Le cose che non ho

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(Marco)

Sono passate due settimane e ancora Cristina non si è svegliata, i dottori dicono che è come se si stesse rifiutando di svegliarsi e riprendere la sua vita: sono sempre più preoccupato e non mi sono mai allontanato dalla sua camera; l'album può aspettare, mi dispiace per l'Esercito ma non sono dell'umore adatto per lavorare.

-Ei... - dice Marta piano entrando in camera, mi volto verso di lei forzando un sorriso, -Come stai? – chiede, accarezzandomi la testa, - I-io mi sento... vuoto. - dico piano affranto guardando Cri immobile, -Perché non vai un po' a casa per riposarti? – propone, lasciandomi un bacio su una guancia, -No, resto qui... - replico deciso, scuotendo la testa, -Vuoi almeno qualcosa da bere? – domanda premurosa, -Un caffè magari... - sussurro con riconoscenza. Marta annuisce ed esce chiudendo delicatamente la porta.
Poco dopo, arrivano le colleghe di Cristina: -Ciao... - salutano cercando di sorridere, -Novità? – chiede Gioia speranzosa, io scuoto la testa ormai privo di ogni forza.
Marta torna con il caffè e si siede affianco a me sperando che cambi presto qualcosa.

-OMMIODDIO! – esclama improvvisamente Matilde spalancando gli occhi e attirando la nostra attenzione; accorgendosi che la guardiamo tutti, ci indica Cristina che si sta muovendo finalmente!
Io salto in piedi: -Cri... Mi senti? – chiedo, accarezzandole la fronte, -Ciao... - sussurra lei aprendo un occhio; una lacrima mi corre velocemente su una guancia e non riesco a trattenere un sorriso.
–Vado a chiamare un dottore! – esclama Marta correndo fuori dalla stanza, -Ciao Cri! Ci hai fatto spaventare tantissimo! – dice piano Matilde sorridendole mentre si avvicina, Cri sorride a sua volta e stringe una mano alla sua collega.
Poco tempo dopo, un dottore fa il suo ingresso: -Ciao Cristina! Come ti senti? – chiede gentilmente, -Mh... Un po' debole... - risponde a voce bassa sorridendo timidamente, lui annuisce e si fa raccontare altro.
-Adesso ho bisogno che tutti quanti usciate, dobbiamo fare un po' di accertamenti... - spiega poi, quando un'infermiera entra.

-Si è svegliata! – esclamo correndo in corridoio per avvisare i ragazzi, le amiche di Gaia e Cristina ed i suoi genitori: -Oh, ma è fantastico! – esclama Iaia sorridendo ed abbracciandomi mentre Silvia e Giancarlo si alzano e raggiungono la camera della figlia.
–Gaia è già tornata qui a Milano? – chiedo, impaziente di avvisarla, -Sì, mi ha mandato un messaggio mezz'ora fa dicendo che fra poco sarà qui... - spiega Marta, prendo il telefono e la chiamo: -Marco! C-che è successo a Cri!? – chiede con voce preoccupata, -Si è svegliata finalmente! – esclamo con un gran sorriso sulle labbra: -Oddio Marco, sto... Sto arrivando! Grazie per avermi telefonato! – esclama commossa, -Ti aspettiamo qui! Era il minimo Gaia, non potevo non avvisarti! – dico felice.

Mezz'ora dopo, Gaia compare nel corridoio correndo contenta, -P-posso entrare? – chiede con il fiatone, Silvia e Giancarlo annuiscono sorridendo e la guardano raggiungere la stanza.
Mi siedo su una delle seggiole del corridoio, tirando un sospiro di sollievo. -Marco, si vede che la ami tanto, non ti sei allontanato da lei nemmeno per riposare... - osserva Silvia appoggiandomi una mano sulla spalla, io annuisco arrossendo, con un sorriso leggero sulle labbra: -È così infatti, mi sono innamorato di lei...! – ammetto a bassa voce.

Il confine della mia pelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora