Capitolo 4

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Mi feci largo tra la folla cercando di non perdere nemmeno un’intonazione, nemmeno una parola di quel canto struggente che sembrava vibrare nell’aria.
Non avevo mai udito una voce così, quella ragazza era capace di accarezzare ogni sillaba che emetteva. Riuscii a spingermi quasi davanti all’intera platea ricevendo insulti seppur sottovoce, ma non diedi peso a nessuno, riuscii a posizionarmi in un punto da cui potevo vedere benissimo l’esile figura seduta su un alto sgabello rivolta, però, (ahimè!), all’altra parte del pubblico. Rimasi lì ad ammirare i lunghi capelli raccolti lateralmente e fissati in alto da una rosa cremisi. Le maniche del lungo abito nero, adornato da fasce e veli rossi, scendevano sulle braccia leggermente a sbuffo lasciandole scoperte le spalle. Seduta quasi immobile, si scorgeva, come unico movimento, la contrazione del diaframma che le consentiva la respirazione. Potei notare gli sguardi dei presenti completamente persi su quella dolce e sensuale figura, e attratti come me da quella voce che avevo potuto godere da solo quel pomeriggio.

Quando il canto terminò, un forte applauso si levò in tutta la piazza, mentre con garbo la giovane donna si accingeva a prepararsi per un’altra esibizione. Ero più che convinto di ascoltare ancora la sua voce, ma il mio stupore fu immenso quando la vidi sollevare decisa le braccia e con un veloce movimento delle mani far schioccare due paia di nacchere. Accompagnò quel gesto con un suono proveniente ancora una volta dalla sua bocca, sembrava quasi un lamento di dolore misto a gioia. Poi il rumore delle scarpe che batteva a ritmo sul suolo diede inizio a quell’esibizione che tutti stavano aspettando. Le note di una chitarra accompagnarono i movimenti di quel corpo che emetteva sensualità, rabbia, gioia, passione. E solo in quel momento capii che la famosa e bramata ballerina di flamenco era lei.

Mi tornarono in mente gli occhi angelici nei quali mi ero perso quel pomeriggio, il viso dolce lievemente arrossato per averla sorpresa ad ascoltarla. E non riuscivo a capacitarmi che la donna che ora si esibiva in un appassionato flamenco era proprio lei.

Perso in quei pensieri e nelle larghe balze di quel lungo vestito, non mi accorsi subito che il suo corpo era ora rivolto al mio lato della platea. Sollevai lo sguardo e ammirai quel volto che si muoveva da un lato all’altro seguendo il movimento delle braccia. Potei notare un trucco accentuato sugli occhi e sulle labbra un vistoso rossetto rosso, ma nulla che riportasse alla volgarità. Piuttosto, il tutto la rendeva una donna, nulla a che vedere con il viso pulito della fanciulla di qualche ora prima.

Un altro prorompente applauso si levò non appena smise di ballare, forse anche più intenso di quello di poco prima. Il suo volto visibilmente accaldato era soddisfatto, i suoi occhi vagarono grati sugli uomini e le poche donne presenti, fino a raggiungere anche me. Anch’io non smettevo di applaudire ma, a differenza di tutti che fischiavano e proclamavano un bis, o che sorridevano ammaliati, sprofondai nel suo sguardo che non distolse dal mio. Non potei dire se anche quella volta era arrossita, le sue guance erano accese dal fervore della danza.

Solo quando dalla chitarra si levò un nuovo accordo, quell’incanto durato pochi attimi svanì, perché le sue braccia tornarono a posizionarsi alte, mentre mani e piedi ripresero a guidarle il corpo in un’altra danza flamenca

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Solo quando dalla chitarra si levò un nuovo accordo, quell’incanto durato pochi attimi svanì, perché le sue braccia tornarono a posizionarsi alte, mentre mani e piedi ripresero a guidarle il corpo in un’altra danza flamenca.

***

Non la vidi andare via quando la piazza cominciò a svuotarsi. Gonzalo si era accostato a me sorridendo furbescamente. Avrei dovuto ammettere di essermi sbagliato quel pomeriggio, ma soprattutto di essere rimasto anch’io ammaliato dalla bellissima ballerina.

«L’hai vista? Dov’è, è andata via?» gli chiesi, guardandomi attorno.

«Non te ne sei nemmeno accorto. Ma è normale, ci lascia talmente abbagliati che in men che non si dica svanisce chissà dove» rispose Gonzalo, senza ormai alcuno stupore.

Ci avviammo alla locanda. Non appena varcammo l'ingresso, un odore di cibo e vino ci avvolse. Ci sedemmo a uno dei tavoli dove ci fu servita la cena.
Dopo un po’ l’oste mi si avvicinò informandomi che qualcuno mi cercava. Mi alzai e voltandomi vidi l’altra ragazza che avevo incontrato quel pomeriggio, ricordandomi dello sfacciato appuntamento. Mi sorrise venendomi incontro.

«Salve, straniero, vi va di concludere la serata?» mi chiese, poggiandomi delicatamente una mano sul petto.

«Credevo fosse vostro lo spettacolo» le dissi, guardandola di sfuggita.

«Magari! Forse un giorno, chissà!»

Annuii.

«Siete serio. A cosa pensate?» aggiunse poi.

La riguardai ma mi resi conto che non riuscivo a sostenere il suo sguardo
dissoluto. Era la prima volta in tutta la mia vita che non avvertivo alcun effetto dinanzi ad una donna. Juanita era bella e di certo non avrei trascorso una notte insoddisfatto. Il suo corpo era letteralmente a mia disposizione, le sue abbondanze avrebbero potuto trovare godimento se solo ne avessi avuto voglia.

«Sono molto stanco. Mi dispiace avervi fatto venire fin qui. Magari un’altra volta…» Lasciai la frase in sospeso ma niente di certo. Forse la voglia di divertirmi con lei sarebbe tornata, ma non quella sera.

Lessi la delusione nel suo sguardo, forse non si aspettava un rifiuto. Le accarezzai leggermente una guancia e vidi spuntare un sorriso sulle sue labbra. Probabilmente quel gesto la portò ad essere sicura che prima o poi sarebbe stata mia.

Decisi di fare una passeggiata da solo. La piazza, che poco prima era gremita di gente, era rischiarata soltanto dal bagliore della luna. Mi fermai e nel silenzio sentii riecheggiare le nacchere e poi quella voce. Rividi il volto della giovane donna mutare. Chi era in realtà? Qual era il suo vero essere?

Un rumore mi distrasse e feci dietrofront lasciandomi alle spalle quei pensieri che sarebbero sicuramente svaniti con una bella dormita.

La zingara dell'AndalusiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora