(Capitolo 8)🌺

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Questa mattina, come ormai è mio solito da qualche settimana, mi sono recata alla Messa delle 7:30

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Questa mattina, come ormai è mio solito da qualche settimana, mi sono recata alla Messa delle 7:30. Raccogliermi nel silenzio e nella preghiera mi fa sentire meglio, in quel momento cerco di liberarmi da qualsiasi pensiero e la maggior parte delle volte ci riesco. Ammetto che durante la celebrazione della Santa Messa non sempre riesco ad essere attenta, ultimamente soprattutto.
Ad uno dei lati dell’altare vi è la statua della Virgen del Mar, priva di una mano, posta lì qualche anno fa dopo essere stata miracolosamente trovata nelle acque al largo della Costa de la Luz. Alcuni marinai intravidero uno strano luccichio provenire dai fondali. Incuriositi, alcuni si calarono in quel mare ritornando a galla sbalorditi.
Qualche giorno dopo quella scoperta, tenuta segreta per creare ancora più
curiosità, fu portata in superficie la statua della Vergine tra il clamore dei presenti accorsi a scoprire cosa il mare custodiva. Fu posta in un primo momento in una delle chiese situate nei pressi della costa, a Cadice, e le fu dato il nome di “Virgen de la Luz”. Qualche tempo dopo, però, dalla Costa del Sol iniziarono ad arrivare notizie di una statua della Vergine trafugata in una chiesa di Malaga e scomparsa nel nulla. Quando si scoprì che quella ritrovata vicino Cadice era la stessa, considerarono l’evento un miracolo. Furono fatte tante ipotesi ma la storia a cui tutti vogliono credere è quella in cui si racconta che la statua della Vergine si sia gettata in mare da un vascello di banditi, gli stessi che l'avrebbero rubata, per attraversare poi lo Stretto di Gibilterra e sfuggire ad una sorte ignota. Da Malaga acconsentirono alla permanenza della statua sull’altro versante della regione andalusa ma a condizione che fosse portata nel primo paese d’accesso alla città di Siviglia a confine con Cadice e che il suo nuovo nome fosse “Virgen del Mar”, appartenendo essa a più mari. Nel tempo, poi, la statua fu portata di chiesa in chiesa, di paese in paese, fino a giungere qui e restarci.
Infine, si vuol credere che qualsiasi nave o vascello attraversi lo Stretto di Gibilterra, e diretto in qualsiasi luogo l’equipaggio voglia sbarcare con intenzioni disoneste, l’imbarcazione tornerà al di là dello Stretto da cui è venuta non appena i suoi componenti si addormenteranno. Così che la mano della Vergine dal fondo del mare, dove si crede sia rimasta, guidi gli uomini lontano dal male.
Ma questa è soltanto una leggenda.

E stamattina, ancora una volta, mentre Don Alvaro predicava, mi son persa a guardare la Virgen del Mar e a parlare con Lei. Le rivolgo preghiere ogni giorno affinché mia madre stia meglio, ma so già che molto presto raggiungerà mio padre e forse è un bene, perché vederla soffrire mi fa ancora più male. Così, spero almeno che la Vergine allevi il suo dolore e intanto ce la metto tutta per non arrecarle dispiaceri, anche se mi sento un po' in colpa quando mi esibisco in piazza. Mi ha sempre detto che quella è la danza dei gitani e noi non siamo zingari. Ma non ho mai pensato ci fosse qualcosa di male. Eppure, per racimolare qualche peseta, oltre al piccolo compenso che prendo nell’impartire qualche lezione ad alcuni bambini del paese, mi esibisco ballando il flamenco, mentre con lei resta di compagnia Beatriz, la madre di Pablito.
Ah, Pablito finalmente è tornato e… che guaio ha combinato! In realtà la colpa non è sua ma ha urlato il mio nome proprio quando non doveva.
Questa mattina all’uscita della chiesa ho rivisto lo “straniero”, i suoi occhi mi hanno bloccata, al punto che stavo per cadere. Ma lui prontamente lo ha evitato afferrandomi nelle sue braccia. Mi sono sentita in imbarazzo ma al tempo stesso protetta, sentivo il mio cuore battere forte per quella imprudente situazione. Ho subito cercato di allontanarlo ma lui mi ha seguita fino a casa insistendo nel voler sapere il mio nome. Ho fatto di tutto per non guardarlo durante il tragitto, avevo paura di occhi indiscreti che potessero pensare a male nel vedermi con un uomo e… avevo paura di riperdermi nel suo sguardo come è accaduto ieri sera. Ho cercato di essere indifferente a tutto ciò che mi diceva, forse sono risultata anche sgarbata per come gli rispondevo, ma non potevo fare diversamente. Però, quando ha iniziato ad elencare tutti i nomi per indovinare il mio, non ho potuto fare a meno di sorridere. E solo quando siamo arrivati fuori casa mia ho potuto tirare un sospiro di sollievo; per fortuna non c’era nessuno nei paraggi. In quel momento ho iniziato ad avvertire quello stato di malinconia che ormai aleggia nella mia vita e lui deve essersene accorto. Ha continuato a chiedermi come mi chiamassi ma in modo dolce. Se non fosse stato per Pablito non lo avrebbe comunque saputo certamente da me, perché non lo ritenevo opportuno. Per cui mi sono limitata a dirgli che io sono la Flamencita, come lo sono per tutti. Lui non fa alcuna differenza.
E oggi nel pomeriggio, quando sono uscita con Pablito dalla casa della signora Consuelo, dove do lezione tre volte a settimana ai bambini, con l’assistenza del mio migliore amico che approfitta, in realtà, per imparare anche lui piccole nozioni, si è nuovamente avvicinato lo “straniero”. Avrei voluto urlargli di andare via ma di nuovo ho risposto alla sua impertinenza. La cosa sembrava divertirlo, finché non mi ha chiesto quali fossero i miei pensieri e allora sarei voluta esplodere, dargli dell’impertinente, maleducato, villano, arrogante, presuntuoso, sfacciato… E invece l’ho pregato di andare via, l’ho implorato di lasciarmi in pace, perché non posso permettermi di farmi trovare in compagnia di un uomo, non posso rischiare che voci infondate arrivino alle orecchie di mia madre e mettere a rischio la sua vita più di quanto non lo sia già.
Lui mi ha chiesto perdono, dicendomi che non l’avrei più rivisto, assecondando la mia preghiera con una dolcezza tale da farmi male molto più che se mi avesse parlato con disprezzo. Il suo sguardo mi è parso davvero contrito, addolorato. Ho pensato che volesse da me ciò che vorrebbero tutti gli uomini quando mi ammirano come la Flamencita e invece lui mi ha parlato di rispetto pronunciando dolcemente il nome mio. Nei suoi occhi non sono riuscita a leggere falsità. E ciò che ora mi turba più di tutto sono le parole della vecchia Paloma… “Attenta allo straniero, il mare può essere insidioso e il tuo cuore non lo sopporterebbe.”
Cos’è che il mio cuore non potrebbe sopportare?

” Cos’è che il mio cuore non potrebbe sopportare?

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