Le due ragazze erano ancora nella centrale, sempre più in profondità. Stavano percorrendo un lungo corridoio illuminato a intermittenza da un debole led che rendeva l'ambiente ancora più angosciante.
«Dove stiamo andando?» domandò Denise, terrorizzata, voltandosi indietro ogni tre secondi per controllare che quel mostro non le stesse seguendo. «Sei sicura che la voce provenisse dai bassifondi?» continuò bisbigliando.
«Sì, era la mia amica! È stata rapita, e io sono venuta a salvarla» le rispose Hope, senza fermarsi. «Pensi che non mi faccia paura stare qui sotto?» domandò facendo attenzione a non scivolare.
«Chi può dirlo? Magari vuoi attirarmi in una trappola!» sussurrò sorreggendosi al corrimano arrugginito.
«Non credi tu per prima a quello che dici e poi ti ho salvato la vita da quell'Alithís, no? Di sicuro hai informazioni di vitale importanza. Sono demoni che vanno a caccia della verità, ma lo fanno con mezzi insidiosi, per questo spesso fanno parte della fazione Omega» le spiegò guardandosi intorno.
Denise l'ascoltò senza rispondere. Non si fidava ancora.
«Non pensi che dovremmo nasconderci?» le chiese agitando le mani.
«Hai fatto caso che più scendiamo in profondità e più sembra che ci viva qualcuno?» considerò l'altra guardandosi intorno. La stanza quadrata era illuminata da luci più forti, sporca di polvere e terriccio, ma senza pozze di fango sul pavimento o sulle pareti. Grossi serbatoi funzionanti giacevano uno vicino all'altro negli angoli della stanza.
«Hai ragione» le rispose. «Forse la centrale elettrica non è abbandonata come appare in superficie.»
«È quello che pensavo» rispose Hope guardando le cisterne in funzione.
All'improvviso si sentì un rumore. Le due scattarono insieme nascondendosi dietro un serbatoio.
«Non possiamo stare qui.»
«Dobbiamo trovare una via di fuga» obiettò Denise alzando il cappuccio della tuta e lasciando scoperta la frangia spettinata.
«No, dobbiamo trovare Ronny. È qui da qualche parte, me lo sento. Ho capito che non vuoi farmi del male... ti credo» annuì Hope.
«Ah, tu credi a me... e io, dovrei crederti?»
«Andiamo via da qui» le rispose la ragazza riprendendo a correre.
Denise tentennò per un secondo. Spostò lo sguardo verso il corridoio buio da dove erano giunte e decise di seguire il suo istinto. Forse non poteva fidarsi, ma di certo non sarebbe tornata indietro da sola in quel corridoio angusto in salita. Sbuffò e la seguì.
Poco dopo si fermarono in un altro slargo rotondo. Nel mezzo, un mucchio di pedane di legno si ergevano una sull'altra incastrandosi tra di loro come un puzzle. Entrambe vi sgattaiolarono dietro, leggere come piume.
«Almeno sai dove stiamo andando o continueremo a girovagare nei meandri di questo posto?» sussurrò Denise mentre l'altra cercava di sbirciare tra le assi.
«Ti sembro una che se ne va in giro nelle fogne, per caso?» domandò sarcastica mirando al prossimo angolo da raggiungere quando qualcosa la tirò all'indietro.
«Aspetta, tu come sei venuta a conoscenza di questo posto?» chiese Denise lasciandole il braccio. «Io ci sono arrivata perché mi ha mandato un Angelo. Ha detto che avrei trovato una ragazza da salvare ma un mostro l'ha afferrato davanti ai miei occhi e poi sono svaniti» spiegò.
«Quale Angelo? Come era fatto? Non dirmi che è stato ucciso l'ultimo di questa generazione...» Si fermò a riflettere guardando nel vuoto.
«Non so se l'abbiano ucciso, e non stai rispondendo alla mia domanda» insistette Denise.
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Empowerment, Blank Slate Saga
ФэнтезиIl mondo così come lo conosciamo, è frutto dello sviluppo della razza umana. L'universo della Saga, racconta di un mondo apparentemente identico, ma allo stesso tempo, dodici dimensioni alternative, frutto di una grande opera realizzata a protezione...