Ancora una volta il mio spettacolo è stato apprezzato. So di poter contare sulla mia gente che non mi abbandona mai, ma anche su gente straniera che arriva fin qui per vedere me, la famosa ballerina di flamenco. So di essere diventata oramai un’attrazione, chiunque non abbia mai sentito parlare di me non va via da Siviglia senza avermi visto almeno una volta esibirmi in un flamenco. In fondo non mi dispiace, riesco a racimolare qualche peseta in più che a fine mese mi consente di comprare le medicine per mia madre. Qui in paese quasi tutti sono a conoscenza del nostro bisogno e di tanto in tanto so che piovono regalie anche da parte loro. Se non fosse, però, per quel matto di Pablito forse il pubblico si tirerebbe le mani. Così, lui, al termine dello spettacolo, raccoglie in un cestino le monete che quasi estorce con la sua esuberanza a chi cerca di andar via senza ricompensarci.
Questa sera, però, non c’era. E’ dovuto andare un paio di giorni da sua nonna. Per rimediare alla sua assenza, alla sua spassosa esibizione che solitamente apre lo spettacolo, ho dovuto esibirmi anche nel canto. Non amo cantare in pubblico; per quanto molti dicono che ho una voce angelica, preferisco farlo soltanto tra le mura di casa dove nessuno può ascoltare la mia malinconia, il mio dolore, la mia angoscia. Ma stasera ho dovuto cantare pur di racimolare qualche soldo in più. Senza Pablito mi sento persa, non per le ricompense che scarseggiano ma per la sua allegria, per la complicità che c’è tra noi, per il coraggio che m’infonde ogni volta che devo esibirmi.
Siamo cresciuti insieme, è il migliore amico che potessi trovare, mi è stato accanto quando il mondo, in alcune circostanze, mi è crollato addosso, riuscendo a risollevarmi dal dolore che sembrava volesse mangiarmi viva. Ma insieme condividiamo anche momenti di gioia, di spensieratezza, e tenendoci compagnia negli attimi di solitudine. Senza Pablito davvero non saprei cosa fare!~~~~~
C’è una cosa che oggi mi ha destabilizzata. Forse non dovrei nemmeno scriverlo, è un qualcosa che sicuramente domani avrò dimenticato e probabilmente non ne parlerò nemmeno con Pablito quando lo rivedrò. Al di là che ciò che è accaduto non sarebbe nemmeno dovuto succedere. Eppure, oggi, mi sono persa per ben due volte nello sguardo di uno sconosciuto. E’ successo all’improvviso, facendomi arrossire. Sicuramente la prima volta perché mi ha beccata mentre cantavo in giardino e poi quando ho rivisto i suoi occhi sul finire dello spettacolo. E lì non posso dire che è stato per vergogna. Per fortuna il mio viso era già accaldato a causa della danza, ma dentro me ho avvertito una sensazione di smarrimento che mi ha riportata a ciò che mi è stato svelato questa mattina, quando mi ha fermata la vecchia Paloma. Non volevo nemmeno ascoltarla, ero appena uscita da chiesa e non mi sembrava opportuno cadere nella tentazione di farmi prevedere il futuro. Così le ho detto che andavo di fretta ma la sua voce mi ha raggiunta raggelandomi. Ancora ora se ci penso il mio cuore perde battiti.
“Attenta allo straniero, il mare può essere insidioso e il tuo cuore non lo sopporterebbe.” Queste sono state le parole della veggente che riecheggiano ancora nelle mie orecchie. Quando mi son voltata verso di lei, ho visto nei suoi occhi il dolore, ma ero ben consapevole che quello non fosse il suo dolore, bensì il mio che si rispecchiava in lei in quel momento.
Se solo Pablito fosse qui saprebbe come rincuorarmi. Con mia madre non posso parlarne, essendo molto malata le darei soltanto altre preoccupazioni. E se solo mio padre fosse ancora vivo, forse la vedrei ancora sorridere ed io non sarei obbligata a fare scelte che mi portano all’infelicità.~~~~~
E’ notte fonda e non riesco a dormire. Ho provato a pregare ma il sollievo è durato il tempo di un Rosario. Poi la mia mente è tornata in quegli occhi scuri e profondi incontrati per la prima volta. Sicuramente non è un uomo del posto, lo avrei visto altre volte. Sarà il solito viandante che è venuto per visitare Siviglia e probabilmente per assistere al mio spettacolo. D’altronde qui non vi è nulla di particolare da vedere.
Il suo aspetto mi ha colpita: è giovane, sicuramente di qualche anno più grande di me, molto alto, con i capelli legati in una crocchia e la barba leggermente incolta che non fa pensare affatto che sia di alto rango, così come il suo modo di vestire poco curato ma non trasandato. Cosa lo avrà portato fin qui? Forse è venuto a far visita a qualche parente.
Basta! Sarà meglio che io provi a dormire, o la mia mente continuerà a pensare a queste cose inutili. So già che domani avrò dimenticato tutto.