non prende! – spiego rimettendo il telefono in tasca, -Tranquilla! Se ho segnale chiamo io. Comunque abbiamo suonato il campanello, qualcuno verrà... E se non possiamo chiamare noi, ci penseranno loro! – la sua pacatezza mi infonde tranquillità, sento che il nervosismo poco a poco mi sta lasciando: sono con Marco Mengoni...Bloccata in un ascensore, ma con Marco Mengoni, non posso certo lamentarmi!

–No, nemmeno il mio prende... - aggiunge poi cercando di non farmi agitare, proprio mentre sto per rispondere che dovremo aspettare, si sentono dei passi avvicinarsi: -Ei? Tutto bene? – chiede la voce: la riconosco subito, è Gaia!
–Gaia, sono io... Marco ed io siamo bloccati qui! – esclamo sentendo profonda calma, il discorso di Marco mi ha davvero tranquillizzata, -Cri! State bene? Da quanto siete qui? – chiede agitandosi, -Sì stiamo bene... Non so da quanto siamo qui, ma stai tranquilla, non ti agitare! – dico, Marco mi guarda sorridendo: -Non ti agitare? – mi chiede sottovoce, io per tutta risposta, gli faccio una linguaccia ed entrambi scoppiamo a ridere.
–Siete sicuri che sia tutto a posto, sì? – chiede Gaia non capendo perché stiamo ridendo, -Sì, davvero, tutto benone! L'unica cosa è che i nostri cellulari non prendono, quindi potresti chiamare tu quelli dell'ascensore? – chiede Marco, -Certo! - risponde prontamente la mia amica, così le dettiamo il numero: la sentiamo parlare e spiegare la situazione e quando riattacca, dice: -Hanno detto che arrivano subito... Io intanto vado ad avvisare Fede! - -D'accordo, non ti preoccupare! – la rassicuriamo noi.

-Come stai? – chiede Marco mentre insieme ci sediamo ad aspettare, -Bene, tranquillo! Anzi, grazie... – rispondo sorridendogli, -E di che? – chiede sorpreso sorridendo a sua volta, -Hai dovuto anche sopportare anche il mio nervosismo... - spiego, lui scoppia a ridere e mi abbraccia: -Ma smettila! Non sei insopportabile nemmeno da nervosa, quindi non preoccuparti proprio! – esclama.

-Ragazzi, come state? – ci chiede l'uomo della ditta, -Stiamo bene! – risponde Marco, - Quanti siete? Qualcuno di voi è ferito? – continua a chiedere, -No, nessuno è ferito. Siamo due. – risponde Marco con pazienza.
-Ecco fatto! – esclama l'addetto quando riesce ad aprire le porte, -Grazie! – diciamo in coro e usciamo con le buste della spesa.

–Meno male che l'ascensore si è fermato al terzo piano! – esclama Marco che in effetti ha delle buste molto pesanti, -Già! – rispondo sorridendo, -Buona serata Marco! – aggiungo poi volgendomi verso le rampe di scale per continuare a salire, -Cosa? Spero tu stia scherzando! Ti accompagno, lascia che appoggi queste... solo un attimo! – risponde sorridendo, -No, non c'è bisogno, davvero! – replico, non voglio obbligarlo, -Se quando riesco di casa non ci sei più, so dove trovarti! – risponde puntando un suo dito verso di me, ma ridendo, scoppio a ridere a mia volta e mi appoggio al muro: - D'accordo, Mengoni, ti aspetto qui, promesso! – lo rassicuro continuando a ridere.

–Eccomi qui, dammi qualcosa! – dice allegramente chiudendo la porta di casa sua e prendendomi una busta: -Parlavi delle mie, dicendo che erano molto pesanti, ma le tue non sono da meno eh! – esclama avviandosi su per le scale, -Hai solo preso quella più pesante... - dico sorridendo cercando di difendermi, in realtà ha ragione lui, -Mh, mh, sarà sicuramente così! – replica prendendomi in giro, io scuoto la testa ridendo.
Quando arriviamo, Marco appoggia la busta che aveva davanti alla porta di casa mia, -Grazie Marco! Sei stato veramente tanto gentile... - dico arrossendo e abbracciandolo, inizialmente un po' insicura, lui ricambia affettuosamente, -Non dirlo neanche per scherzo: non ho fatto niente di che...! – risponde stringendomi delicatamente prima di salutarmi e scendere verso casa sua.

-Tutto bene? – chiede Gaia abbracciandomi appena entro in casa, -Sì, tranquilla, non mi sono fatta male, sono solo rimasta dentro l'ascensore... - replico cercando di tranquillizzarla, -...Con Mengoni... - aggiunge Federico raggiungendoci con un sorriso sospettoso, -Sì, siamo vicini di casa... può capitare! – concludo io, e prima che uno di loro possa replicare preciso: -Il primo che si azzarda a fare qualche commentino, va fuori di casa...! – sorrido compiaciuta della mia risposta mentre appoggio le buste in cucina e vado al piano di sopra per farmi una doccia.

Il confine della mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora